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NBA, Irving vs. Smith Jr.: il rookie studia per diventare una grande point guard

NBA

Dennis Smith Jr. è andato più volte a muso duro contro Kyrie Irving nel primo tempo, salvo poi non riuscire a realizzare neanche un punto nella ripresa. Per diventare dei campioni, bisogna imparare dai più grandi, come insegna proprio il numero 11 dei Celtics

Alla fine ha avuto ragione Kyrie. Quest’anno sembra davvero complicato rendergli la vita difficile, soprattutto negli ultimi minuti delle partite decise punto a punto. Boston, va detto, ne sta giocando molti (e non è un buon segno), ma i Celtics spesso e volentieri stanno uscendo vincitori dal parquet grazie alle prodezze di Irving: dopo il successo contro i Mavericks sale infatti a 74 il numero di punti segnati nel clutch time dal numero 11, secondo soltanto ai 76 di LeBron James. Il numero 23 dei Cavaliers inoltre è stato uno dei primi a sponsorizzare uno dei rookie più interessanti di questa stagione, Dennis Smith Jr.. Dopo il match vinto da Cleveland a Dallas, James sottolineò come per lui fosse stato un errore madornale da parte dei Knicks aver rinunciato a lui preferendogli Ntilikina. Parole che hanno poi portato al prolungato scontro (in campo e sui social) con Enes Kanter. Il corpo a corpo stanotte invece è arrivato sul parquet: nel primo quarto il rookie di Dallas è andato più volte al faccia a faccia con Irving, provocandolo dopo i canestri segnati e lamentandosi per dei presunti falli subiti durante i tentativi in penetrazione. Scaramucce o poco più, in cui l’utilizzo del braccio esterno di Smith è stato più volte sospetto, ma non ha innervosito la point guard dei Celtics. Alla fine sono 12 i punti di Smith, tutti realizzati nei primi 24 minuti. Dopo l’intervallo infatti la vita è diventata molto più complessa, per tutti. “Non ho un’esatta ricostruzione di cosa ci abbia fatto più male. Kyrie ha fatto le solite giocate decisive e noi siamo colati a picco”. Coach Carlisle sa benissimo che difficilmente avrebbe potuto chiedere di più ai suoi che hanno lanciato ulteriori segnali di ripresa.

“Altro che nuovi, conosco tutte le sue mosse da anni…”

A fine partita, Irving ha raccontato che dal suo punto di vista Dennis Smith Jr. è tutt’altro che un rookie: “Ho avuto l’occasione unica in questa Lega di battermi e avere a volte la meglio e a volte la peggio contro le point guard più forti della NBA. Quando affronti un veterano, sai che userà sempre alcuni espedenti per farti uscire dal match. E tu sei li consapevole di imparare ogni dettaglio da quelle esperienze. Ogni volta i giovani cercano di mettersi in evidenza, di dimostrare qualcosa. È giusto che sia così ed è sempre un grande piacere confrontarsi con loro. Ragazzi che è sbagliato definire come giovani o come la novità, visto che io sono sempre un attento osservatore. Conosco molto bene questi ragazzi fin dagli anni dell’high school e del college, quando ricevono le attenzioni degli addetti ai lavori schiacciando in maniera spettacolare durante le partita di AAU con North Caroline State. Smith è uno di quei giocatori che tengo sott’occhio da tanto tempo. Sono un avido consumatore di YouTube e potermi confrontare con lui da giocatore “esperto” di 25 anni per me è fantastico”. Nessun rancore, anzi. Puro e sano interesse nei confronti del nuovo che avanza: “Sono lì a studiare ogni giorno, soprattutto i ragazzi come lui su cui ci sono grandi aspettative. So bene cosa significa, perché anche io sono stato nella sua posizione in passato: essere uno dei cinque prospetti più seguiti, indicato come la futura generazioni di point guard dominanti nella Lega. Il passo che devi fare per diventarlo però è meno scontato del previsto, è un lunghissimo cammino che ti porta poi a quello. Per questo devi solo apprezzare situazioni del genere. E quando ti ritrovi sul parquet contro ragazzi come lui, devi essere certo di dare il massimo”. Neanche fossi tu il rookie che deve imparare.