I Sixers battono anche i Magic, vincono la settima gara consecutiva e avvicinano il sesto posto a Est dei Bucks: 28 punti e 11 rimbalzi di Joel Embiid, tutto il quintetto in doppia cifra e un convincente Marco Belinelli da 15 punti in uscita dalla panchina
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Philadelphia 76ers-Orlando Magic 116-105
Qualche anno fa per mettere insieme sette vittorie ci sarebbe voluta mezza stagione. Adesso invece a Philadelphia bastano sette partite per inanellare la striscia di successi aperta più lunga tra le squadre della Eastern Conference (miglior momento in questa regular season per i Sixers) e avvicinare ancora di più il sesto posto dei Bucks. Merito di Joel Embiid, di Ben Simmons e più in generale di una squadra che ha imparato cosa fare per vincere. Il lungo camerunense danza contro la rivedibile difesa dei Magic e chiude con 28 punti e 11 rimbalzi. Una gara in cui a pesare è soprattutto lo zero alla voce “palle perse”, uno dei pochi vizi rimasti a un giocatore sempre più completo: “In questa seconda parte di stagione voglio concentrarmi su questo: rendere più facile il mio gioco, senza mai forzare la mano nella gestione del pallone”. Assieme a lui il rookie australiano, che così giovane poi non sembra, vista la capacità di controllare la partita: per lui 17 punti e sette assist, decisivi nel giro di 15 minuti nel primo tempo nel passare da -7 a +23. Orlando infatti non oppone grossa resistenza, ma sotto di 22 a meno di sei minuti dal termine riesce a rifarsi sotto fino al -9, quando Mario Hezonja scheggia soltanto il ferro con la tripla che avrebbe potuto rendere molto più combattuto il finale. “Abbiamo parlato proprio di questo – racconta Brett Brown -: cosa sarebbe successo se il tiro di Hezonja fosse andato dentro? Dobbiamo capire che questo non deve accadere e che la vittoria non cancella gli errori. Abbiamo bisogno che la nostra panchina cresca come condizione e impatto, permettendo ai ragazzi che giocano meno di avere la sicurezza nei propri mezzi quando entrano in campo per chiudere una partita”. Anche per questo i Sixers hanno deciso di puntare su Marco Belinelli, che dopo un inizio appannato ha risposto presente nel finale: 15 punti con 6/12 al tiro e +15 di plus/minus; il migliore di tutta la squadra e di gran lunga il giocatore con più impatto tra quelli scesi sul parquet a gara in corso.
Philadelphia, la squadra più in forma a Est
Dei Magic resta oggettivamente poco da dire, in una regular season già priva di spunti a cui la squadra della Florida sta riuscendo via via a dare meno sostanza. Per Orlando è la quinta sconfitta in fila, ma nella lotta a ribasso tra le ultime della classe perdere ormai non sembra bastare per sprofondare sempre più giù. Coach Vogel approfitta della trasferta per celebrare la vittoria del Super Bowl degli Eagles (la sua squadra del cuore) indossando la loro maglia durante le interviste nel prepartita, ma l’euforia è poi passata subito in casa Magic: “Hanno giocato più duro di noi, ci abbiamo messo quasi un tempo per rispondere. E siamo arrivati troppo tardi”. Philadelphia in realtà ha definitivamente cambiato marcia nel 2018, approfittando dello sbandamento delle prime della classe per affermarsi come la squadra più in forma lungo la costa atlantica. I Sixers infatti dal primo gennaio a oggi hanno il terzo miglior record NBA (15-6) dietro Warriors e Rockets, grazie soprattutto alla difesa; la più impenetrabile di tutta la lega a guardare i punti concessi su 100 possessi (100.9, meglio sia dei Celtics che dei Jazz). I Raptors fanno meglio come Net Rating, ma il +8.1 raccolto da Embiid e compagni da quando è iniziato il nuovo anno lascia ben sperare: i Sixers sono finalmente pronti a recitare un ruolo da protagonisti.