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NBA, i Rockets provano a entrare nello spogliatoio dei Clippers dopo la gara

NBA
Trevor Ariza, espulso a fine gara e uno dei quattro a tentare l'irruzione (foto Getty)

Quattro infuriati giocatori dei Rockets, tra cui James Harden e l'ex Chris Paul, hanno provato a fare irruzione nello spogliatoio dei Clippers con l'obiettivo di confrontarsi con Austin Rivers e Blake Griffin, espulso insieme ad Ariza alla fine di una gara tesissima tra le due squadre

Una cosa è certa: tra gli Houston Rockets e gli L.A. Clippers non corre buon sangue. Lo si era visto già nel primo incontro stagionale (vinto a sorpresa dai losangeleni) e ancora di più stanotte, quando a risultato già acquisito a favore della squadra di Doc Rivers gli animi tra le due squadre si sono scaldati tantissimo, portando all'espulsione di Blake Griffin e Trevor Ariza e all'intervento degli arbitri per sedare gli accenni di rissa. La vera notizia, riportata da più giornalisti presenti allo Staples Center e confermata dai protagonisti, è che diversi giocatori dei Rockets - tra cui James Harden, Chris Paul, Gerald Green e Ariza - hanno aspettato gli avversari fuori dagli spogliatoi per discutere con loro dell'atteggiamento avuto nei confronti dell'ex compagno CP3. Poi, una volta capito che non ci sarebbero riusciti con le buone, hanno provato a fare irruzione nello spogliatoio dei Clippers passando attraverso un tunnel laterale che collega gli spogliatoi, utilizzato normalmente per fare quattro chiacchiere tra rivali prima e dopo la partita. I quattro sono stati però fermati dalla sicurezza prima di riuscire a entrare per "confrontarsi" con i loro obiettivi primari, ovverosia Austin Rivers (che pur essendo fuori causa per infortunio deve essersi fatto sentire dalla panchina) e Blake Griffin, che durante la partita si è preso a male parole anche con Mike D'Antoni, con il quale c'era stato un contatto durante un contropiede. "Ho solo risposto a quello che mi ha detto lui" ha provato a dire Blake Griffin sull'allenatore dei Rockets, mentre su Ariza ha provato a scherzare dicendo che "Mi stava chiedendo se sarei andato alla sua festa di compleanno: gli ho risposto che ci avrei provato...". Sull'incidente post-gara ha aggiunto che "Noi eravamo dove dovevamo essere dopo la partita... chiedete a loro dov'erano", un'interpretazione dei fatti riproposta anche da Doc Rivers in conferenza stampa: "Mettiamola così: la nostra squadra era nel nostro spogliatoio. E mi fermo qui, lascio fare a voi il resto delle indagini. Direi solo che la loro intera squadra non era nel loro spogliatoio".

Clint "il diversivo" Capela e le parole dei Rockets

Con il passare del tempo si aggiungono ulteriori particolari e dichiarazioni su quanto successo. Adrian Wojnarowski di ESPN ha riportato che mentre i quattro "malandrini" cercavano di passare per il corridoio laterale, il centro Clint Capela - usato come diversivo dai suoi compagni - è andato a bussare alla porta d'entrata dello spogliatoio dei Clippers e chi ha aperto l'ha richiusa immediatamente non appena lo ha visto ergersi in tutti i suoi 208 centimetri. Il tutto mentre dall'altra parte i quattro in cerca di spiegazioni sono stati fermati appena in tempo. Una volta entrati i giornalisti nello spogliatoio dei Rockets, i protagonisti hanno commentato solo a spizzichi e bocconi quanto successo. "Non ne voglio parlare" ha detto Gerald Green decisamente alterato, rispondendo alla domanda se fosse riuscito a entrare nello spogliatoio dicendo: "Mi interessa solo della mia squadra e di far andare avanti questo treno". Eric Gordon, invece, ha parlato di quanto successo sul parquet con Griffin, che nel finale di gara - nel tentativo di guadagnare una rimessa in equilibrio precario - gli ha tirato il pallone sulla schiena con una violenza non strettamente necessaria per completare la giocata, episodio non preso bene da Mike D'Antoni. "Hanno detto cose assurde per tutta la partita e non ci è piaciuta com'è finita. Blake Griffin diceva cose pazze. Tutti loro facevano i grossi. Sono cose che succedono, ma ce ne ricorderemo nelle prossime due partite". A far particolarmente arrabbiare i Rockets è stato il comportamento di Griffin nei confronti di coach D'Antoni, che a un certo punto ha preso dentro con una gomitata l'allenatore di Houston: "Cosa è successo tra me e Blake? Intendete dopo che mi ha colpito? In effetti non mi ha fatto piacere" ha dichiarato sarcasticamente l'allenatore dell'anno in carica, il quale ha però aggiunto che "non mi voglio far invischiare, non è una cosa importante. Non abbiamo giocato bene stasera". Chris Paul - che ha ricevuto fischi e applausi in parti uguali dai suoi ex tifosi, oltre che un video celebrativo a fine primo quarto - è sembrato il più calmo di tutti nel post-partita, forse ricordandosi di essere pur sempre il presidente dell'associazione giocatori. Ma anche sviando le domande su quanto successo nel tentativo di "confrontarsi" con il figlio del suo ex allenatore, ha trovato il tempo di lanciare una sottile frecciata nei confronti di Griffin: "Lou Williams è il loro go-to guy, quello attraverso il quale dovrebbero far passare tutto l'attacco". Appuntamento alla prossima: le due squadre si incontreranno di nuovo il 1 marzo e il 16. E chissà che non ci regalino una serie di playoff che si preannuncia caldissima: se la stagione finisse oggi, Rockets-Clippers sarebbe proprio l'accoppiamento del primo turno.