I Los Angeles Lakers hanno ritirato le due maglie di Kobe Bryant in una cerimonia commovente ed elegante, in cui Magic Johnson lo ha definito "il più grande di sempre a vestire il gialloviola". La leggenda che ha vestito l'8 e il 24 ha ringraziato tutti, chiudendo il suo discorso con il classico "Mamba Out".
Il momento tanto atteso alla fine è arrivato: i Los Angeles Lakers hanno celebrato la leggenda di Kobe Bryant ritirando le due maglie con cui ha giocato l'intera sua carriera, l'8 e il 24, in una cerimonia tanto emozionante quanto elegante. Il protocollo della NBA per una volta ha fatto uno strappo alla regola permettendo sei minuti "extra" ai 15 normalmente riservati agli intervalli, e tutti i protagonisti che si sono alternati al centro del campo - da Magic Johnson a Jeanie Buss fino ovviamente a Kobe - sono stati ligi al dovere, celebrando al meglio quello che il presidente dei Lakers ha definito come "il più grande di sempre a vestire il gialloviola". La più emozionata di tutti, paradossalmente, è stata la proprietaria Jeanie Buss, che si è assunta l'onere di portare avanti "l'azienda di famiglia" di cui Bryant è stato figura centrale negli ultimi 20 anni. "Entrambi i giocatori che hanno indossato l'8 e il 24 meritano da soli di essere nella Hall of Fame, e per questo abbiamo deciso di ritirare le due maglie" ha detto la figlia del grande Jerry prima di lasciare la parola a Bryant. Il quale, da attore consumato, ha portato avanti senza interruzione il suo discorso di ringraziamento, riservando le parole più belle alla sua famiglia presente in prima fila - la moglie Vanessa e le tre figlie Natalia Diamante, Gianna Maria-Onore e la piccola Bianka Bella. "Spero di avervi insegnato che se inseguite i vostri sogni tutto si può avverare [indicando le maglie appena rivelate in cima allo Staples Center, ndr]. L'importante non è la destinazione, ma il viaggio che si fa per raggiungerla". Bryant - introdotto sul parquet dal suo cortometraggio "Dear Basketball", candidato ai prossimi Oscar - ha poi concluso il suo discorso con il classico "Mamba Out", passando a salutare tutte le persone accorse allo Staples Center per celebrarlo: dal GM dei Lakers (e suo ex agente) Rob Pelinka a leggende come Bill Russell, Kareem Abdul-Jabbar, Jerry West, Allen Iverson (che sfoggiava una maglia raffigurante Kobe con in mano il trofeo NBA del 2001, quello conquistato battendo proprio i Sixers di "AI" in Finale), Shaquille O'Neal, James Worthy, A.C. Green fino a ex compagni come Lamar Odom, Derek Fisher, Rick Fox, Matt Barnes, Caron Butler, Slava Medvedenko, Mark Madsen e perfino Ruben "Kobe Stopper" Patterson, per non parlare di personaggi del mondo dello spettacolo come Jack Nicholson, Kendrick Lamar, Ice Cube e tanti altri. Gente che per 20 anni ha potuto ammirare da vicino la leggenda del più grande giocatore di sempre ad avere indossato la maglia dei Los Angeles Lakers. Anzi, le maglie, che rimarranno appese per sempre sul soffitto della casa dei gialloviola.
“Grazie mille per questa sera. La cosa importante non sono le mie maglie che vengono ritirate stasera, ma le maglie che erano già state appese prima. Senza di loro oggi non potrei essere qui: mi hanno ispirato a giocare ad alto livello. Magic, Cap [Kareem, ndr], Shaq che mi ha spinto ogni giorno, Baylor, Chamberlain, Goodrich, West, Worthy e così via. La seconda cosa più importante è questa organizzazione, a partire da Jerry Buss che ha creduto in un ragazzino tutto pelle e ossa da Lower Marion High School, Philadelphia. Ma è importante anche la prossima generazione di Lakers, questo roster che abbiamo qui oggi, che dovrà incarnare lo spirito dei giocatori che hanno indossato quelle maglie appese lassù, portando avanti questa franchigia così che i prossimi 20 anni siano meglio di quelli appena passati. E soprattutto la cosa importante sono i tifosi, perché non credo che sappiate che voi siete sempre stati con me. Voi c’eravate alle 5 e mezza del mattino, quando correvo sul tapis roulant e non sapevo se sarei riuscito a farcela, ma poi pensavo alle aspettative che voi avevate per me e per la mia squadra, e quello mi spingeva a finire le mie ripetute al mattino presto. Perciò grazie.
