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NBA, da un Garden all'altro: Anthony Davis schianta Boston al supplementare

NBA

La stella dei New Orleans Pelicans ha trascinato i suoi al successo chiudendo con 45 punti e 16 rimbalzi, accompagnato dai 19+15 di DeMarcus Cousins e i 23 di Jrue Holiday preziosissimi nel supplementare, vinto 116 a 113. A Boston non bastano i 27 di Kyrie Irving per evitare la prima sconfitta del 2018, interrompendo una striscia di 7 successi in fila

IL TABELLINO

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Se il rendimento di Anthony Davis è quello delle ultime due partite ai Garden, forse i New Orleans Pelicans dovrebbero considerare l’idea di cambiare il nome dello Smoothie King Center in Smoothie King Garden. Dopo aver conquistato il Madison Square Garden con 48 punti e 17 rimbalzi in overtime, la stella dei Pelicans ha concesso il bis segnandone 45 con 16 rimbalzi al TD Garden dei Boston Celtics, portando ancora una volta i suoi al successo. “AD” ha fatto la maggior parte dei danni nei primi tre quarti chiusi a quota 37 punti, mentre tra ultimo quarto e supplementare ha fatto i conti con la comprensibile stanchezza, pur realizzando 4 punti nell’overtime. A dargli man forte ci hanno pensato gli altri due compagni più importanti: DeMarcus Cousins ha realizzato 19 punti con 15 rimbalzi e 5 assist pur commettendo 7 palle perse, Jrue Holiday è stato fondamentale nel supplementare con gli ultimi due canestri dei suoi, chiudendo con 23 punti e 7 assist. “È stata una grande vittoria per noi, ci hanno messo alla prova” le parole di Davis dopo la gara, tessendo le lodi del suo playmaker col numero 11. “Erano talmente preoccupati dai miei tagli verso il canestro da lasciare spazio a Jrue per i suoi tiri dalla media: nel supplementare ha preso in mano la gara e ha fatto la differenza”. Per i Boston Celtics invece si tratta della prima sconfitta nel 2018 dopo sette successi in fila, pagando un po’ di ruggine dovuta alla trasferta  londinese e una serata insolitamente confusa, con tanti errori al tiro (sotto il 40% dal campo) e ben 18 palle perse. “Per qualche motivo siamo stati superficiali per tutta la sera, e alla fine l’abbiamo pagata” ha dichiarato Al Horford, uno dei sei giocatori in doppia cifra con 14 punti, 9 rimbalzi e 6 assist ma anche sopraffatto dalla presenza fisica in area della coppia Davis-Cousins, capaci di raccogliere 11 rimbalzi offensivi.

La gara a due volti di Kyrie e gli applausi per Davis dei tifosi Celtics

Particolarmente altalenante la gara di Kyrie Irving: dopo forse il peggior primo tempo da quando è ai Celtics, chiuso con 3 punti e altrettante palle perse con 0/5 al tiro, la stella dei biancoverdi ha cambiato marcia nel terzo quarto segnando 16 dei suoi 27 punti finali, tra cui i due per pareggiare nei regolamentari a 12 secondi dalla fine prendendo il tempo a Davis. L’ex Cavs è però arrivato con la spia della riserva accesa nel supplementare sbagliando gli ultimi tre tiri, tra cui la tripla che avrebbe pareggiato la sfida sul 116-116 a circa 5 secondi dalla fine dal suo “sweet spot” sul lato destro, quello da cui ha segnato la tripla decisiva del titolo 2016. “Non possiamo rimontare ogni partita, semplicemente” ha dichiarato il numero 11 dopo una gara selvaggia e divertente, contrassegnata dalla bellezza di 9 parità e 17 avvicendamenti alla guida nel punteggio. I Celtics hanno finito per pagare lo sforzo fisico di essere rientrati in gara, facendosi recuperare 5 punti di vantaggio nell’ultimo minuto dei regolamentari e poi altri tre nell’overtime. “Ci è mancata la nostra difesa in transizione stasera: bisogna giocare tutta la partita, mentre credo che non abbiamo difeso come avremmo voluto per più di 10 o 12 minuti” ha commentato coach Stevens, che ha visto i suoi concedere 15 punti in contropiede e ben 50 in area, contro i 30 dei biancoverdi. I Celtics infatti hanno pareggiato il record di franchigia con 19 triple a segno, ma per riuscirci hanno avuto bisogno del massimo stagionale di 51 tiri da tre tentati, con ben quattro giocatori sopra le 7 triple tentate (Irving 5/12, Smart 3/8, Brown 2/7 e Rozier 1/7). Laddove non è arrivato l’attacco di Boston, poi, a fare la differenza ci ha pensato Anthony Davis, accolto dagli applausi dei tifosi di casa che sperano prima o poi di poterlo vedere in maglia biancoverde. Per il momento si sono dovuti accontentare di vedere accostato il suo nome a quello di Wilt Chamberlain: nella storia della NBA solamente “The Big Dipper” era riuscito a segnare più di 40 punti in partite consecutive contro New York e Boston, riferisce Elias Sports Bureau.