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NBA: Atlanta perde anche a Charlotte, Lou Williams trascina i Clippers

NBA

Marco Belinelli segna sei punti contro la sua ex squadra, che battono in volata gli Hawks e li condannano al peggior record della NBA. Lou Williams chiude con 40 punti e 10 assist in uscita dalla panchina, trascina i Clippers al successo e mette in chiaro che avrebbe meritato maggiore considerazione per l'All-Star Game

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Charlotte Hornets-Atlanta Hawks 121-110

IL TABELLINO

Gli Charlotte Hornets saranno anche in attesa di proposte dal mercato per Kemba Walker, ma per il momento si godono la sua presenza in squadra. Le due triple nel finale del prodotto di UConn hanno deciso la vittoria ai danni degli Atlanta Hawks, marchiata a fuoco dai suoi 29 punti e dalla doppia doppia da 18+15 di Dwight Howard, autore del suo massimo stagionale con 7 stoppate proprio contro la squadra che lo ha scambiato in estate. Proprio a questo riguardo prima della partita il centro di Charlotte aveva fatto notizia dichiarando di voler “uccidere” la sua ex squadra, provando a giustificarsi dicendo che era stato influenzato dall’aver appena finito di parlare con dei lottatori della UFC (“Hanno un po’ travisato le mie parole. A volte uccidere un’altra squadra non significa segnare un milione di punti, ma fare tutte le cose davvero importanti”). Se si considerano anche i 19 punti a testa di Nicolas Batum e Michael Kidd-Gilchrist ci si aspetterebbe una vittoria comoda da parte degli Hornets contro la peggior squadra della NBA, e invece gli Hawks erano riusciti anche a rimettere la testa avanti a quattro minuti dalla fine, prima di subire lo “star power” di Walker che di fatto ha vinto la partita. “Ci impegniamo tutte le sere a prescindere dal nostro record: questo è l’unico modo per diventare una squadra da playoff” ha dichiarato Kent Bazemore, che davanti al padre nel giorno del suo compleanno è andato a due punti dal suo massimo in carriera chiudendo con 26 e 4/8 da tre, seguito da Taurean Prince con 21 e Mike Muscala con 14. Solo 6 punti invece per Marco Belinelli contro i suoi ex compagni di Charlotte, finendo la gara con 2/9 dal campo a cui ha aggiunto 3 rimbalzi e 2 assist in 22 minuti, senza riuscire a impedire la sesta sconfitta nelle ultime sette partite dei suoi.

Memphis Grizzlies-L.A. Clippers 100-109

IL TABELLINO

L’esclusione dall’All-Star Game a Lou Williams non è proprio andata giù. Lo aveva già urlato ai quattro venti via Twitter, rispondendo a chiunque lo provocasse e accogliendo le parole di vicinanza pronunciate da Jamal Crawford. Uno che dalla panchina con la maglia dei Clippers ci ha giocato spesso, ma che non è mai riuscito a giocare una partita da 40 punti e 10 assist (a passarla, se possibile, fa più fatica di Williams): era dal 1982 che non si vedeva una prestazione del genere da parte di un giocatore che entra in campo a gara in corso. Williams entra così nell’esclusivo club composto da Brian Winters e Pete Maravich. Canestri e assist decisivi nel regalare il successo ai losangelini in quel di Memphis, nonostante Marc Gasol le provi davvero tutte per evitare ai Grizzlies la terza sconfitta nelle ultime quattro gare: per lo spagnolo sono 13 punti, 12 rimbalzi, 10 assist e cinque stoppate, ma Memphis non riesce mai a mettere il naso avanti nel quarto periodo. “Sono un realizzatore, ma avere l’opportunità di restare così tanto tempo sul parquet non potevo lasciarmela sfuggire”, racconta Williams, impiegato per ben 34 minuti da Doc Rivers. “Di solito ne gioco soltanto 25, ma è evidente che vogliano lasciarmi maggiori responsabilità”.