È solo un'indiscrezione, ma i Lakers potrebbero puntare direttamente alla free agency del 2019, concedendo così un altro anno di crescita al suo roster di giovani. Tra 18 mesi gli obiettivi diventerebbero Kawhi Leonard, Jimmy Butler e Klay Thompson: conviene farlo?
E se alla fine fossero i Los Angeles Lakers a non voler investire già da questa estate? La domanda che nessuno si era posto sembra essere una delle novità all’orizzonte in un mercato che il prossimo giugno in ogni modo rivoluzionerà la NBA. Secondo quanto riportato da un’indiscrezione di ESPN, la dirigenza giallo-viola sta valutando l’ipotesi di posticipare di un anno il definitivo rebuilding, rimandando di 12 mesi gli investimenti sul mercato dei free agent. Nessuna dichiarazione ufficiale, ma fonti interne alla società lasciano trapelare dunque l’intenzione di tenere in considerazione la possibilità di agire nell’estate 2019, quando poter andare a caccia dei vari Kawhi Leonard, Klay Thompson e Jimmy Butler (ogni 12 mesi c’è sempre qualche All-Star interessante su cui provare a mettere le mani). A scoraggiare in parte i Lakers è lo scenario che si sta delineando in vista delle scadenze del prossimo 30 giugno. La volontà da parte della società giallo-viola è quella di andare all-in in un colpo solo; l’idea infatti è mettere insieme almeno due superstar per provare il definitivo rilancio. Quelle più appetibili però stanno via via diventando più complicate o meno interessanti da raggiungere. Paul George infatti ha fatto sapere che restare a Oklahoma City non è più un’opzione così remota (lo scorso giugno sembrava non esistessero altro che i Lakers), mentre DeMarcus Cousins con la rottura del tendine d’Achille ha inevitabilmente perso molto appeal e valore sul mercato. Resta LeBron James, che però difficilmente accetterebbe di andare a Los Angeles senza un supporto a livello di All-Star al suo seguito. Il numero 23 dei Cavaliers non andrebbe mai da solo a far parte di un gruppo così inesperto, consapevole di dover fronteggiare diversi super-team ben più attrezzati. Rimandare di un anno questi investimenti invece permetterebbe ai Lakers di agire con più tranquillità in vista della deadline dell’8 febbraio e soprattutto in estate, provando a racimolare qualcosa di interessante al prossimo Draft e soprattutto avendo un altro anno a disposizione per rendere competitivo il gruppo di giovani talenti già presente nel roster.
La crescita dei giovani e il Draft 2018
I giallo-viola sembrano aver finalmente intrapreso la strada giusta, rinfrancati dalle dieci vittorie nelle ultime 14 gare (il miglior periodo degli ultimi cinque anni), nonostante le cinque gare in trasferta in 11 giorni. Una serie di impegni affrontati senza Lonzo Ball, ma che hanno permesso di riscoprire due talenti come Julius Randle e Jordan Clarkson. Quelli che dovevano essere le due pedine più appetibili sul mercato si sono riscoperte come i pilastri attorno a cui rilanciare il progetto. Farli rendere al massimo, riuscendo magari poi a ottenere in cambio delle scelte al prossimo Draft può essere un’opzione. Liberarsi di entrambi però comunque non farebbe grossa differenza a livello di spazio salariale, almeno fino a quando resta sul groppone il contratto da 36.8 milioni di Luol Deng. Per questo rimandare l’assalto ai free agent potrebbe aprire nuovo spazio anche a una nuova strategia: racimolare contratti pesanti e deleteri delle altre squadre (che hanno bisogno subito di spazio), ottenendo assieme a quelli delle scelte, in maniera tale da accumulare altri talenti giovani e a basso costo. Il mercato infatti sembra molto affollato, mentre farsi trovare pronti nel 2019 potrebbe essere un’ipotesi non così campata in aria. La domanda a quel punto sarebbe una soltanto: i tifosi losangelini sono disposti ad accettare un altro anno di sconfitte?