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NBA, mille chiacchiere attorno a Lonzo Ball ma è Porzingis (37 punti) il re di New York

NBA

L’esordio newyorchese del rookie dei Lakers fa discutere: bene in campo (17 punti, 8 rimbalzi e 6 assist), criticato fuori, ma è il lituano a trascinare i suoi Knicks con una prestazione leggendaria, diventando il primo giocatore nella storia NBA a mandare a referto almeno 35 punti, 10 rimbalzi, 5 stoppate e 5 triple

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New York Knicks-Los Angeles Lakers 113-109 OT

TABELLINO

Il Madison Square Garden è considerato “la Mecca del basket” e tutti i grandi giocatori (o gli aspiranti tali) sognano una prestazione da ricordare sul parquet newyorchese. Quella di Lonzo Ball, ovviamente attesissimo alla sua prima apparizione al Garden – con una prima fila composta dal solito Spike Lee, Magic Johnson, papà LaVar con gli altri suoi due figli, LiAngelo e LaMelo, in procinto di partire per la Lituania, prossima tappa della loro giovane carriera – è stata sicuramente incoraggiante ma a rubare le luci dei riflettori al n°2 gialloviola ci ha pensato l’eroe di casa, Kristaps Porzingis, determinante con 37 punti, 11 rimbalzi, 5 stoppate e 5 triple a segno (primo di sempre nella storia NBA a far registrare queste cifre) nel successo al supplementare dei Knicks.  Ne w York torna così oltre il 50% di record, con 13 sconfitte ma 14 vittorie, tutte tranne una arrivate sul loro campo di casa, fortino quest’anno quasi inespugnabile (ci sono riusciti solo i Pistons, all’esordio interno stagionale, il 21 ottobre). Per Ball una gara sicuramente positiva ma a due facce: la matricola dei Lakers chiude infatti con 17 punti, 8 rimbalzi e 6 assist ma segnando un solo canestro nell’ultimo quarto e nell’overtime. In compenso, però, di lui si è iniziato a parlare già prima della palla a due, perché il giovane talento dei Lakers si è presentato prima al temporary shop del suo brand personale e poi all’arena indossando una maglia con ritratta la copertina di un celebre album di Nas, It was written, ma col suo viso sulla cover. Non si tratta della prima volta che i nomi di Ball e Nas tornano così a riempire le  cronache, visto che con il rapper newyorchese la matricola gialloviola aveva già avuto in passato una polemica alimentata dalle dichiarazioni dello stesso giocatore dei Lakers (“Ormai ha fatto il suo tempo”). Anche questa volta la scelta di esibire il suo viso sulla copertina dello storico secondo album di Nas non è piaciuta a più di una persona: sicuramente a Donovan Mitchell, il rookie di Utah che ha fatto sapere via Twitter di considerarlo un segno di poco rispetto, ma anche probabilmente allo stesso rapper, che dopo la vittoria dei Knicks sul proprio account Instagram si è congratulato pubblicamente per la vittoria con la squadra di coach Hornacek, qualcosa che normalmente non fa mai. 

Protagonisti inaspettati: Michael Beasley e Frank Ntilikina

Fortunatamente poi sul parquet del Garden c’è stata anche una partita – e anche a lunghi tratti emozionante e divertente. I padroni di casa l’hanno vinta tirando meglio (il 47.5% dal campo contro il 41% degli avversari, con anche un ottimo 9/22 da tre punti) e trovando le giocate decisive nel tempo supplementare, soprattutto per mano di un giocatore inaspettato: Michael Beasley. Il veterano dei Knicks – che a Manhattan, ma in Kansas, ha giocato al college con i Wildcats di Kansas State – ha messo a referto due canestri e un assist nel parziale che dal 103-103 ha portato i Knicks sopra di 6 (109-103), spianando la strada al successo sui Lakers: per lui a fine serata 13 punti, 5 rimbalzi e dichiarazioni di grande umiltà, non sempre in tono con il personaggio: “Voglio solo fare tutto quello che è necessario per aiutare la mia squadra a vincere, a partire dalle piccole cose, dal buttarmi per terra su ogni palla vagante”. A dargli man forte in overtime ci ha pensato anche Frank Ntilikina, il rookie francese di New York, anche lui protagonista di un’ottima gara (13 punti e 5 rimbalzi proprio come Beasley, cui ha aggiunto anche 5 assist e una fantastica difesa su Ball nei momenti decisivi). Per i Knicks, al terzo successo delle ultime quattro gare, da registrare anche Enes Kanter in doppia doppia (14 punti e 11 rimbalzi) e le dichiarazioni di Porzingis a fine gare, che interrogato sulla sua prestazione statistica da libri di storia (unico giocatore di sempre con almeno 35 punti, 10 rimbalzi, 5 stoppate e 5 triple) ha risposto: “Un onore, ma da sola non ci aiuta a qualificarci per i playoff”. L’obiettivo dei blu-arancio è chiaro, mentre più difficile che i Lakers possano riuscirci a Ovest, soprattutto se uno dei loro migliori giocatori di questa stagione, Brandon Ingram, incappa in giornate come quella di New York: l’ala gialloviola sbaglia i primi dieci tiri della sua gara e chiude con 2/12 al tiro per soli 5 punti, con altrettanti assist e palle perse. Meglio di lui fa l’altra matricola di Los Angeles, Kyle Kuzma, autore di 19 punti dalla panchina, e soprattutto Kentavious Caldwell-Pope, che chiude a quota 24. Non bastano però ai Lakers per evitare la prima sconfitta dopo due successi in fila, in attesa di un mini-tour di quattro partite davvero proibitive, che li vedrà affrontare Cleveland, Golden State (due volte) e Houston.