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NBA, Clint Capela la spara grossa: "Houston è più forte di Golden State"

NBA

Il lungo dei Rockets dopo la vittoria di stanotte ha suonato la carica per i suoi: "Abbiamo tutte le armi per batterli, quando siamo al completo siamo la squadra più forte della lega". Gli Warriors, nel frattempo, scrollano le spalle: "La partita di oggi non conta"

In una stagione lunga 82 partite, è difficile trovare particolare importanza a una singola gara. Per gli Houston Rockets, però, la terza sfida stagionale contro i Golden State Warriors aveva un significato particolare: innanzitutto vincere avrebbe significato prendersi il “tie-breaker” nei confronti dei campioni in carica (in caso di arrivo a pari-record, saranno i Rockets ad avere il primo posto in classifica). Ma soprattutto avrebbe permesso agli uomini di Mike D’Antoni di ritrovare un po’ di “swag”, che era un po’ venuta meno a cavallo di dicembre e gennaio (sette sconfitte in nove partite) e dopo la chiacchieratissima partita persa a L.A. contro i Clippers. Ecco, forse Clint Capela – dopo il successo per 116-108 nei confronti degli Warriors – è andato un po’ oltre con la fiducia nella propria squadra: “Siamo meglio di loro” ha dichiarato a ESPN dopo una partita da 18 punti e 5 rimbalzi con 4 recuperi. “Siamo sicuri perché sappiamo che se facciamo quello che dobbiamo fare, li battiamo. Dobbiamo solo continuare a giocare: quando siamo in vantaggio, dobbiamo sempre pensare che riusciranno a rimontare, e per questo dobbiamo continuare a spingere. A volte in passato dopo degli errori ci lasciavamo andare, ma oggi siamo stati pronti. Abbiamo fatto tutte le cose giuste in difesa – tutti i cambi, tutte le rotazioni dal lato debole – e in attacco abbiamo mantenuto quella mentalità d’attacco per tutta la partita. Abbiamo le armi per poterli battere, siamo più forti di loro”. Una sicurezza che deriva anche dal fatto che quando lui, James Harden e Chris Paul sono scesi in campo in questa stagione i Rockets non hanno mai perso, raccogliendo 17 vittorie senza alcuna sconfitta. “Siamo sicuramente la miglior squadra della lega quando tutti sono sani” ha continuato Capela. “E abbiamo l’opportunità di prenderci quel primo posto a Ovest. Ovviamente eravamo carichi per questa partita perché erano gli Warriors, ma anche la gara di lunedì è importante. Se vinciamo questa  e perdiamo la prossima, che senso ha aver vinto? Ogni partita da qui in poi è importante per quel primo posto”.

Golden State non si preoccupa: "I playoff sono un'altra cosa"

Gli Warriors, dal canto loro, non si sono strappati le vesti dopo la sconfitta: “Non vale nulla” ha risposto Kevin Durant alla domanda su quanta importanza avesse la vittoria dei Rockets. “La stagione comincia da capo una volta arrivati ai playoff, perciò questa partita non conta nulla. Bisogna essere in grado di superare molte squadre per arrivare fino in fondo, giocando sia in casa che in trasferta, perciò davvero non ha importanza. Vogliamo essere in grado di giocare bene quando arriverà il momento”. Sentimento condiviso anche da Draymond Green: “Che gara è della stagione, la 47^? La 48^? E contro chi giochiamo martedì? Dobbiamo essere pronti per New York, il fattore campo si sistemerà da solo”. Golden State infatti mantiene comunque tre partite e mezza di vantaggio sui rivali, ma comunque qualche momento di tensione anche tra i campioni in carica c’è stato, in particolare per un mancato assist di Curry a Durant per dare una tripla contestata (e sbagliata) da Klay Thompson che ha fatto infuriare Draymond Green. Il due volte MVP ha però ammesso il suo errore e la sua prestazione sotto le aspettative: “KD era completamente solo, io ho fatto la lettura troppo presto. È stata una di quelle serate in cui personalmente non avevo la giusta visione in campo: me ne prendo la responsabilità perché ho giocato proprio male”. A quel punto anche Green ha lasciato perdere (“La selezione di tiro poteva essere migliore, ma non è che ripensando alla partita abbiamo perso solo per quell’errore… È andata come andata”. Questo non significa comunque che gli Warriors non rispettino i loro avversari: Durant, in particolare, ha elogiato tantissimo i Rockets. “Sono davvero difficili da affrontare: mi piace la loro squadra, mi piace il loro allenatore e hanno una buona tifoseria. Si vede la differenza rispetto allo scorso anno: ovviamente tutti indicheranno Chris Paul, ma stanno giocando con più intensità. Sembra che ci mettano più impegno in difesa, hanno anche dei difensori più versatili e Capela è migliorato molto. È più del solo CP: stanno facendo un ottimo lavoro nel trovare la chimica giusta”.

Houston è sicura: "Da sani ce la giochiamo". E Morey ci scherza su Twitter...

E se anche i campioni in carica si sono accorti della differenza, forse i Rockets hanno ragione a professare estrema fiducia nei propri mezzi e nella possibilità di rimonta – anche perché nelle ultime tre stagioni avevano vinto solo una delle undici partite giocate contro i “Dubs”. “Mentalmente abbiamo la possibilità di inseguire il primo posto, perché sappiamo che in caso di parità abbiamo il vantaggio” ha dichiarato Eric Gordon, ritornato a uscire dalla panchina nonostante le assenze di Trevor Ariza e Gerald Green per squalifica. “Ora che siamo sani possiamo tornare a vincerne tante in fila e fare quello che abbiamo fatto a inizio anno. Offensivamente siamo forti quanto loro, su questo non c’è dubbio. Ma è difensivamente che loro sono una squadra da titolo, mentre noi abbiamo alti e bassi e non possiamo permetterceli”. Anche il leader James Harden, autore del canestro in step-back che ha chiuso la sfida a 1:10 dalla fine. “Abbiamo fiducia nel nostro gruppo, specialmente quando ci siamo tutti: abbiamo una rotazione molto forte e molto versatile. Ovviamente Golden State è stata la squadra da battere nelle ultime stagioni, ma è quello che stiamo cercando di costruire anche noi”. Un’ossessione ripresa ironicamente anche dal GM Daryl Morey, che su Twitter ha condiviso una gif del cantante Sting che canta Every Breath You Take con le lyrics “Every breath you take / every move you make / every bond you break / every step you take / I’ll be watching you”. Una bonaria presa in giro di quanto dichiarato da lui stesso qualche settimana fa (“Trovare un modo per batterli è l’unica cosa a cui pensiamo”), ma che Mike D’Antoni ha provato a raffreddare. “Abbiamo fatto bene oggi, ma loro sono ancora i campioni in carica. Glielo ho detto anche nel timeout: ‘Dobbiamo metterli k.o., come in una sfida tra pesi massimi. Non si vince con i k.o. tecnici. Bisogna mandarli al tappeto’. Stasera lo abbiamo fatto, ma erano senza Iguodala, e quando arriveranno i playoff saranno una squadra diversa. Almeno sappiamo di poter fare grandi cose con questa squadra, e lo abbiamo dimostrato: ora sta a noi farci qualcosa”. Appuntamento alle finali di conference?