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NBA, Belinelli tenuto a riposo, si avvicina l’addio ad Atlanta: gli Hawks alla ricerca della trade giusta

NBA

Il giocatore azzurro è stato informato dalla sua squadra che la dirigenza è intenzionata a scambiarlo prima del termine di giovedì 8 febbraio alle 21, quando scade la trade deadline NBA. Tante le squadre interessate, a partire da Golden State e Boston

A guardare il tabellino della vittoria nella notte degli Atlanta Hawks sui Memphis Grizzlies salta subito all’occhio una cosa: l’assenza dal parquet di Marco Belinelli. La spiegazione non ha niente a che fare con le condizioni fisiche/mediche del giocatore italiano quanto invece con quelle contrattuali: gli Atlanta Hawks hanno infatti scelto di lasciarlo volontariamente a riposo per evitare possibili infortuni, riconoscendo così esplicitamente la volontà di cercare una trade da qui a giovedì 8 febbraio (giorno in cui scade la trade deadline) che coinvolga l’azzurro. Dalla dirigenza della squadra della Georgia la notizia è stata confermata, innanzitutto al giocatore stesso, così come confermato è già l’interesse di alcuni club verso il n°21 degli Hawks. "Nel corso degli anni siamo diventati buoni amici, lo consideriamo un nostro fratello", le parole del general manager di Atlanta Travis Schlenk, che in cambio dell'azzurro vorrebbe ottenere ciò che sempre più spesso le franchigie NBA cercano da operazioni di mercato del genere: giovani e scelte al Draft. Ovvie le qualità del giocatore italiano che possono far gola ad alcune squadre da playoff, alla ricerca di un veterano con esperienza che ha nel tiro (soprattutto da tre punti) la sua arma migliore, ma che ha dimostrato negli anni di poter tenere in campo ad altissimo livello — con gli Spurs con cui ha vinto un titolo NBA, recitando da protagonista ai playoff in maglia Bulls — aiutando anche nella gestione del gioco.

Quali destinazioni possibili per Belinelli?

L’interesse attorno al nome di Belinelli c’è — fanno sapere dalla Georgia — ma ovviamente provano a tenere nascosti potenziali acquirenti. Una prima lista, però, non è difficile abbozzarla, e comprende i nomi di alcune squadre di primissimo piano nella lega. A partire da quella dei campioni in carica dei Golden State Warriors, che sono stati anche la prima squadra NBA dell’allora debuttante Marco Belinelli. Il tiro da fuori, infatti, è la forza del quintetto di coach Kerr (con fenomeni come Thompson, Curry e Durant) ma anche il punto debole della sua panchina, che tra Patrick McCaw, Andre Iguodala, Nick Young e Omri Casspi sta tirando pochissimo e male dall’arco. Allora proprio un pacchetto composto da McCaw (solo 22 anni) e Young potrebbe pareggiare lo spazio salariale richiesto dal contratto di Belinelli, all’ultimo anno di un accordo che lo paga 6.6 milioni di dollari fino a fine stagione. Altre due squadre di primissimo piano — Boston e San Antonio — potrebbero essere interessate all’italiano: i primi potrebbero mettere sul piatto uno tra Abdel Nader o Shane Larkin ma aggiungere al pacchetto anche una o magari anche due seconde scelte. Gli Spurs sono l’amore mai rinnegato del giocatore di San Giovanni in Persiceto, non solo perché in Texas ha i ricordi dei suoi trionfi (il titolo NBA ma anche la vittoria nella gara da tre punti) ma anche per l’ammirazione (reciproca) mai tenuta segreta verso coach Popovich (e la presenza di Ettore Messina come suo assistente in panchina). Ma non è finita qui: con l'avvicinarsi della trade deadline, sembra che a manifetare un concreto interesse siano arrivate tre ulteriori franchigie, tuttte con record vincenti: i Philadelphia 76ers, i Minnesota Timberwolves e gli Oklahoma City Thunder, mentre l'interessamento di Milwaukee e Miami a Est, piuttosto che quello di Portland a Ovest, era già arrivato all'orecchio del GM degli Hawks mesi addietro. Tra i tanti nomi associati a Belinelli, poi, anche quelli di due destinazioni che il giocatore italiano conosce bene - per esserci già stato - ma dove però viene da pensare che eviterebbe volentieri di tornare: dopo le tante sconfitte incassate con Atlanta, finire nuovamente a Sacramento e Charlotte non sarebbe per nulla divertente.