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NBA, il “mood” di LeBron e quello di Draymond Green: battaglia a colpi di post sui social

NBA

Come facilmente pronosticabile, il post su Instagram di LeBron James non ha ancora finito di far parlare. "Mi piace Arthur", spiega semplicemente lui, ma a rendere il tutto ancora più interessante è arrivato Draymond Green...

Come tutto quello che succede nel mondo di LeBron Raymone James, anche un singolo post su Instagram oltre a far notizia finisce per innescare una serie quasi interminabile di reazioni a catena. È successo per il suo ormai famoso post Instagram accompagnato dalla didascalia “mood” (traducibile in “umore”), accompagnata alla foto di un personaggio dei cartoni animati chiamato Arthur a pugni chiusi, in segno di collera. Richiesto di una spiegazione al riguardo – dopo che diverse speculazioni avevano già associato l’immagine alla presunta rabbia della stella di Cleveland verso il proprio ex compagno Kyrie Irving, James ha cercato di chiudere il tormentone nel più semplice – ma insoddisfacente – modo: “Mi piace Arthur, tutto qui. Va bene, no?”, la sua domanda, quasi a reclamare la libertà di poter dire (e postare) quel che vuole, senza dover per forza spiegare tutto a tutti. Ma a fare in modo che del suo post si parlasse ancora ci ha pensato – volontariamente o no, a seconda di chi si vuole credere – Draymond Green, l’ala dei Golden State Warriors che con LeBron James ha trascorsi di odio&amore (grande rispetto reciproco, ma anche il fattaccio di gara-4 delle finali 2016, con la successiva squalifica del giocatore degli Warriors). In quello che difficilmente può essere considerato un caso, l’ala di Golden State proprio ieri ha pubblicato sul suo account Instagram una foto di sé (con la lingua di fuori, evidentemente divertito) accompagnata dalla didascalia “mood”. 

MOOD...

Un post condiviso da Draymond Green (@money23green) in data:

La spiegazione via Twitter di Green

È sembrato evidente a tutti che il mood di Green fosse quello di farsi una bella risata alle spalle del suo amico/rivale, trollando la superstar dei Cavs per il piacere di tutti i tifosi che gravitano attorno ai social network. Ma proprio attraverso un’altra piattaforma social, quella di Twitter, il n°23 degli Warriors ha negato tutto in maniera veemente (…), con una serie consecutiva di quattro post: “Per vostra informazione: la gente dovrebbe smetterla di fare congetture. Sto ancora cercando di capire come avete fatto tutti ad attribuire al post ‘Bron un significato anti-Celtics… Senza parlare di come il mio post sia da intendere come un troll nei suoi confronti, quando io neppure sapevo cosa lui avesse postato… E neppure voi, peraltro… Ho semplicemente pensato che quella foto fosse molto bella [un Green sorridente con la lingua di fuori, ndr] e che riassumesse perfettamente il mio umore giornaliero. Sono sempre il primo a dichiarare apertamente se ce l’ho con qualcuno o se voglio attaccare qualcuno, e sarà sempre così. Per cui bella gente, oggi avete tutti sbagliato bersaglio e non di poco!!! :)”. 

Una carriera con tanti “pugni”

Anche perché lo stesso LeBron James – sempre su Instagram – nel frattempo era tornato sulla questione, facendo seguire al suo primo post un secondo che lo riprendeva accanto a quattro immagini di sé (con le maglie di St. Vincent-St. Mary, Cleveland primo estratto, Miami e Cleveland secondo estratto) in cui il n°23 dei Cavs sfoggiava l’incriminato pugnetto. Il messaggio ad accompagnare il post? Semplice: “Mood forever”, al fianco della corona da Re e al suo personalissimo slogan (Strive for Greatness). Un modo forse per King James di farsi beffe di tutta l’attenzione mediatica generata da un gesto tutto sommato comune, ma anche un modo di chiudere la questione e riconcentrarsi sul gioco giocato. Come fatto con 30 punti, 9 assist e 8 rimbalzi nella vittoria contro i Bucks di Giannis Antetokounmpo. 

Mood Forever.... 👑#StriveForGreatness🚀

Un post condiviso da LeBron James (@kingjames) in data: