La point guard di Sacramento è 3/3 in stagione nei tiri decisivi con meno di 5 secondi sul cronometro. Dopo aver punito Brooklyn a inizio marzo, nella notte dà l'ennesimo dispiacere agli Heat, già castigati col canestro della vittoria nella prima sfida stagionale
Avere solo 20 anni, ma non temere nulla. Essere soltanto una matricola, ma comportarsi come un veterano. Mandare a referto 12 punti scarsi a sera ma colpire con precisione chirurgica quando il cronometro si avvicina allo zero. È il caso di De’Aaron Fox, la point guard dei Kings che nella notte ha mandato a segno il canestro decisivo per forzare i supplementari contro Miami, in una gara poi vinta dopo cinque minuti di overtime. Il n°5 di Sacramento è così 3/3 “in the clutch” in questa sua prima stagione NBA, avendo realizzato tutti i tiri utili a pareggiare o a portare in vantaggio la sua squadra con 5 o meno secondi da giocare sul cronometro. Un’utile comparazione? Le altre matricole combinate – in situazioni analoghe – sono 2/20 con gli unici canestri decisivi mandati a segno da Jayson Tatum (nella notte contro Washington) e da Justin Jackson (lo scorso 22 febbraio). Gli Heat sono solo le ultime vittime della matricola da Kentucky, che però proprio contro la squadra allenata da coach Spoelstra sembra accanirsi, visto che uno dei due precedenti canestri decisivi era occorso ancora contro Miami, nella gara del 25 gennaio. Ma a capitolare di fronte alla mano mancina di Fox sono stati anche i Brooklyn Nets, sconfitti dal suo floater alla sirena all’inizio del mese. Se a questo si aggiunge il canestro della vittoria mandato a bersaglio anche contro Philadelphia ancora a novembre (ma questa volta con 13 secondi rimanenti sul cronometro), si capisce come la reputazione di giocatore clutch della matricola di Sacramento stia iniziando a circolare con convinzione in tutta la lega: “Ma non è solo merito mio – si schernisce dopo l’ultima impresa lo stesso Fox – perché in squadra siamo in tanti ad amare la pressione dei tiri che contano. Quando arriviamo a giocarci un overtime [tre volte finora in questa stagione, tutti vinti, ndr] ogni possesso diventa decisivo e siamo in tanti a non aver paura di prenderci le nostre responsabilità”. Se questa fiducia non stona su veterani come Zach Randolph o Vince Carter, addosso a una matricola di vent’anni stupiscono e lasciano davvero ben sperare per la crescita e lo sviluppo futuro della scelta n°5 all’ultimo Draft.
Contro Philadelphia, 9 novembre 2017
Tecnicamente non viene conteggiato come un tiro “clutch”, perché non avviene negli ultimi 5 secondi di gara. A tutti gli effetti, però, la conclusione in arresto-e-tiro dal gomito dell’area pitturata contro uno dei migliori difensori della lega come Robert Covington va a referto come il canestro della vittoria nella sfida tra Kings e Sixers. La palla arriva nelle mani di Fox direttamente dalla rimessa dal fondo e l’uno-contro-uno in isolamento che la matricola accetta di giocarsi contro Covington la dice lunga sul grado di fiducia che il prodotto di Kentucky dimostra nei momenti caldi delle gare.
Contro Miami, 25 gennaio 2018
Nel finale punto a punto contro Miami – con Sacramento sotto di 1 – stavolta il tiro decisivo se lo prende Bogdan Bogdanovic ma la palla balla sul ferro e sta per uscire quando arriva in tap-in offensivo De’Aaron Fox che corregge l’errore del compagno con una spettacolare schiacciata. Lascia soltanto 3.3 secondi sul cronometro, e l’errore sull’ultimo disperato tiro di Josh Richardson certifica la vittoria dei Kings, frutto della prodezza atletica della propria matricola. Sono i punti 13 e 14 di una gara che la point guard di Sacramento decide soprattutto mettendo le museruola in difesa a Goran Dragic per tutto il secondo tempo, dimostrando una delle sue doti più importanti, quella di saper mettere grande pressione sul portatore di palla avversario.
Contro Brooklyn, 1 marzo 2018
Con il punteggio sul 100-98 per i Nets e la rimessa nelle mani proprio di Fox a 6.1 secondi dalla fine, la matricola dà l’inizio all’azione e porta un primo blocco per Bogdanovic solo per poi liberarsi a sua volta, ricevere dietro la linea da tre punti, fintare la conclusione e battere in palleggio Spencer Dinwiddie per andare a concludere con un morbido floater sulla linea di fondo che manda le squadre all’overtime. Un supplementare poi vinto grazie ai canestri decisivi di un’altra delle matricole terribili dei Kings, Bogdan Bogdanovic, ma nel post-partita le parole di Fox la dicono lunga sul piacere del 20enne ex Kentucky a giocarsi partite del genere: “È sempre bellissimo giocare questo tipo di gare, quelle che si decidono soltanto all’ultimo possesso”. Vincerle, poi, è ancora meglio.
Contro Miami, 14 marzo 2018
Nella notte l'ultimo episodio, con la matricola di Sacramento che riceve la rimessa di Bogdanovic a tre secondi dalla fine (segno della fiducia ormai totale di coach Joerger a fargli gestire i possessi decisivi) e si gioca l’uno-contro-uno in penetrazione (a sinistra) contro Dragic, che diventa presto un uno-contro-quattro per gli aiuti di Johnson, Adebayo e Winslow, tutti tardivi. La conclusione acrobatica trova solo la retina e garantisce cinque minuti supplementari ai Kings, fondamentali per poter vincere per la seconda volta su due in stagione contro Miami. Fox chiude con 20 punti e l’ennesima giocata decisiva.