Una delle storie collaterali al Super Bowl è quella del rapper Meek Mill: la sua canzone ha fatto da colonna sonora alla cavalcata degli Eagles e ha acceso i riflettori sulla sua storia. Anche i giocatori NBA si sono fatti portatori di un messaggio che ha spopolato sui social: #FreeMeek
#FreeMeek. L’hastagh che ha spopolato durante la serata del Super Bowl sui social è quello legato alla storia del rapper che è diventato il simbolo della cavalcata vincente degli Eagles. Meek Mill infatti è nato a Philadelphia e le sue canzoni sono diventate la colonna sonora nello spogliatoio della Pennsylvania durante una stagione da sogno. Soprattutto “Dreams ans Nightmares”, l’introduzione del suo primo album datato 2012 e unanimemente riconosciuto come un pezzo cruciale nella storia del rap degli ultimi anni. Strofe che raccontano i sacrifici e la fatica che bisogna fare per salire fino in vetta, per raggiungere la cima e diventare i migliori; narrazione perfetta rilanciata da tifosi, giocatori e appassionati. La storia di Meek è una di quelle sentite tante volte, fatta di continui entra ed esci dalla prigione e dal tribunale. Negli ultimi dieci anni il rapper è stato più volte arrestato, per motivi più o meno comuni a persone con un passato difficile alle spalle (droga, aggressione, possesso d’arma da fuoco), condannato a dieci anni di domiciliari con una pena che agli occhi di molti è apparsa davvero spropositata rispetto ai reati commessi (qui avevamo raccontato nel dettaglio la storia). Nel frattempo però è arrivato il successo grazie alla musica che ha accesso i riflettori sulla sua storia: “È qualcosa che rinforza il mio spirito, che mi dà morale e soprattutto il compimento della ragione per cui faccio musica: aggregare il più possibile le persone”, ha commentato dopo aver visto le immagini dei giocatori degli Eagles (e non solo) fare festa cantando le sue canzoni. E al coro che ne chiede la liberazione si sono uniti anche i giocatori NBA: LeBron James, sempre sensibile a questo genere di tematiche, ha celebrato il successo degli Eagles con il messaggio “Free Meek”, così come Lonzo Ball (che ha dimenticato il cancelletto, ma ha fatto lo stesso incetta di retweet) e soprattutto Karl-Anthony Towns, inviato molto speciale per “The Players Tribune” come fotografo a bordocampo del match tra Patriots e Eagles. Anche la sua serata a pochi passi dai protagonisti è stata accompagnata dal messaggio di solidarietà per Mill che adesso spera di avere magari delle buone notizie. In fondo la vittoria di Philadelphia insegna che nella vita anche l’impossibile può diventare realtà.