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NBA, Splash Brothers inarrestabili: Golden State fa 14 in fila in trasferta

NBA

La resistenza dei Chicago Bulls dura solo un tempo: Steph Curry e Klay Thompson combinano per 68 punti e gli Warriors vincono la 14^ partita in trasferta consecutiva anche senza Draymond Green e Andre Iguodala. Ai Bulls non bastano i 24 punti di Nikola Mirotic e i 16 di Kris Dunn, che si è rotto gli incisivi cadendo male dopo una schiacciata

IL TABELLINO

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A un certo punto i tifosi sugli spalti dello United Center di Chicago ci hanno creduto per davvero: dopo il miglior quarto della stagione con 40 punti segnati, i Bulls sono passati dal -12 nella prima frazione al +11 di metà secondo quarto, trascinati da un Nikola Mirotic in grande spolvero (24 punti alla fine) e 16 punti a testa di Kris Dunn e Robin Lopez. Le cose sembravano essersi messe bene anche per le assenze dei campioni in carica, che oltre a essere privi di Draymond Green (dolore alla spalla) e Andre Iguodala (problema al polpaccio) hanno perso il rookie Jordan Bell al primo possesso della partita, vedendolo ricadere male sulla gamba sinistra (fortunatamente senza fratture per quella che è stata diagnosticata come una distorsione alla caviglia, in attesa della risonanza magnetica). Ma tutta l’inerzia della gara si è concretizzata in un vantaggio di soli tre punti all’intervallo, e come sempre il terzo quarto si è rivelato decisivo per gli Warriors, ritrovando per una sera la formula che ha dato il via alla loro era di vittorie: la combinazione Steph Curry-Klay Thompson, vale a dire gli Splash Brothers. I due hanno realizzato 11 punti a testa nel solo terzo quarto sui 32 di tutta Golden State, superando quasi da soli i 12 punti segnati dagli interi Bulls nella terza frazione (tenuti a 6/25 dal campo e senza segnare per quasi 7 minuti) e trasformando uno svantaggio di 3 punti in un vantaggio di 19, di fatto chiudendo lì la sfida perché i padroni di casa sono riusciti a tornare sotto la doppia cifra quando era già troppo tardi. Alla fine Klay Thompson ha chiuso con il suo massimo stagionale da 38 punti con 7/13 da tre e Curry ne ha aggiunti 30 con 6/11, un dato reso ancora più spaventoso dal fatto che nessuno dei loro compagni — neanche un Kevin Durant “silente” da 19, 8 rimbalzi e 7 assist — ha realizzato una tripla. “Quando entrano in ritmo in quella maniera, tu devi solo metterti da parte e stare nel tuo” ha commentato l’MVP delle Finals, mentre Steve Kerr l’ha definita come una “old-school Splash Brothers game”. Si tratta della quattordicesima vittoria consecutiva in trasferta per i campioni in carica, a due successi dalla striscia più lunga di sempre detenuta dai Los Angeles Lakers del 1971-72. Sabato però li attendono gli Houston Rockets, la squadra col secondo miglior record della conference: “Sarà probabilmente la gara più difficile di questa trasferta, ma se riusciremo a rimanere imbattuti sarà un risultato incredibile” il commento del caldissimo Klay Thompson.

Tanta paura e qualche dente rotto per Dunn 

I Bulls hanno provato a rientrare in partita fino alla fine, arrivando anche a -5 a 2:55 dalla fine con una schiacciata di Kris Dunn. Il problema è che proprio in quell’occasione il playmaker dei Bulls è ricaduto malissimo andandosi a schiantare con il volto sul terreno: per sua “fortuna” non ha avuto ripercussioni immediate, se non la rottura di qualche pezzo di dente e dei tagli sul labbro che hanno provocato della perdita di sangue, ma nei prossimi giorni verrà comunque valutato per assicurarsi che non ci siano commozioni cerebrali (nell’immediato dopo-partita non ne aveva i sintomi). Dunn è stato uno dei sei giocatori in doppia cifra per i Bulls, che grazie al contributo dalla panchina di Valentine, Mirotic, Portis e Nwaba avevano costruito il vantaggio del secondo quarto chiudendo con enormi disavanzi nei punti in area (56-28) e in contropiede (26-7), ma nulla hanno potuto davanti alla prestazione balistica di Curry e Thompson. “Abbiamo giocato tre quarti di ottima pallacanestro, ma basta saltarne uno [il terzo, ndr] e contro una squadra del genere non puoi vincere” ha commentato coach Fred Hoiberg, che ha visto il rientrante Zach LaVine chiudere con 2/12 al tiro per soli 5 punti nel limite del minutaggio posto a 20 minuti. “Domani ci riuniremo con lo staff medico e decideremo che piano seguire per la prossima settimana: si sente benissimo e penso che abbia giocato bene nelle prime tre gare dal suo rientro”, le parole del coach sul suo numero 8.