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NBA, un anno fa, la morte di Craig Sager: “Non lo dimenticheremo mai”

NBA

Ironico, competente e soprattutto un combattente unico; Craig Sager è rimasto nella memoria di tutta la famiglia NBA e gli Houston Rockets gli hanno dedicato un video tributo. A bordocampo c'era anche Gregg Popovich: "Ogni volta è importante mettere in mostra tutto l’amore e l’affetto che proviamo nei suoi confronti

Un anno dopo è come se non se ne fosse mai andato. Nonostante la sua presenza ingombrante manchi a bordocampo, così come i suoi colori e la sua capacità di scherzare, nessun appassionato NBA ha dimenticato Craig Sager in questo anno. E non l’hanno fatto neanche gli Houston Rockets che durante un timeout nel primo quarto hanno proiettato sugli schermi del Toyota Center un video celebrativo per ricordare il bordocampista più rappresentativo e noto della storia NBA. Un uomo in grado di vivere con una forza senza eguali il dramma della malattia, portando avanti una lotta sotto i riflettori che ha sensibilizzato molti, toccato tanti e commosso tutti. Alla fine, dopo mesi trascorsi stringendo i denti, lo scorso 15 dicembre Sager si è spento ricevendo l’unanime tributo dell’intera famiglia NBA. Il presidente dei Rockets Tilman Fertitta ha donato 25.000 dollari all’associazione benefica che porta il nome del giornalista; gli stessi versati dalla famiglia D’Antoni, molto sensibile all’argomento dopo che il padre dell’allenatore di Houston è venuto a mancare lo scorso ottobre proprio a causa della leucemia. “È una battaglia fatta per combattere qualcosa che spaventa tutti; ogni cosa che è possibile fare, bisogna metterla in pratica. Craig era un amico e nessuno ha dimenticato il senso della sua lotta”. Anche coach Popovich non si è sottratto, protagonista insieme a Sager di decine di siparietti durante le interviste a bordocampo: “Non era soltanto una figura iconica per il mondo della TV e della NBA in generale. La sua personalità, il suo modo di vestire e la sua competenza: tutto questo era una parte microscopica di ciò che è stato. Abbiamo imparato a conoscerlo negli ultimi mesi della sua vita nella sua parte più intima ed è rimasto nel ricordo e nella memoria di molti. Quando hai un amico del genere, la morte non ti porta certo a dimenticarlo. Per questo ogni volta è importante mettere in mostra tutto l’amore e l’affetto che proviamo nei suoi confronti”. Tutta la famiglia di Sager era presente a bordocampo e sua figlia Riley è stata la protagonista del “First Shot”: una persona del pubblico viene invitata in campo durante un timeout per tentare un tiro libero che, se realizzato, porta a una donazione benefica. Ha fatto centro al primo colpo, ha preso da papà.