Tutti i modi per votare i propri campioni preferiti e dar loro una chance di essere a Los Angeles nel weekend tra il 16 e il 18 febbraio prossimo. Il primo All-Star Game con i capitani: “Credo che Kevin Durant sceglierebbe Russell Westbrook”, dice Carmelo Anthony
L’appuntamento è per il weekend (lungo) che inizia venerdì 16 e termina domenica 18 febbraio: in quei tre giorni Los Angeles diventa l’epicentro del mondo NBA ospitando nuovamente (per la prima volta dal 2011) l’All-Star Weekend. Un appuntamento che quest’anno genera ancora più curiosità e attesa del solito per via delle modifiche al regolamento con cui vengono composte le selezioni Est e Ovest. Si parte però, come al solito, dal voto popolare, già aperto ai tifosi di tutto il mondo dal 21 dicembre. Come esprimere le proprie preferenze? Mille le opzioni: la più classica, su nba.com/vote, con la possibilità di votare una volta al giorno (o anche due, ma solo in giorni selezionati: il 31 dicembre, e poi li 4, l’11, il 12 e il 15 gennaio); attraverso la app NBA; su Facebook e Twitter, indicando nome e cognome del giocatore seguito dall’hashtag #NBAVOTE; attraverso Google Search e Amazon Alexa. Una volta incoronati, in base alle preferenze raccolte, i 5 titolari dell’Est e i 5 dell’Ovest, i due giocatori – uno per conference – che hanno raccolto più voti assumono il ruolo di capitani e procedono a selezionare, uno per parte, i propri compagni di squadra, che non devono necessariamente appartenere però alla stessa loro conference. Va a cadere così uno dei cardini sacri di tutte le precedenti versioni dell’All-Star Game, ovvero lo scontro tra giocatori della Eastern Conference contro giocatori della Western Conference. I tifosi hanno tempo fino al 15 gennaio per votare i titolari (ma la NBA diramerà i risultati parziali del voto popolare una prima volta il 4 gennaio e una seconda il 15) e le preferenze espresse dai fan finiranno complessivamente per contare per il 50% (il restante 50% è diviso equamente tra le opinioni di un panel di giornalisti selezionati e il voto dei giocatori stessi). I due quintetti base e anche i due capitani verranno annunciati pubblicamente il 18 gennaio (ma è già praticamente certo che la notizia troverà il modo di “uscire” in maniera ufficiosamente nei tre giorni tra 15 e 18) mentre per conoscere i nomi di tutte le riserve – scelte dagli allenatori – bisognerà aspettare il 23 gennaio.
Chi sceglie chi?
Come detto, però, la grande attesa è per la novità introdotta dalla figura dei capitani, che finiranno per stabilire la composizione delle due squadre. Se, come successo l’anno scorso, i giocatori più votati dovessero finire per essere LeBron James a Est e Steph Curry a Ovest, in tanti già si chiedono se “King” James cercherà finalmente di coronare il suo sogno di giocare con i suoi migliori amici (quelli del famoso “banana boat”, ovvero, se possibile, Chris Paul, Carmelo Anthony e Dwyane Wade, se dovessero essere tra i convocati e/o lontani da infortuni vari), piuttosto di capire se Curry vorrà ritrovare accanto a sé i suoi compagni degli Warriors – a partire da Kevin Durant – e se quindi poi accettasse di scegliergli come compagno il rivale/ex amico Russell Westbrook. Speculazioni che stanno già facendo salivare i tifosi, che chiedono da più parti che il processo di scelta da parte dei capitani sia ospitato all’interno di uno show televisivo visibile a tutti. Ci sono però, all’interno della lega, anche posizioni contrarie: “Penso sia meglio rimanga a porte chiuse – l’opinione ad esempio di Carmelo Anthony – non credo sia necessario che tutti sappiano tutto. Da un altro lato, poi, ci potranno essere dei giocatori infuriati nei confronti dei due capitani, a seconda delle loro scelte. L’amicizia tra alcuni giocatori potrebbe giocare un ruolo, anche. Ma alla fine sarà divertente”, conclude ‘Melo. Anche se per caso uno dei due capitani dovesse essere Kevin Durant, alle prese con la possibile scelta di Russell Westbrook, ad esempio? “Non voglio parlare per lui, ma secondo me KD uno come Russ[ell] lo sceglierebbe. Non sarebbe una decisione personale, prevarrebbe una valutazione del talento”. Non tutti sono sicuri, ma per saperlo non basta che attendere voti e scelte. L’All-Star Game cerca in tutti i modi di generare attenzione: sembra esserci riuscito.