Cresce la tensione (in campo e fuori) tra le due parti, con Carmelo Anthony e coach Billy Donovan che sottolineano quanto sia cambiato il rapporto in campo negli ultimi anni: “Manca il dialogo, la risposta a ogni tipo di domanda è sempre un fallo tecnico”
Arbitri contro giocatori, giocatori contro arbitri. Dovessimo trovare un filo conduttore di questa prima metà di stagione, difficilmente se ne riuscirebbe a trovare uno migliore del continuo scontro tra chi la partita la gioca e chi la dirige. Raramente la tensione era stata così alta e quanto successo nella sfida tra Thunder e Kings non fa altro che andare in questa direzione: nel rapporto tra le due parti evidentemente c’è qualcosa che non va. L’ultima polemica nasce dall’espulsione a meno di tre minuti dalla sirena finale comminata a Russell Westbrook. Il numero 0 viene scaraventato a terra durante una penetrazione al ferro dal doppio colpo di Fox da dietro e di Cauley-Stein che si oppone con il suo corpaccione. Westbrook finisce a terra e porta con sé il pallone, reclamando un fallo, ma gli arbitri sono di un altro avviso: passi e decima palla persa per la point guard di OKC. L’MVP della passata stagione inizia a quel punto a lamentarsi, beccando due falli tecnici nel giro di pochi istanti e vedendo così finire la sua partita con qualche minuto d’anticipo. “Con loro ho finito, non aggiungo altro. Non è una questione di mancanza di rispetto, ma con gli arbitri ho chiuso”, commenta molto piccato Carmelo Anthony, il migliore realizzatore dei Thunder con i suoi 20 punti a referto. “Questa lega è profondamente cambiata negli ultimi 15 anni, da quando io ho iniziato a giocare in NBA. Prima c’era molto più dialogo tra arbitri e giocatori, nel bene e nel male, e si arrivava sempre a un punto in cui loro ti facevano sbollire la rabbia, per poi dirti che era abbastanza e che bisognava andare avanti. Adesso invece il grilletto scatta con enorme celerità: fai qualcosa di sbagliato e ti becchi un tecnico; dici una parola fuori posto, non fai in tempo a finire di pronunciarla che già ti hanno sanzionato. Credo che sia questa la maggiore differenza rispetto a quando sono entrato nella lega, la mancata tolleranza da parte degli arbitri: il dialogo, la comunicazione e i rapporti che c’erano prima sono profondamente mutati”.
Donovan: “C’è un enorme problema di dialogo tra le parti”
Dopo l’espulsione di Westbrook di fallo tecnico ne è arrivato anche un altro, fischiato contro coach Donovan che andava a caccia di attenzioni, non di certo di una sanzione che ha permesso a Buddy Hield a quel punto di tirare ben tre liberi e riportare i suoi a -8. “Non credo proprio che avrei dovuto avere maggiore cautela, anche perché gli arbitri hanno commesso un errore enorme in quella situazione. Stavo cercando in tutti i modi di portare la loro attenzione sul contatto e su quanto fosse successo sul parquet, ma l’unica cosa che ho ricevuto il risposta è stato il gesto del fallo tecnico. So bene quando merito un provvedimento disciplinare, quando le mie parole vanno sanzionate e questo non era il caso. Non so cosa sia accaduto con Westbrook, cosa si siano detti di preciso, ma nel mio caso l’errore è stato grossolano e il muro contro muro non ha agevolato la gestione della situazione”. Adam Silver ha già fatto sapere che durante l’All-Star Game del prossimo febbraio a Los Angeles è previsto un importante confronto tra le due parte, con l’intenzione di rasserenare gli animi e mettere in chiaro nuove procedure e regole comportamentali da seguire. “Stavo sbraitando per provare a richiamare la loro attenzione, avrebbe tranquillamente potuto girarsi e dirmi ‘Billy, aspetta un secondo e poi vengo a parlare con te’, invece di non ascoltare e darmi direttamente un tecnico. Faccio questo mestiere da tanto tempo e conosco bene quali sono le proteste che meritano un provvedimento disciplinare e quali invece vanno gestite in un altro modo. È stato soltanto l’ennesimo errore di una lista sempre più lunga”.