I Grizzlies non perdevano otto partite consecutive dal 2009; contro i Nets nell'ultimo quarto Marc Gasol è rimasto a guardare i suoi compagni dalla panchina: "Odio starmene fuori a osservare gli altri giocare al posto mio"
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I Memphis Grizzlies incassano contro Brooklyn l’ottava sconfitta consecutiva, subendo un parziale nel terzo quarto da 32-18 e risultando poi incapaci di rimettersi in partita nell’ultima frazione. Il punteggio finale è 88-98 e Marc Gasol, leader tecnico ed emotivo della squadra, ha osservato gli ultimi 12 minuti di gara comodamente (si fa per dire) seduto in panchina. “Non conosco il motivo di questa scelta; è la prima volta che succede e, credetemi, non è di certo una situazione che mi piace. Sono molto più costernato di quanto non possa e non voglia mostrare davanti a voi”. Il lungo catalano è il migliore della squadra per punti, rimbalzi e assist e anche nella partita monca contro i Nets non ha fatto eccezione, mettendo a referto 18 punti. La motivazione data a questa scelta da coach Fizdale poco prima che il giocatore spagnolo arrivasse ai microfoni dei cronisti era tanto semplice, quanto poco accettabile da un All-Star: le riserve stavano giocando bene, erano riuscite a ricucire in parte lo strappo con Brooklyn e per quello sono rimaste in campo fino alla sirena finale. In un match in cui i titolari si erano fatti travolgere nel terzo periodo, la soluzione più logica gli era sembrata quella. “Ne discuteremo, se lui sentirà la necessità di farlo”, aggiunge l’allenatore di Memphis commentato la reazione di Gasol alla sua scelta. “A me sembra una decisione molto semplice, non c’è ovviamente nulla contro di lui. Sto solo provando a vincere una dannata partita, in qualsiasi modo”. Già, perché questi claudicanti Grizzlies rischiano di entrare nella storia dalla parte sbagliata: Memphis infatti non perdeva otto gare in fila dal marzo 2009, quasi nove anni fa. Un primato rinverdito che non rende felice nessuno. “Sono soltanto un giocatore competitivo, come qualsiasi altro”, chiosa Gasol, prima di lasciare il Fedex Forum. “Odio non giocare, starmene lì a guardare gli altri. Questo è quello che per me conta di più: se non posso scendere sul parquet, non mi sento valorizzato. Sono certo che lo staff tecnico sa bene quanto questo mi colpisca”. Con Mike Conley indisponibile e Chandler Parsons rimasto negli spogliatoi nel secondo tempo in via precauzionale dopo un problema alla caviglia, la lista delle brutte notizie diventa sempre più lunga per Memphis.
Ancora infortuni in casa Nets: si ferma Hollis-Jefferson
Dall’altra parte invece per una volta sono i Nets a festeggiare, positivi e a tratti convincenti in una stagione in cui tutto sembra girare per il verso sbagliato. Il successo di stanotte interrompe una striscia di tre sconfitte consecutive e regala a Brooklyn la 7^ vittoria stagionale con ben tre settimane d’anticipo rispetto all’anno passato. In fondo ai Nets, privati ormai da anni di tutte le proprie scelte al Draft dopo quella scellerata trade con Boston, vincere non dispiace; non c’è nessuna Lottery da inseguire. Le brutte notizie però arrivano dall’infermeria: dopo le pesanti rinunce a Jeremy Lin (per tutta la stagione) e D’Angelo Russell (fuori già da due settimane e ancora lontano dal rientro), a saltare è stata anche la caviglia di Rondae Hollis-Jefferson. In campo per soli nove minuti, il numero 24 di Brooklyn ha poggiato male il piede in contropiede in penetrazione, ruotando in maniera innaturale la caviglia e chiudendo in anticipo la sua gara. I newyorchesi però, ancora una volta, hanno trovato forze ed energie insperate, lucrando sul massimo stagionale di DeMarre Carroll (24 punti con 7/12 al tiro e 6 rimbalzi) e sulla doppia doppia messa a referto in uscita dalla panchina da Trevor Booker (16 punti e 11 rimbalzi). “Abbiamo tirato fuori tutta la nostra energia nel secondo tempo; la prima parte del terzo quarto è stato il momento decisivo, quando abbiamo cambiato l’inerzia dalla gara”; non può che essere soddisfatto coach Atkinson. “Siamo poco fortunati ad aver subito tutti questi infortuni, ma questo in fondo è il motivo per il quale il nostro roster è composto da 15 giocatori”. Lo dice Booker, lo pensano tutti: “next man up”, avanti il prossimo. Per adesso, a Brooklyn, ha funzionato.