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NBA, la forza di Jaylen Brown: decisivo in campo dopo la morte del suo miglior amico

NBA

Il giovane numero 7 dei Boston Celtics ha giocato una delle sue migliori partite della carriera contro Golden State, ma soprattutto ci è riuscito dopo aver scoperto della morte del suo miglior amico solo la sera prima: "Non ero in condizione di giocare, l'ho fatto per lui e per la sua famiglia"

Segnare 22 punti e decidere una partita contro i Golden State Warriors in una gara trasmessa in diretta nazionale non è una cosa da tutti i giorni. Ma doverlo fare letteralmente con la morte nel cuore dopo aver perso il proprio miglior amico è una di quelle imprese che rende lo sport una cosa diversa da tutte le altre. Jaylen Brown prima della gara contro i campioni in carica non voleva nemmeno scendere in campo, dopo aver ricevuto la terribile notizia che il suo miglior amico Trevin Steede era deceduto ad Atlanta in circostanze non ancora chiarite. “Il mio miglior amico è morto ieri notte. È stata dura riuscire ad accettarlo” ha dichiarato Brown davanti ai giornalisti, cercando di trovare le parole dopo lunghi silenzi e singhiozzi. “Tutti erano sotto shock, io stesso non volevo nemmeno lasciare la mia camera, non ero in condizione di scendere in campo. Ma sapevo che lui avrebbe voluto che io giocassi e, dopo aver parlato con sua madre e la sua famiglia, ho ricevuto l’ispirazione per scendere in campo. Oggi ho giocato per lui. I miei compagni mi hanno sostenuto e alla fine siamo riusciti a vincere”. Brown è stato decisivo per rimontare due volte uno svantaggio di 17 punti contro gli Warriors, prima nel secondo quarto con un parziale di 15-3 e poi nel terzo con uno di 19-0 in cui più di una volta ha realizzato giocate decisive, come testimoniano i suoi 22 punti realizzati tutti nei primi tre quarti. Come rivelato dal nativo di Atlanta, a fine gara Kyrie Irving è andato da lui e gli ha regalato il pallone della partita, dicendogli “Questo è per Trevin”. A Brad Stevens — che ovviamente ha lasciato a Brown la decisione se scendere in campo o meno —non deve essere sembrato vero di rivivere quello che aveva già dovuto affrontare negli scorsi playoff, quando la morte della sorella di Isaiah Thomas aveva avuto un effetto enorme su tutti i Boston Celtics.

Quel giorno in mensa a Wheeler High School

Brown ha avuto la forza di raccontare anche come è nata la sua amicizia con Trevin, il suo miglior amico sin da liceo e con il quale spesso registrava dei video sui social network, l’ultimo dei quali lo immortalava mentre giocava in uno contro uno con Steede per dimostrare la differenza tra un professionista e un giocatore amatoriale. “Lui raccontava sempre questa storia: mi ero appena trasferito a Wheeler High School per giocare a pallacanestro e con ogni probabilità gli avevo preso il posto in squadra. Nei primi giorni non avevo nessun amico con cui pranzare ma mi comportavo come quello che era troppo figo, quello che non aveva bisogno di nessuno. Ero introverso, ma mi dicevo che potevo farcela da solo. Poi il terzo o il quarto giorno è venuto da me chiedendomi se stavo aspettando qualcuno, anche se non c’era nessuno seduto con me. A quel punto mi ha detto di unirsi a lui e da quel momento in poi siamo stati miglior amici. Nonostante le circostanze ha fatto quel gesto e siamo diventati come fratelli”. Domani Brown volerà insieme ai suoi familiari ad Atlanta per partecipare al funerale, fermandosi poi in città dove i Celtics — per uno scherzo del destino — giocheranno contro gli Hawks nella notte tra sabato e domenica. 

Le parole dei compagni

“Sapevo del lutto che stava affrontando Jaylen. Ho provato a consolarlo dicendo le stesse parole che sono state dette a me in passato” ” ha dichiarato Irving, che ha perso la madre quando aveva solo 3 anni. “Non è mai una cosa bella quando qualcuno attraversa un momento del genere: uno fa il proprio meglio per consolarlo e incoraggiarlo, ma alla fine uno deve trovare dentro di se la forza di andare avanti. Lui ne ha mostrata un sacco stasera: essere in grado di andare in campo e giocare nel modo in cui lui lo ha fatto ne è la dimostrazione. Sapevo esattamente in che mani sarebbe finito il pallone della gara”. Il suo compagno più vicino, Jayson Tatum, non ha potuto fare a meno di elogiare il suo amico: “Sono estremamente orgoglioso di lui. È un grandissimo giocatore e una grandissima persona: arrivare qui oggi è stato difficile, ma la pallacanestro è una buona distrazione. È andato in campo e ci ha dato esattamente quello di cui avevamo bisogno”. Anche Al Horford ha avuto parole di orgoglio per il numero 7: “Ho tantissimo rispetto per lui perché sta attraversando un momento difficile e si vede che sta soffrendo. Non sapevo se sarebbe sceso in campo stasera, ma il fatto che ci sia riuscito dice molto del suo carattere. Certe persone affrontano il lutto in maniera differente, alcuni ad esempio hanno bisogno di allontanarsi. Lui è riuscito a mettere tutto da parte e giocare: sono orgoglioso di lui”.