A Cleveland non riescono mai a stare tranquilli. Più della sconfitta, a preoccupare i Cavaliers infatti è l’infortunio di Kevin Love: la frattura alla mano che lo terrà fuori due mesi complica non poco i piani dei vice-campioni NBA: "Piove sempre sul bagnato"
La partita persa con i Pistons non era ancora finita, ma l’annuncio ufficiale da parte della società era già arrivato: frattura alla mano sinistra per Kevin Love, andato a sbattere contro Reggie Bullock e costretto a lasciare il parquet dopo neanche cinque minuti. Zero punti, zero rimbalzi, zero tiri e soprattutto zero chance di recupero immediato per il numero 0, che guarderà da casa l’All-Star Game per il secondo anno consecutivo causa infortunio (e non per mancata convocazione). Il primo a parlare dopo la gara contro Detroit è LeBron James, che non nasconde il fatto di essere profondamente amareggiato: “È soltanto l’ennesimo colpo di sfortuna che capita alla nostra squadra. Ogni notte dobbiamo fare i conti con cambiamenti, con un quintetto diverso dal solito, provando allo stesso tempo a coinvolgere tutti. Avremo avuto bisogno anche del contributo di Kevin, ma sappiamo adesso che starà fuori due mesi. È durissima, ma dobbiamo venirne fuori”. Il problema al quinto metacarpo potrebbe aver scritto la parola fine sulla regular season di Love; un macigno in più da gestire, a pochi giorni dalla chiusura del mercato che a questo punto diventa un’opportunità in più. Il numero 0 ha salutato i compagni in spogliatoio durante l’intervallo per poi partire in macchina direzione Cleveland senza aspettare la squadra. Due ore e mezza di auto che gli hanno evitato di rischiare anche il minimo problema legato alla pressurizzazione dell’aereo. “È abbattuto, costernato – racconta coach Lue -. Ma è una cosa che fa parte del gioco. È odioso dover rinunciare a lui, ma dobbiamo rimettere a posto i cocci anche per lui. Per permettergli di rientrare senza fretta”. Anche Isaiah Thomas, che nelle ultime settimane era stato accusato da molti di essere in lite proprio con Love, non nasconde il suo dispiacere: “È una parte fondamentale della squadra, ma abbiamo un gruppo in cui tutti sono pronti a dare il suo contributo. Per sostituire un talento del genere c’è bisogno dell’aiuto di tutti, non solo del giocatore che ne prenderà il posto”. Jae Crowder dunque dopo tre partite potrebbe ritrovare nuovamente spazio in quintetto, in un valzer che in casa Cavaliers non sembra mai trovare fine. “Potrebbe essere una soluzione, ma molto dipenderà dagli accoppiamenti. Ma è una possibilità su cui dovremo lavorare”.