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NBA, Carmelo Anthony espulso contro i Blazers: "Decisione assurda"

NBA

Le scelte arbitrali hanno fatto esplodere la rabbia e le proteste dei Thunder, convinti che le decisioni dei fischietti abbiano deciso la sfida in favore dei Blazers: “Non c’è uniformità nel modo di arbitrare”

“Non ho alcun pensiero a riguardo, non ho davvero nulla da dire riguardo quanto accaduto. Penso che la Lega dovrà fare ciò che ritiene più giusto”. In tempo di elezioni, difficile trovare una dichiarazione più in politichese di quella rilasciata da Carmelo Anthony riguardo l’espulsione che gli arbitri hanno deciso di dargli all’inizio del secondo tempo della sfida persa a Portland da OKC. Il rammarico per una decisione quantomeno discutibile però resta. Prima di tutto, i fatti: 4:30 alla fine del terzo quarto, il numero 7 dei Thunder parte e batte dal palleggio Noah Vonleh provando a chiudere al ferro per riportare lo svantaggio dei suoi in singola cifra. Lungo la strada tra lui e il canestro soltanto Jusuf Nurkic: Anthony salta, allarga il braccio verso il volto del lungo avversario, lo colpisce e poi segna in acrobazia. Il centro balcanico vola sul parquet evidentemente dolorante e gli arbitri a quel punto decidono di rivedere quanto successo: la decisione è di dargli un flagrant-2, ritenendo così il contatto come “non necessario e di violenza eccessiva”. Una decisione secondo molti discutibile, ma prontamente motivata da Rodney Mott, il capo della terna arbitrale presente sul parquet del Moda Center: “Abbiamo ritenuto che il contatto fosse eccessivo e che quello di Anthony fosse un movimento non naturale, in cui cerca Nurkic, lo colpisce con una gomitata e poi torna a guardare verso il canestro. Per questo essendo innaturale e dalla violenza eccessiva, ricade sotto la definizione di flagrant-2”. Tutto finito e amici come prima? Neanche per sogno, visto che i Thunder non sembrano aver digerito una decisione che a detta loro ha determinato il risultato della sfida. Billy Donovan non ricorre a giri di parole nel post-partita: “Non ho mai visto nella storia del basket un giocatore che, al posto di ricevere il tiro libero supplementare, viene espulso. Probabilmente è qualcosa su cui la Lega e gli arbitri dovranno interrogarsi e discutere”.

La rabbia di Westbrook: “Ci vuole coerenza nel metodo arbitrale”

“È un controsenso, non ha alcun tipo di logica”, rincara la dose Westbrook, protagonista pochi minuti prima dell’altra situazione che ha scatenato le proteste di OKC. Colpito al volto durante un movimento di gioco da parte di Noah Vonleh, la point guard numero 0 dei Thunder è volata a terra senza che gli arbitri fischiassero fallo. L’azione è proseguita con Westbrook fuori dai giochi, costringendo coach Donovan a chiamare timeout per permettere al suo giocatore di riprendersi. “Credo che quella giocata andasse rivista al replay – commenta l’allenatore dei Thunder -. Magari non era successo nulla, ma se la partita viene fermata da un timeout per permettere al giocatore di rimettersi in sesto, gli arbitri dovrebbero porsi quantomeno il problema e verificare che sia tutto ok”. Un’azione che ha fatto molto arrabbiare Anthony, punito con un fallo tecnico per proteste dopo le sue lamentele: “Penso ci fosse troppa ostilità da parte degli arbitri questa notte – racconta il numero 7-. Ho preso un tecnico senza aver detto nulla di volgare, senza pronunciare nessuna offesa. Credo di aver parlato con il sorriso stampato sulla faccia. L’unica cosa che chiedevo era che la partita venisse arbitrata in modo corretto, soltanto nel modo migliore”. A rincarare la dose ci pensa ancora una volta Westbrook. “Credo che non ci sia un modo uniforme di arbitrale, ma che si decida in che modo indirizzare la scelta in base ai giocatori coinvolti. E questo non è corretto”. Accuse pesanti, che non sfuggiranno di certo alla NBA.