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NBA: i risultati della notte: OKC-Bucks, finale pieno di polemiche. Tripla doppia per Dennis Smith Jr.

NBA

I Bucks vincono contro i Thunder, decisiva la schiacciata di Giannis Antetokounmpo arrivata a 1.3 secondi dalla fine; giocata viziata però da un piede poggiato sulla linea di fondo non rilevato dagli arbitri. Il rookie dei Mavericks (21-10-10) guida al successo Dallas contro New Orleans. Chicago batte anche Indiana, successi per Brooklyn e Phoenix

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Oklahoma City Thunder-Milwaukee Bucks 95-97

IL TABELLINO

Alla galleria degli orrori collezionati dagli arbitri NBA nell’ultima settimana si aggiunge un altro madornale errore nel finale di gara tra OKC e Milwaukee, decisa a 1.3 secondi dal termine dalla schiacciata di Giannis Antetokounmpo. Una giocata viziata dal fatto che il piede del numero 34 greco finisca sulla linea di fondo durante il terzo tempo che lo porta al ferro. Una svista che ha fatto andare su tutte le furie i Thunder, abili a risalire dal -5 in meno di 15 secondi grazie a un parziale firmato tutto Russell Westbrook (con tanto di tripla senza ritmo da distanza siderale che sarebbe stato l’highlights della partita): per il numero 0 sono 40 punti alla sirena, conditi con 14 rimbalzi e 9 assist. “Non c’è stato alcun fischio dopo il canestro di Antetokounmpo; dunque, a prescindere da quanto si evince dalle immagini del replay, senza che il gioco si fermasse per gli arbitri era impossibile andare a rivedere quanto accaduto”; questo il commento di Derek Stafford a fine gara, in risposta a coach Donovan e a tutta la panchina dei Thunder che ripetutamente gli aveva chiesto di utilizzare l’instant replay. Quello di Antetokounmpo è già la terza schiacciata che ha deciso una partita arrivata negli ultimi cinque secondi di match, dopo quelle di Terry Rozier contro Indiana e quella di Tyson Chandler contro Memphis sulla sirena (la scorsa regular season non è mai successo). I Thunder hanno comunque molto altro su cui recriminare, affossati da pessima partenza che li ha portati sul -20 dopo un quarto d’ora di gioco. La lunga e faticosa risalita, nonostante l’assenza di Paul George e un Carmelo Anthony da 12 punti, avrebbe meritato maggior fortuna. Invece è coincisa soltanto con la fine della striscia di sei successi consecutivi.  

New Orleans Pelicans- Dallas Mavericks 120-128

IL TABELLINO

Quest’anno è andata decisamente bene al Draft, con tanti nuovi talenti pronti a prendersi la lega il prima possibile, in grado di incidere sin dal primo giorno. Nella lista di quelli da tenere sott’occhio c’è certamente Dennis Smith Jr., il protagonista del successo in trasferta dei Mavericks a New Orleans. Il rookie di Dallas nella notte ha messo a referto la sua prima tripla doppia in carriera: 21 punti, 10 rimbalzi e 10 assist, molti dei quali utili ad armare la mano dei tiratori sull’arco in una serata da ricordare per i texani. I Mavericks infatti chiudono con 22 triple realizzate, nuovo record di franchigia ottenuto al termine di una gara guidata dall’inizio alla fine e grazie a un primo tempo da 77 punti segnati (massimo stagionale). Ai Pelicans invece non bastano i soliti 33 punti di Anthony Davis, i 32 con 20 rimbalzi e 8 assist di DeMarcus Cousins (terza partita in stagione con 30+20, soltanto Kanter è riuscito a metterne a referto una oltre a lui) e i 39 raccolti dal duo Holiday-Moore. A pesare in favore di Dallas è stata soprattutto la capacità della panchina di incidere a gara in corso: 60-10 i punti raccolti dalla panchina in favore dei Mavs; un’enorme differenza che ha permesso ai texani di vincere la terza gara in fila, condannando i Pelicans a scivolare all’ottavo posto a Ovest.

