La stella dei Cavs non ha perso l'occasione di elogiare un suo "protetto" e allo stesso tempo tirare una frecciata a Phil Jackson, reo di non averlo preso al Draft preferendogli Frank Ntilikina: "So per certo che a Dallas sono molto contenti". E lunedì i Cavs affrontano proprio i Knicks a New York...
In una stagione lunga come quella della NBA, una partita come quella di Cleveland sul campo dei Dallas Mavericks poteva passare inosservata. I Cavs, pur soffrendo, avevano portato a casa la loro vittoria e LeBron James, pur senza brillare, aveva deciso la gara nel finale gestendo il vantaggio fino al 111-104 conclusivo. E invece un giorno normale non è contemplato nella vita dei Cleveland Cavaliers: dopo la gara, infatti, James si è presentato davanti ai microfoni e, quando gli è stato chiesto un commento sulla partita del rookie Dennis Smith Jr., non si è fatto sfuggire l’occasione per fare notizia. “I Knicks hanno lasciato andare un gran giocatore, e Dallas ha pescato un diamante grezzo” ha detto James. “Oggi dovrebbe essere un Knick. So che queste mie parole finiranno per creare un titolone, ma dovrebbe essere un Knick. So per certo che a Dallas sono tutti felici che sia finito da loro”. Quella di James è una frecciata diretta a due bersagli diversi: inevitabilmente le sue parole finiranno per colpire Frank Ntilikina, selezionato dalla franchigia della Grande Mela con la scelta numero 8 all’ultimo Draft davanti a Smith, ma il reale obiettivo era chiaramente Phil Jackson, ovverosia colui che ha preso la decisione di prendere il francese invece del prodotto di NC State (prima di lasciare la franchigia newyorkese). Le storie tese tra James e Jackson non sono nuove: lo scorso anno James aveva preso malissimo la definizione data da Jackson dei suoi amici (definiti come “posse”), prendendola come una chiara offesa dal punto di vista razziale. “Non ho alcuna relazione con lui. Ho grande rispetto per quello che è riuscito a fare da allenatore guidando la squadra del mio giocatore preferito di tutti i tempi [Michael Jordan] e per quello che ha fatto con i Lakers, ma mi fermo lì” furono le sue parole dello scorso novembre su Coach Zen, reo anche di non aver trattato esattamente benissimo un suo grande amico come Carmelo Anthony.
Enes Kanter, ovviamente, non ci ha messo molto a commentare su Twitter prendendo le difese del suo compagno: “No, siamo contenti di quello che abbiamo… Grazie!!!”
Un rapporto che nasce da lontano
Bisogna anche segnalare però che, oltre alla possibilità di tirare una frecciata a Jackson, LeBron aveva interesse a “pompare” Dennis Smith Jr., un ragazzo di cui è stato mentore sin dai tempi dell’high school visto che aveva partecipato a uno dei suoi camp estivi. “Ha un talento incredibile unito a un grande atletismo: gioca con grande controllo per uno della sua età, sa tirare e anche andare in penetrazione. Non può fare altro che migliorare con l’opportunità che sta avendo qui. Dallas ne ha preso uno forte per davvero: lo conosco da molto tempo ormai e so di cosa è capace”. Con la prestazione di stanotte Smith è diventato solamente il quarto giocatore sotto i 20 anni a chiudere una partita con almeno 20 punti, 5 rimbalzi, 5 assist, 2 recuperi e 2 stoppate: gli altri tre rispondono ai nomi di Kevin Garnett, Kyrie Irving e ovviamente LeBron James. Il quale, nella prossima gara, si ritroverà davanti… proprio Frank Ntilikina e i New York Knicks, che nella notte tra lunedì e martedì ospitano i Cavs: c’è da scommettere che le parole di James continueranno a riecheggiare per qualche giorno.