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NBA, i Milwaukee Bucks hanno licenziato Jason Kidd

NBA

La notizia è arrivata a poche ore dal match contro Phoenix, ma era già nell'aria da qualche settimana: al posto di coach Kidd in panchina siederà il suo assistente allenatore Joe Prunty

In maniera provocatoria (e a questo punto quasi premonitrice), aveva pubblicato qualche giorno un articolo dal titolo “Milwaukee dovrebbe licenziare Jason Kidd?”, proprio perché era diventato sempre più rumoroso il chiacchiericcio attorno a questa ipotesi. La dirigenza dei Bucks ha evidentemente capito che la risposta a quella domanda era sì: secondo quanto riportato da Adrian Wojnarowski, Milwaukee ha deciso di esonerare dal suo incarico di allenatore Jason Kidd, a poche ore dalla palla a due della sfida contro Phoenix. In panchina al suo posto siederà l’assistente Joe Prunty, al suo primo incarico da capo allenatore dopo tanti anni trascorsi da vice a San Antonio, Dallas, Portland, Cleveland e Brooklyn (e con una parentesi con la nazionale della Gran Bretagna, con la quale ha partecipato anche agli ultimi campionati europei dello scorso settembre). Una scelta dettata secondo le prime ricostruzioni dalla paura di perdere l’accesso ai playoff a fine regular season. Milwaukee infatti attualmente è ottava, con un record di 23-22 e con una gara di vantaggio sui Detroit Pistons, ma reduce da quattro sconfitte nelle ultime cinque e incapace di mettere in fila tre successi da oltre 40 giorni. Una situazione che sembrava essere sfuggita di mano a coach Kidd, fortunato nel poter disporre di Giannis Antetokounmpo (assente le prossime due partite per un fastidio al ginocchio), attorno al quale è stato costruito un gruppo interessante, di cui Eric Bledsoe rappresenta soltanto l’ultima aggiunta. Secondo quanto raccontato ci sarebbero poi delle mancate convergenze in quanto a visione e obiettivi per il futuro tra l’ormai ex allenatore e la dirigenza; scontri che avrebbero logorato anche il rapporto e la fiducia tra le parti. Coach Prunty è stato nominato ad interim, ma diventa complicato immaginare nel breve una grossa nomina o la possibilità di chiamare in panchina un nuovo allenatore, costretto in quel caso a partire da zero a metà regular season. Di certo questa estate saranno in molti a sognare un incarico del genere: non capita tutti i giorni di poter allenare un talento come Antetokounmpo.