Gli 89 tentativi totali con i piedi oltre l'arco combinati da Rockets (50) e Nets (39) sono il massimo mai fatto registrare iin una partita NBA. Non una grossa sorpresa, guardando le tendenze di Houston, Brooklyn e in generale di tutta la Lega
Per Houston Rockets e Brooklyn Nets negli ultimi anni non è mai stato un problema tirare da tre punti, anzi. Uno dei pilastri su cui si basa il credo cestistico dettato dal GM dei texani Daryl Morey è chiaro: privilegiare le conclusioni che rendono di più in termine di punti. Un approccio analitico che ha portato a scelte drastiche, diventato un vero e proprio dogma da seguire da quando a Houston siede sulla panchina coach D’Antoni, precursore in quanto a utilizzo del tiro dalla lunga distanza. I Rockets hanno così iniziato a distruggere negli ultimi mesi qualsiasi tipo di record per quel che riguarda il numero di tentativi con i piedi oltre l’arco, la distribuzione delle conclusioni e i canestri realizzati, dettando un cambiamento che sta coinvolgendo volente o nolente tutte le franchigie NBA (per ulteriori delucidazioni, chiedere ai Toronto Raptors). Se Houston è prima per tentativi con i piedi oltre l’arco (44.6 a partita), al secondo posto ci sono proprio i Nets, la squadra che corre di più nella Lega e che tira 33.7 volte a gara da tre punti. E infatti, com'era logico aspettarsi, lo scorso gennaio quando si incrociarono le due squadre sul parquet il risultato fu una partita da 88 tentativi totali dalla lunga distanza. Un record rinverdito questa notte, dopo che le due squadre hanno tirato ben 89 volte da tre punti: 50 tentativi dei Rockets (con 20 bersagli) e 39 dei Nets (con 10 triple realizzate). Il risultato ottenuto a livello di distribuzione e di scelte fatte dai due attacchi è quello riportato nelle shot chart di seguito: otto tentativi totali combinati arrivati dal midrange (la zona grigia all’interno della linea del tiro da tre punti, ma fuori dall’area). Incidenti di percorso più che vere e proprie alternative di gioco, in un mondo in cui le difese avversarie concedono sempre con maggiore sollievo il jumper dalla media, a prescindere dal talento che si ritrovano ad affrontare. Certo, per portare a livelli d’eccellenza un meccanismo e una logica del genere bisogna poter disporre di un talento come James Harden (e non solo), in grado di essere allo stesso tempo un giocatore da 20 punti in un quarto (magari 5/5 dalla lunga distanza) e al contempo vestire i panni sia del miglior realizzatore che del più prolifico uomo assist della Lega (che in gran parte portano a canestri da vicino o a tiri da tre punti). Una fortuna di cui in pochissimi possono disporre, con buona pace dei Brooklyn Nets di questo mondo, che continuano a lottare. E soprattutto a tirare dall'arco.