Canestri, parole, affronti personali, prodezze: c’è tutto nel testa a testa tra la point guard dei Thunder e il lungo dei Sixers: “Ciao Joel, tornatene a casa”
Se si dovessero cercare di isolare due highlights da una partita infinita vinta soltanto dopo tre overtime dai Thunder, si potrebbero selezionare la stoppata di Joel Embiid nel primo tempo supplementare su Westbrook in penetrazione e la successiva schiacciata del numero 0 arrivata dieci minuti dopo (non è ancora chiaro dove abbia trovato le forze). Il testa a testa Embiid-Westbrook infatti è stato prima di tutto tecnico (27-18-15 per la point guard di OKC, 34-8-6 per il lungo dei Sixers), condito poi con qualche parola di troppo pronunciata a fine gara. A far andare su tutte le furie l’ex giocatore di UCLA è stata la provocatoria esultanza del lungo camerunense dopo il sesto fallo commesso da Steven Adams. Il Wells Fargo Center, costantemente in piedi nell’ultimo quarto d’ora di gara, aveva seguito la richiesta del numero 21, urlando di tutto contro il neozelandese, invitato ad andare via. “Certo, gli ho detto di andarsene fuori dai piedi – conferma Westbrook il quale, prima di uscire dal parquet, ha iniziato a salutare provocatoriamente in direzione di Embiid -. Ha detto un sacco di c*** appena Steven è stato allontanato per raggiunto limite di falli, aizzando contro di lui la folla senza avere un motivo valido per farlo. Adesso invece è il suo momento di andarsene a casa”. Parole che il camerunense non ha per nulla digerito. “Lui mi ha urlato mentre usciva di andare a casa, ma questa è la mia casa perciò gli ho risposto di andarsene lui da dove era venuto. Hanno vinto al termine di una sfida incredibile – bisogna riconoscere che hanno fatto una grande partita e tante giocate decisive. Ma scusate, Westbrook ha tirato 10/33 dal campo. Spero un giorno di poter tirare anche io 33 volte in una gara soltanto. Non doveva però dirmi di andarmene a casa. Questa è casa mia e non ho intenzione di andare da nessun’altra parte”. Botta e risposta, proprio come successo per 63 estenuanti minuti sul parquet. Talmente tanto usuranti che il numero 0 preferisce glissare una volta rientrato negli spogliatoi: “Non voglio spendere ulteriori energie per pensare a lui, voglio lasciarmi alle spalle questa polemica il prima possibile”.
Anche LeBron James ha apprezzato la gara comodamente seduto sul divano di casa sua
Il canestro di Roberson e il faccia a faccia anche con Anthony
Anche perché la stanchezza da smaltire è tanta. Tripla doppia, 33 tiri, 18 rimbalzi, 15 assist e un’altra valanga di cose, come l’illuminante passaggio per Andre Roberson sul finire del secondo tempo supplementare. Un cioccolatino da spingere dentro proteggendosi con il ferro. Un’occasione unica sprecata dal numero 21 dei Thunder che i suoi tanti milioni di dollari li guadagna soprattutto nella propria metà campo. La vita però concede una seconda possibilità a tutti e anche il magnanimo Westbrook, a dieci secondi dal temine del terzo overtime, ha deciso di riprovarci. Roberson non l’ha deluso. “Gli ho semplicemente detto: ‘Ogni volta che sei libero, ti passerò quel dannato pallone’. Cercherò sempre l’uomo libero, a prescindere dall’esito del tentativo di pochi istanti prima. È il lavoro per il quale mi pagano”. Embiid invece il pallone lo ha affidato a Redick, fermato dalla stoppata decisiva di Patrick Patterson. L’obiettivo delle sue provocazioni durante il match invece ha sfiorato anche Carmelo Anthony, con cui ha avuto un duro faccia a faccia: “Lui mi ha detto ‘Non azzardarti a farti una cosa del genere con me’ o una frase simile. La mia intenzione era quella di fargli capire che io non avrei fatto un passo indietro con nessuno. Non ricordo neanche quanto tempo sia passato dall’ultima volta che un giocatore ha mollato un cazzotto a un avversario; non sono preoccupato di fronteggiare anche lui. Ho visto tante volte gli altri provare ad alzare il tono dello scontro con me: io vengo dall’Africa però, non mi sfidate”. Nessun rancore però da parte di Anthony a fine gara, che rimette ordine e soprattutto abbassa i toni. "Ragazzi, stiamo parlando di Embiid; ormai tutti lo conoscono. È un talento clamoroso, uno di quelli più difficili da contenere in difesa. Adoro il suo spirito competitivo e la sua voglia di combattere. Contro di me non ha avuto molta fortuna, ma appena ha portato a casa un canestro con fallo ha iniziato a provocare. Mi piace tanto il suo modo di interpretare il gioco, la sua capacità di essersi messo l’intera città sulle spalle”.