Durante il primo incontro con la stampa a Londra dei Philadelphia 76ers abbiamo raccolto le parole di alcuni dei protagonisti che scenderanno sul parquet giovedì sera dalle ore 21 in streaming in diretta eccezionalmente aperta a tutti
LONDRA – L’NBA Global Games di Londra tra Boston Celtics e Philadelphia 76ers, in diretta streaming eccezionalmente aperta a tutti sul sito di skysport.it, è soprattutto l’occasione per venire a contatto al di qua dell’oceano con due delle più intriganti squadre di questa stagione NBA. I Sixers, dopo quattro anni di difficoltà programmata, sono finalmente riusciti a invertire la tendenza iniziando a raccogliere i frutti della loro semina. “Sento di poter fare tutto”, tuona Joel Embiid, stimolato su cosa possa fare per implementare il suo gioco: “Mettere la palla a terra, tirare, gestire i momenti: sento di avere tutte questa armi, devo solo trovare il modo di farle venire fuori”. La condizione fisica non sembra preoccuparlo (“Il mio corpo sta bene”, risponde svogliato all’unica domanda con cui non ha voglia di perdere tempo), così come i Celtics che devono trovare il modo di tenere botta contro un gigante come lui: “Hanno Baynes – risponde pronto – e anche Al Horford. Squadre di questo genere sono sempre pronte a usare i raddoppi su di me e dobbiamo riuscire a sfruttarli”. Poco più in là c’è Robert Covington pronto all’incontro con i media, uno di quelli a cui il processo è veramente servito a crescere e incassare un bel po’ di verdoni (più di 61 milioni per i prossimi cinque anni, 16 questa stagione e poi a scalare nelle successive) e che non ha dubbi a rispondere alla domanda sul fatto di aver scommesso su questa squadra e sulle possibilità di vincere un titolo nei prossimi anni: “Assolutamente”, ripete convinto più volte. Le sue cifre poi danno conferma del fatto che su di lui si può contare (mai così bene in carriera per punti segnati, percentuale dal campo e da tre punti), anche se a detta sua (quasi) tutto è come prima: “Non è cambiato nulla dalla scorsa stagione, sono sempre lo stesso giocatore. Uno a cui viene chiesto di difendere forte, un 3&D che garantisce le giuste spaziature in attacco. A fare la differenza è il talento attorno a me che è aumentato in maniera esponenziale, ma il mio ruolo in questa squadra è sempre lo stesso. Continuo ad avere la stessa visione delle cose. Ci sono più veterani adesso in squadra e questo non solo aiuta me, ma anche tutto il resto del roster”.
Sam Hinkie e la fortuna di avere in squadra Ben Simmons
Qualcosa dunque è finalmente cambiato, il sogno di Sam Hinkie può prendere forma. L’ex GM di Philadelphia aveva ragione? “Sì, lui aveva una visione e adesso il suo modo di vedere le cose sta iniziando a funzionare”. Facendo la stessa domanda a Dario Saric invece, la risposta non può che cambiare visto che lui è stato scelto dall’ex GM dei Sixers, ma per due anni ha preferito proseguire la sua esperienza in Europa: “Per me è complesso rispondere per via della mia scelta. Ci sono stati tanti fattori particolari: Joel [Embiid] era infortunato, non solo lui, e le cose non sono andate per il meglio anche per i tanti giocatori assenti per quello”. Adesso però la squadra può finalmente scendere in campo al completo (Markelle Fultz si allenava regolarmente con i compagni, rigorosamente con il cappuccio calato sul capo) e godersi dei gioielli come Ben Simmons: “Sì, il suo è un modo unico di giocare. Prova sempre a spingere il contropiede, è sempre duro giocare con lui. In senso positivo intendo, perché alle volte ti giri un attimo e vedi che lui è già in attacco a differenza tua. Per me è molto più facile così avere dei tiri aperti, con spazio. La sua capacità di visione e di gestione dell’attacco è fantastica, è già nel top della lega. Nonostante sia un rookie, sta viaggiando a cifre incredibili. L’importante è che resti in salute, quella resta la cosa più importante”.