L’infortunio occorso durante la gara contro i Lakers si rivela più grave del previsto: la rottura del legamento terrà ai box l’ala dei Nuggets fino all’All-Star break
Della recente sconfitta contro i Los Angeles Lakers i 127 punti subiti finiscono per non essere la peggior notizia in casa Denver Nuggets: in seguito a un colpo riportato nel secondo quarto di quella gara, infatti, Paul Millsap ha riportato la rottura al legamento del polso sinistro, un infortunio che richiederà un’operazione e tempi di recupero stimati in tre mesi. Diagnosticata inizialmente come una semplice lesione dallo staff medico di squadra, successivi esami più approfonditi hanno invece rivelato una realtà ben più negativa: Millsap dovrà sottoporsi a un intervento e quindi – dopo le ripetute assenze anche di Wilson Chandler, alle prese con problemi alla schiena – un’altra ala agli ordini di coach Malone dovrà saltare parecchie partite, riducendo così la rotazione dei Nuggets nel ruolo. L’unica nota positiva per Denver è che fortunatamente la squadra aveva iniziato la stagione con un’abbondanza di giocatori proprio nella posizione di ala/ala grande, tanto da costringere Michael Malone a scelte anche impopolari (Kenneth Faried e Mason Plumlee più seduti in panchina che in campo) da lui giustificate con un serafico: “Se dovessi preoccuparmi di far felici le persone, venderei gelati”. Ora gli stessi giocatori rilegati in panchina torneranno invece utilissimi al coach di Denver, nella più classica delle situazioni che nel mondo NBA viene riassunta dallo slogan “next man up”, si faccia avanti il prossimo. Oltre che per Faried (inserito da titolare contro i Sacramento Kings) e Plumlee, si aprono infatti spiragli di opportunità anche per Trey Lyles e per Juancho Hernangomez, a sua volta di ritorno da una mononucleosi. I rincalzi non mancano ma, ovviamente, non possono essere all’altezza di un All-Star come Millsap, il pezzo pregiato del mercato estivo dei Nuggets, che ora proprio fino al break della partita delle stelle di metà stagione potrebbe non essere più disponibile.
Cosa perdono i Nuggets
Secondo miglior marcatore alle spalle di Jokic con 15.3 punti a sera, conditi anche da 6.2 rimbalzi, il positivo contributo di Millsap per la squadra del Colorado è confermato anche dai suoi net rating, positivi tanto in attacco (+2.6 su 100 possessi con lui in campo) che in difesa (la squadra concede quasi due punti in meno su 100 possessi con lui in campo). Un’assenza che peserà, visto anche che da Millsap passa quasi un possesso su quattro dell’attacco dei Nuggets (secondo per usage rate in squadra, dietro solo a Jamal Murray): bisognerà stringere i denti e aspettare febbraio, nella speranza che il suo ritorno possa spingere Denver a centrare l’obiettivo stagionale, i playoff.