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NBA, Harden inarrestabile (48 punti), Houston pure (9^ vittoria in fila): battuta Portland in rimonta

NBA

I Rockets si confermano la miglior squadra NBA (20-4) e la più calda della lega andando a espugnare anche il campo di Portland, rimontando uno svantaggio di 14 punti nell’ultimo quarto. Per Harden e compagni si tratta della 13^ vittoria esterna su 14 gare disputate

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Portland Trail Blazers-Houston Rockets 117-124

TABELLINO

Continua la striscia positiva (anzi, le strisce positive) degli Houston Rockets. Contro Portland in rimonta arriva il nono successo consecutivo, grazie ai 48 punti con 8 rimbalzi di un ispiratissimo James Harden, autore di un ottimo 16/29 dal campo – per la 24^ volta su 24 gare disputate quest’anno sempre con almeno 20 punti all’attivo, solo il secondo giocatore in tutta la NBA a riuscire in un’impresa del genere dalla stagione 1990-91. Altri 26 li aggiunge al tabellino finale anche Chris Paul, che tiene così viva la sua personale striscia di successi consecutivi: con CP3 in campo, infatti, Houston quest’anno non ha mai perso, aggiudicandosi tutte le 10 gare disputate. Per i Rockets si tratta della dodicesima vittoria su tredici gare in trasferta, il miglior bilancio lontano dal Toyota Center dall’annata 1996-97: ora tutte le prossime 7 gare Harden e compagni le giocheranno davanti al proprio pubblico (a questo punto un vantaggio forse neppure così determinante). Per avere la meglio sui Blazers la squadra di  coach D’Antoni deve però sudare fino all’ultimo quarto, iniziato sotto di 14 ma poi dominato con un parziale di 40-19: è Portland infatti a fare la gara per gran parte della partita, andando avanti di 11 (57-46) nel primo tempo prima di subire un parziale di 16-5 negli ultimi cinque minuti e mezzi che manda le due squadre in perfetta parità all’intervallo (62-62). Sono ancora i padroni di casa però, segnando 11 punti consecutivi nel terzo periodo, ad allungare fino al +14 dell’ultima pausa, prima di subire la feroce rimonta dei Rockets negli ultimi dodici minuti che sfruttano anche un leggero infortunio al piede di Damian Lillard che lo tiene seduto nei primi cinque minuti del quarto quarto. Quando il leader di Portland ritorna in campo, il vantaggio dei suoi è già evaporato a cinque punti e nel giro di pochi minuti una tripla di Trevor Ariza (13 punti per lui alla fine) mette Houston davanti 110-109. Effettuato il sorpasso, gli ospiti non si voltano più indietro: 14-6 il parziale degli ultimi tre minuti di gioco e importante vittoria esterna dei Rockets, che vantano ora il miglior record di lega, con 20 vittorie e solo 4 sconfitte. Dominante la leadership di Harden, per la terza volta a quota 40 o più punti in stagione: solo Giannis Antetokounmpo come lui in tutta la lega.

Lillard eguaglia il record di franchigia con 9 triple a segno

Detto dei problemini fisici che hanno leggermente condizionato Lillard nella seconda parte della gara, il n°0 dei Blazers ha comunque fatto egregiamente la sua parte, chiudendo con 35 punti e soprattutto nove triple a segno, eguagliando il record di franchigia dall’arco (9/16 il suo dato complessivo da tre punti). Altri 28, con 11/18 al tiro, li ha portati in dote il suo compagno di reparto dietro C.J. McCollum, ma Portland ha sofferto una rotazione diversa e più corta del solito dovuta alle assenze in quintetto del centro titolare Jusuf Nurkic (rimpiazzato da Meyers Leonard, positivo con 12 punti e 5/6 dal campo) e di Maurice Harkless (sostituito nei cinque da Evan Turner). Campo tradizionalmente difficilissimo per tutte le squadre NBA, quest’anno i Blazers non riescono a imporre la propria legge al Moda Center, dove dopo le prime 15 gare interne stagionali hanno un record addirittura negativo (7-8). Non vengono allora necessariamente a nuocere alla squadra di coach Terry Stotts le prossime cinque gare, tutte in trasferta. Trasferta che – in una nota curiosa – hanno affrontato anche due giovani tifosi italiani dei Rockets che pur di essere presenti nell’Oregon hanno viaggiato per oltre 15 ore per poter vedere dal vivo Chris Paul e compagni: sono stati ricompensati dalla point guard di Houston a fine gara, che li ha omaggiati della maglia e delle scarpe di serata, rigorosamente firmate.