Chicago Bulls-Indiana Pacers 119-107

IL TABELLINO

Contro i Pacers era arrivata l’ultima sconfitta dell’era pre-Mirotic dei Bulls e questa notte, sempre in un incrocio con Indiana, è giunta la definitiva conferma anche per i più scettici: Chicago è una squadra rinnovata, per davvero. “Stiamo semplicemente continuando a credere uno nell’altro e a giocare di squadra”, racconta a fine partita un sorridente Lauri Markkanen da 32 punti con 11/17 al tiro, il suo massimo in carriera. Il rookie finlandese sembrava destinato a essere il sacrificato dopo il ritorno in pompa magna di Mirotic, ma coach Hoiberg è riuscito sapientemente a ritagliare per il lungo spagnolo lo spazio ideale in uscita dalla panchina: 28 punti e un mortifero 8/16 dall’arco in una serata da 46% di squadra dalla lunga distanza. “Sembra passata una vita dall’ultima volta che c’eravamo incrociati, da quel giorno a Indianapolis in cui incassammo l’ennesima sconfitta pesante. Abbiamo iniziato un nuovo cammino da quel giorno. I miei ragazzi hanno ritrovato fiducia in loro stessi e nei compagni”. Dall’altra parte invece coach McMillan non ha potuto riabbracciare in campo Victor Oladipo, ancora alle prese con un problema al ginocchio destro. In campo al suo posto in quintetto Lance Stephenson, mentre a farne le veci ci ha pensato un Darren Collison da 30 punti con 12/16 al tiro, incapace però di riportare a contatto i suoi dopo il -10 incassato nel primo quarto. “L’importante è continuare a essere concreti, sapere cosa serve per continuare a vincere”. La parola di Mirotic oggi a Chicago è un po’ come il Vangelo, tocca fidarsi.

Miami Heat-Brooklyn Nets 87-111

IL TABELLINO

“Avviso di servizio: tutti quelli che abbiano un’idea e siano in grado di descrivere la stagione dei Miami Heat sono pregati di chiamare il centralino di Sky Sport al numero o2…”. Beato chi li capisce, verrebbe da dire in questa martoriata prima parte di regular season in cui sono arrivate vittorie importanti con il roster decimato e crolli senza senso come quello odierno, nonostante almeno una parte dei titolari fosse sul parquet. I Brooklyn Nets hanno umiliato a domicilio gli Heat, volando sul +38 (a inizio quarto periodo) prima di portare a casa un successo mai in discussione: alla sirena finale sono otto giocatori in doppia cifra, guidati dal massimo in carriera da 21 punti in uscita dalla panchina di Joe Harris. I Nets tirano bene dal campo, trovano più alternative a gara in corso, vincono la lotta a rimbalzo (54-43) e doppiano gli avversari per numero di assist (25 vs. 12). Una scoppola che avvicina pericolosamente gli Heat al nono posto, ai margini della zona playoff a Est. Per restare in corsa a Miami dovranno cambiare decisamente rotta.

Sacramento Kings-Phoenix Suns 101-111

IL TABELLINO

Sembrava un po’ inceppato, ma i tiratori puri sono così. E dopo aver messo 13 punti nei primi 43 minuti di gioco, ne sono bastati cinque a Devin Booker per raddoppiare il suo bottino personale e per guidare al successo i Phoenix Suns in trasferta a Sacramento. Rientrato nella scorsa sfida contro Memphis dopo aver saltato nove gare, “Mister 70 punti” è inevitabilmente apparso ancora un po’ acciaccato (9/25 al tiro), ma è riuscito a essere lo stesso decisivo nel 17-4 di parziale che ha chiuso la partita e regalato ai Suns il 14° successo stagionale e ricacciato indietro i Kings. Tra le fila dei padroni di casa sono ben sei i giocatori ad aver messo a referto tra i 14 (Zach Randolph, come sempre il migliore) e i 12 punti; Frank Mason III infatti è l’unico tra quelli scesi in campo in maglia Kings a non chiudere in doppia cifra. Serata particolare per Marquese Chriss, originario di Sacramento e scelto dalla squadra californiana alla numero otto al Draft 2016, prima di essere subito ceduto ai Suns: per lui 14 punti, 8 rimbalzi e 5/6 al tiro. Avesse tentato più conclusioni, il rimpianto dei padroni di casa sarebbe diventato ancora maggiore.