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NBA: Atlanta sorride contro Miami, Clippers battuti a San Antonio

NBA

Tre punti e soli sette minuti sul parquet per Marco Belinelli nel successo degli Hawks contro Miami, soltanto il settimo in stagione. I Clippers senza Danilo Gallinari perdono anche a San Antonio e scivolano sempre più lontano dalla zona playoff

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San Antonio Spurs-L.A. Clippers 109-91

IL TABELLINO

“Basterebbe prendere esempio dagli Spurs”, avrà pensato per la millesima volta nella sua carriera coach Rivers uscendo sconfitto dal parquet di San Antonio. I texani infatti hanno vita facile nel domare il rimaneggiato roster dei Clippers, che quantomeno ritrovano Milos Teodosic (8 punti e 5 assist) e Austin Rivers (12 con 4/15 al tiro) in quintetto, senza però riuscire a dare continuità alle prestazioni e ai risultati. Mai appellarsi alle troppe assenze contro gli Spurs, che mai come in questo inizio regular season hanno dimostrato di saper fare di necessità virtù: “Abbiamo attraversato i loro stessi problemi e in parte siamo ancora in quella fase – racconta Tony Parker, uno dei tanti infortuni tra i nero-argento -. Tutti hanno avuto problemi fisici, chi per poco o chi ancora non è riuscito a rientrare. È una situazione complessa, ma dalla quale si può essere lo stesso molto pericolosi”. A fine partita sono 19 punti e 8 rimbalzi per Aldridge e soli sette in 16 minuti per Leonard, la cui presenza in campo è ancora contingentata. “Per fortuna non si è fatto male di nuovo, quindi direi che è a posto”, ironizza coach Popovich a fine gara. “Non è facile da spiegare perché stia giocando soltanto 15 minuti – aggiunge Manu Ginobili -; è un lento lavoro di reinserimento e recupero”. Sono stati 23 invece i minuti di Parker. “Sto molto meglio e sono felicissimo per questo; sono ancora soggetto a restrizioni mediche, per quello preferisco non giocarne di più”. In casa Clippers il migliore è DeAndre Jordan con 13 punti e 14 rimbalzi, limitato anche lui come dimostrato dal -20 di plus/minus. Per i losangelini è la terza sconfitta consecutiva; quella che li fa scivolare ancora più lontano dall’ottavo posto a Ovest. I playoff a questo punto diventano davvero complicati da conquistare.

Atlanta Hawks-Miami Heat 110-104

IL TABELLINO

A furia di incoraggiarlo, coach Budenholzer ha raggiunto il suo scopo: raccogliere quanto più possibile in attacco da quella che ormai ha conquistato il non invidiabile primato di essere la peggiore squadra NBA: “Volevamo che Prince tirasse il più possibile – racconta l’allenatore degli Hawks -, in tutti i modi in cui riesce a costruirsi una conclusione. Una partita del genere non può che incoraggiarlo”. Alla sirena finale sono 24 punti per il numero 12, a cui si aggiungono i 23 di Dennis Schröder che guidano al successo Atlanta contro i rimaneggiati Miami Heat orfani di Goran Dragic, Hassan Whiteside, Justise Winslow e James Johnson. A prendere possesso della gestione delle operazioni in casa Heat dunque ci pensano Dion Waiter (e come ti sbagli…) e Josh Richardson, il miglior realizzatore del match con i suoi 26 punti con 10/19 al tiro. “Siamo ancora dei giocatori di basket e una squadra con il suo orgoglio”, sottolinea Prince dopo quello che è soltanto il settimo successo stagionale degli Hawks, conquistato a fronte delle 23 sconfitte. Partita opaca per Marco Belinelli: per lui tre punti (come al solito dall’arco) in una gara in cui Budelholzer gli concede soltanto sette minuti in campo. “Dobbiamo migliore nell’esecuzione dei fondamentali, partire dalle basi. Altrimenti è impossibile essere competitivi anche contro squadre in difficoltà”. Spoelstra però avrà certamente notato che i suoi ragazzi nelle 12 partite stagionali in cui sono stati sotto all’inizio del quarto periodo, hanno poi sempre incassato una sconfitta. Incapaci di dare una scossa, di ribaltare una situazione sfavorevole di punteggio. Dove non si arriva con la tecnica, ogni tanto ci si dovrebbe arrangiare con il carattere. Ma la mediocrità della stagione degli Heat al momento non prevede particolari scossoni.