Infine c’è la famiglia, mia moglie Vanessa. Voi non lo sapete, ma prima dell’ultima partita contro gli Utah Jazz [quella dei 60 punti, ndr] ero davvero stanco e le ho detto ‘Non so se posso farcela, le mie gambe non rispondono più’. Al che lei mi ha detto che aveva un regalo per me, facendomi vedere tutta la sequenza di magliette ritirate dai Lakers — da Baylor a Magic, da Shaq a Cap — e tutti i messaggi privati che mi erano stati mandati dai grandi del gioco come Michael Jordan, Bill Russell e Larry Bird. Non appena li ho visti, sapevo che dovevo rimettermi in moto. Perciò grazie per essere stata un’ispirazione per me. Per ultime lascio le mie figlie, Natalia, Gianna e Bianka: spero che questa serata vi insegni che se lavorate duro, i vostri sogni diventeranno realtà. Lo sappiamo tutti, ma spero che stasera capiate che tutte le volte in cui vi svegliate presto o rimanete in piedi fino a tardi per lavorare duro, tutte le volte in cui non ve la sentite proprio perché siete troppo stanchi ma lo fate lo stesso, quelle in realtà sono il sogno. Non è la destinazione che conta, ma il viaggio. Se riuscite a capire questa cosa, vedrete che non solo raggiungerete i vostri sogni, ma arriverete a qualcosa di più grande ancora. Quando lo capirete, allora avrò fatto il mio lavoro da padre. Grazie a tutti, vi voglio bene: Mamba out”.
“Stasera siamo qui per celebrare il più grande di sempre ad aver vestito il gialloviola. Per 20 anni ci ha fatto emozionare e ci ha resi increduli di fronte a quello che avevamo appena visto. Ma soprattutto ci ha dato cinque titoli NBA: tre con il numero 8 e due con il numero 24. Siamo fortunati ad aver avuto questo uomo a vestire il gialloviola per 20 anni, e non ha mai avuto nient’altro in testa che non fosse l’eccellenza, con una grandissima motivazione e voglia di vincere, tanto che stasera possiamo ritirare non una ma ben due magliette. Spero che abbiate registrato ogni sua partita e spero che lo abbiate fatto anche stasera, perché non ci sarà mai più un altro Kobe Bryant.
Chi non si ricorda quando ha segnato 81 punti? E quando mai succederà che un altro atleta possa superare la sua ultima prestazione da 60 punti? Perciò, prima di dare la parola a Jeanie Buss, ci sono due cose che voglio lasciarvi. Quando Jerry West mi chiamò il giorno in cui ti ha visto la prima volta in un provino mi disse: ‘Earvin, ho appena visto il più grande allenamento di tutta la mia vita’. Jerry, avevi ragione: quest’uomo è davvero diventato il più grande che abbiamo mai visto. La seconda cosa è questa: abbiamo bisogno di te in questo momento. Guardando sugli spalti vedo gente di tutte le razze che si sono unite per tifarti per vent’anni, e questo paese ha bisogno di unirsi come tu sei riuscito a unire una città di come Los Angeles per venti anni. Perciò, grazie”.
“Kobe, sapevamo che questo giorno sarebbe arrivato, perciò eccoci qui. Ti conosco abbastanza per sapere che il ritiro delle tue magliette non era la cosa che ti motivava: questa è una nostra tradizione, ma quello che celebriamo stasera è il viaggio che hai compiuto negli ultimi 20 anni. Ritiriamo entrambe le tue magliette perché separando i due giocatori che hanno indossato l’8 e il 24, con tutti i loro riconoscimenti e trofei finirebbero entrambi nella Hall of Fame. Ho l’onore di rappresentare tutti i tifosi dei Lakers e in maniera soverchiante mi hanno chiesto di esprimerti la loro gratitudine e apprezzamento per tutto quello che hai fatto. Citandone solo alcuni:
‘Grazie Kobe per la tua incredibile etica del lavoro, senza mai mollare e in qualche modo riuscendo a imporre la tua volontà su una partita, cambiandone da solo il risultato finale’.
‘Grazie Kobe: ci hai insegnato cosa succede quando superi la paura attraverso il lavoro grazie a una instancabile Mamba Mentality, facendoci capire che il fallimento è un concetto che non esiste’.
‘Grazie Kobe, non solo per aver reso migliori i tuoi compagni di squadra, ma per aver costretto i tuoi avversari ad alzare il proprio livello’.
‘Grazie Kobe per aver ispirato una generazione di persone a innamorarsi del gioco’.
‘Grazie Kobe per aver giocato sopportando un dolore enorme e mettendoti la squadra sulle spalle per portarci oltre la linea del traguardo’.
E infine io ti ringrazio per essere sempre rimasto fedele ai colori gialloviola ed essere rimasto un Laker per tutta la vita anche quando sarebbe stato più facile andarsene. Ti abbiamo chiesto il tuo impegno e tu ci hai dato il tuo cuore, che è molto di più. Ci hai mostrato come vincere attraverso la pura forza di volontà, il duro lavoro e la perseveranza. Hai lasciato per sempre il tuo marchio su questa franchigia. La tua eredità va ben oltre la pallacanestro: nessuno vestirà mai più il numero 8 e il numero 24 per i Lakers perché da oggi sono ritirati”.