Dopo la crescente tensione delle ultime settimane sul parquet, due delegazioni di arbitri e giocatori si sono incontrare per provare a fare il punto. La discussione è andata avanti, tanti gli argomenti sul tavolo, ma non tutto è ancora stato chiarito e risolto
Dopo l’attesa durata alcuni mesi, fatti di tensione e scontri sul parquet, le delegazioni di arbitri e giocatori si sono incontrate durante l’All-Star Game di Los Angeles per cercare di smorzare le polemiche tra le parti, alla ricerca di una quadratura che sembra ancora lontana. Un incontro a cui hanno partecipato tre direttori di gara e tre giocatori che fanno parte delle rispettive rappresentative con il chiaro intento di stabilire un filo diretto tra i due gruppi, una comunicazione che metta in contatto i due organi senza per forza di cose essere costretti a passare dagli uffici NBA. Una delle rimostranze portate avanti all’unisono da entrambi le parti in causa infatti è che la lega nelle sue comunicazioni non sempre è chiara e in realtà racconta due verità diverse dello stesso episodio in base alla parte alla quale si rivolge, tendendo così a creare divisioni. È stato evidenziato come il numero di falli tecnici ed espulsioni è rimasto lo stesso rispetto a quello della passata stagione, con gli arbitri che attualmente ne fischiano 0.67 a partita dopo gli 0.63 di dodici mesi fa. Ma è la percezione a essere profondamente diversa, con tanti campioni (Kevin Durante, LeBron James, Steph Curry e tanti altri) contro cui sono stati ripetutamente comminate delle sanzioni. Questo non ha fatto altro che aumentare l’attenzione del pubblico e dei giocatori sulla situazione che più di ogni altra appare irrisolta. Le frizioni tra le parti infatti sono nate nel momento in cui si è discusso del protocollo definito “Rispetto del gioco”, varato nel 2010 e implementato nel 2015, in cui gli arbitri sono incentivati a punire ogni accenno di protesta. Un’intransigenza che è stata interpretata in maniera profondamente diversa: sia i giocatori che gli arbitri pensano che le regole attuali non siano state comunicate a dovere. La maggior parte dei tecnici infatti sono stati fischiati per violazioni di questo tipo e gli arbitri hanno ammesso che alle volte le loro sono state scelte eccessive e senza fondamento, mentre i giocatori spesso dimostrano di non conoscere quale sia il confine ammesso e quindi sentono lecitamente di non meritare un trattamento del genere. Senza chiarezza è difficile remare nella stessa direzione; per questo saranno previsti più incontri del genere in futuro. Un piccolo passo in avanti, non ancora quello definitivo.