I Blazers battono i T’wolves, conquistano il settimo successo nelle ultime otto e si prendono il quarto posto: ai 34 punti e 17 rimbalzi di Towns risponde Lillard con 35 e quattro triple. Gli Heat crollano in casa contro i Lakers del miglior Thomas della stagione. I Kings pareggiano allo scadere con Fox e vincono all’overtime contro i Nets
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Portland Trail Blazers-Minnesota Timberwolves 108-99
Damian Lillard segna 35 punti (nonostante una partenza tutt’altro che brillante) e trascina i Blazers al successo contro i T’wolves: Portland conquista così il quinto successo in fila, la striscia più lunga nella stagione della squadra dell’Oregon. Dopo quasi tre anni i Blazers tornano dieci vittorie al di sopra della soglia del 50% di successi e soprattutto scavalcano gli Spurs in classifica. Non solo, Portland avvicina Minnesota (distante ormai mezza partita) e punta al terzo posto a Ovest. Obiettivo possibile visto che gli ospiti senza Jimmy Butler sono una squadra profondamente diversa, a tratti smarrita e senza una punta di diamante a livello tecnico e di leadership. Karl-Anthony Towns prova a farsi carico della squadra, segnando 34 punti e raccogliendo 17 rimbalzi (55esima doppia doppia stagionale), a cui si aggiungono i 21 punti di Andrew Wiggins e poco altro. Portland dunque si gode una posizione di classifica invidiabile e un Lillard che continua a mette insieme performance di assoluto livello realizzativo. Il numero 0 infatti ha chiuso il mese di febbraio con 31.4 punti di media: mai nessuno giocatore dei Blazers aveva tenuto cifre del genere in un lasso di tempo così lungo. Minnesota invece può recriminare: arrivata sull’86-86 a sei minuti dal termine, agli ospiti sono mancate le forze mentali e fisiche per tenere botta. Colpa, a detta di molti, delle scelte di coach Thibodeau che continua a spremere i titolari e riduce ai minimi termini la rotazione, come dimostra la scelta fatta nelle ultime ore con Shabbazz Muhammad. Il lungo finito ai margini della rotazione ha chiesto e ottenuto l’opportunità di andare via da Minneapolis: “Non stava giocando tanto quanto avrebbe voluto e per questo abbiamo che capito che salutarci sarebbe stata la decisione migliore per entrambe le parti”, si legge nelle dichiarazioni ufficiali dei T'wolves. "Sono davvero felice e non vedo l'ora di godermi la mia nuova opportunità", ha risposto il diretto interessato.
Miami Heat-Los Angeles Lakers 113-131
I Lakers conquistano il quarto successo consecutivo, terzo in trasferta in fila (la striscia più lunga nella stagione dei giallo-viola) e confermano di aver trovato il giusto assetto in questo finale di stagione. Perdere, quando le tue scelte al Draft le hanno gli altri, non ha poi molto di senso. Tanto vale giocarsela, come fatto dai giallo-viola. Isaiah Thomas chiude con 29 punti (massimo in stagione), a cui si aggiungono i 25 di Julius Randle e altri quattro giocatori in doppia cifra. L’ex point guard dei Cavaliers chiude con 11/20 al tiro e 6/11 dall’arco, meglio dell’ex compagno di squadra Dwyane Wade che si ferma a quota 25. Partita decisa da un paio di fiammate Lakers nel primo tempo, intervallate da un tentativo malriuscito di rientro da parte degli Heat. Gli ospiti partono prima 20-7, per poi farsi recuperare in un primo quarto chiuso da Miami sul 36-33. Da lì in poi però, solo Lakers: a inizio secondo quarto i losangelini segnano 21 dei primi 25 punti della frazione (chiudendo il primo tempo a quota 73, massimo in stagione) e non si voltano più indietro nella successiva mezz’ora di gioco, anche grazie a un margine di vantaggio che non è mai sceso sotto le 13 lunghezze. Un’ennesima conferma per i ragazzi di coach Luke Walton, nel pieno di una striscia da 16 vittorie e sette sconfitte nell’ultimo periodo e in grado di non risentire dell’assenza del rookie Josh Hart, operato alla mano sinistra e probabilmente fuori per il resto della stagione. Miami invece avvicina sempre più pericolosamente il nono posto dei Pistons, adesso a due partite e mezzo di distanza.
Sacramento Kings-Brooklyn Nets 116-111 OT
Tornano al successo dopo cinque ko i Sacramento Kings in una sfida avvincente e ricca di colpi di scena. Il bersaglio decisivo lo firma Bogdan Bogdanovic, che a un minuto dal termine del tempo supplementare porta in vantaggio i padroni di casa e al quale aggiunge due punti a cronometro fermo. Un parziale che Sacramento pensava di non poter piazzare, quasi battuti al termine dei regolamentari quando due liberi di Spencer Dinwiddie avevano dato un possesso di vantaggio agli ospiti. De Aaron Fox però ha rimesso in carreggiata i suoi realizzando un canestro molto complesso sulla testa di Carroll, dopo essere andato via dal palleggio proprio alla point guard dei Nets. Alla sirena finale diventa difficile aggiornare i punteggi e i parziali a causa dei problemi del sistema computazionale di statistiche presente al Golden1 Center (che riporta il punteggio di 116-100 e non riesce più ad aggiornare gli score dei singoli giocatori). Un successo che sposta poco se non nulla sul fondo della classifica, visto che tutte le squadre lì dietro continuano ad andare a passo di lumaca. Gli obiettivi da perseguire infatti sono quelli che vanno ben oltre questa regular season.