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NBA, risultati della notte: Portland fa 12 in fila, Houston vince a New Orleans, crollo Denver a Memphis

NBA

Spinti dal solito Damian Lillard, i Blazers contro Detroit hanno allungato a 12 la loro striscia di successi consecutivi. Continua a vincere anche Houston, che passa a New Orleans grazie a 32 punti di James Harden. Si interrompe invece la striscia di 19 sconfitte di Memphis, che batte Denver rifilandole una sconfitta cruciale in ottica playoff, complici le vittorie di San Antonio e Utah. Successi per Cleveland e Golden State, Washington batte Indiana e la supera in classifica.

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Portland Trail Blazers-Detroit Pistons 100-87

IL TABELLINO

La squadra più calda della NBA non sembra dare segni di cedimento: i Portland Trail Blazers hanno vinto la dodicesima partita consecutiva, consolidando ancora di più un terzo posto a Ovest che ormai sembra intoccabile per le inseguitrici. Il volto copertina, come sempre, è quello di Damian Lillard, autore di 24 punti, 7 rimbalzi e 8 assist per propiziare il nono successo casalingo in fila dei suoi: “Durante questa striscia molte delle cose che sono successe sono dipese da noi” ha dichiarato il leader dei Blazers. “La nostra comunicazione, la nostra concentrazione difensiva, il nostro impegno per seguire lo scouting report e il nostro sapere cosa ci ha fatto male l’ultima volta che abbiamo affrontato certo squadre. Ovviamente ci fidiamo l’un l’altro in attacco e facciamo in modo di essere difficili da marcare, piuttosto che rendere la vita facile alle difese”. Insieme a lui anche un quintetto tutto in doppia cifra con 16 punti per C.J. McCollum, mentre per Detroit non rimane molto da segnalare se non la doppia doppia da 18+22 di Andre Drummond e i 15 con 7 assist di Blake Griffin, incapaci di evitare la dodicesima sconfitta consecutiva in trasferta. Se i Pistons sembrano aver “mollato”, avendo perso otto delle ultime dieci, lo stesso non si può dire del loro allenatore Stan Van Gundy, arrivato come una furia davanti ai microfoni per lamentarsi dell’arbitraggio: “Ci hanno tenuti e trattenuti in ogni azione, cavandosela senza vedersi fischiare falli evidenti. Ci hanno fregati per tutta la sera. Non voglio togliere niente ai Blazers, ma l’arbitraggio ha fatto sembrare buona la loro difesa: questa partita è stata imbarazzante”. 

New Orleans Pelicans-Houston Rockets 101-107

IL TABELLINO

Se Van Gundy era furente, bisognerebbe inventare un nuovo aggettivo per descrivere a pieno lo stato d’animo di coach Alvin Gentry dopo la gara contro Houston. A scatenare le ire dell’allenatore dei Pelicans è stato in particolare un fischio ai danni di Jrue Holiday che ha mandato James Harden in lunetta per tre tiri liberi, abile e scaltro nel “buttare” le braccia in alto andando a sfiorare l’avambraccio proteso della guardia dei Pelicans che cercava di difenderlo in angolo. Una furbata sottolineata dal Barba — miglior realizzatore dei suoi con 32 punti, 11 rimbalzi e 8 assist, insieme ai 21 di Chris Paul — facendo l’occhiolino ai suoi compagni dicendo “Gliela ho fatta”, mandando ovviamente su tutte le furie Gentry che si è preso un fallo tecnico per proteste nei confronti dei fischietti. Anzi, a suo modo dire per le non-proteste, visto che David Guthrie lo ha punito solo quando Gentry si è girato per tornare in panchina. “Quando prendi un tecnico girandoti e allontanandoti da un arbitro, allora la lega è davvero cambiata” ha detto il coach dei Pelicans. “Me ne ero andato apposta per non farmi dare il tecnico”. Dopo la striscia di 10 successi in fila si tratta della quarta sconfitta nelle ultime cinque per i Pelicans, a cui non sono bastati i 26 punti con 13 rimbalzi di Anthony Davis, che però ha tirato solo 4 liberi in tutta la gara. “AD non prende mai fischi a favore, e sapete perché? Perché non si lamenta, continua solo a giocare” ha detto Gentry, che ha detto tutto quello che aveva da dire visto che il limite dell’inevitabile multa da parte della lega era già stato superato da tempo. Se non altro, i suoi colleghi gli daranno una mano: dopo la gara Mike D’Antoni, suo ex capo-allenatore a Phoenix, ha scherzosamente aperto il portafogli e gli ha allungato qualche banconota per aiutarlo a pagare la multa in arrivo.

Memphis Grizzlies-Denver Nuggets 101-94

IL TABELLINO

Quando i Memphis Grizzlies hanno chiuso il primo quarto doppiando gli avversari sul 34-17, forse per la prima volta negli ultimi due mesi hanno pensato di avere davvero una chance. E nonostante i Nuggets siano riusciti per due volte a pareggiare nell’ultimo quarto, rimontando tutti i 21 punti di scarto accumulati nel primo tempo, alla fine i padroni di casa sono riusciti a interrompere una maledizione che durava da ben 19 partite, chiudendo la peggior striscia di sconfitte nella storia sportiva della città. Il merito va ai 24 punti segnati da Dillon Brooks (4/4 da tre) e ai 20 di Tyreke Evans, ma soprattutto il demerito va ai Nuggets, che subiscono una sconfitta pesantissima sia per la classifica che per il morale. Ora Denver ha una partita e mezza di svantaggio rispetto all’ottavo posto occupato da New Orleans e comincia nel peggiore dei modi una trasferta di sette partite, anche perché per almeno metà di queste dovrà fare a meno di Gary Harris, fermato da una distorsione al ginocchio. “I nostri titolari hanno cominciato malissimo, giocando senza alcun senso di urgenza e costruendo una buca da 21 punti” ha commentato un arrabbiatissimo Mike Malone, che ha visto i suoi tirare solamente col 22% nel primo quarto e chiudere con il 37% alla fine, con Nikola Jokic da 17+12 (ma 5/15 al tiro) e Jamal Murray da 16 (ma 5/18 dal campo). “Se a questo punto della stagione dobbiamo ancora allenare l’impegno da mettere in campo, allora abbiamo un enorme problema”.

Utah Jazz-Sacramento Kings 103-97

IL TABELLINO

Chi invece non conosce sosta sono gli Utah Jazz, arrivati alla nona vittoria consecutiva (21^ nelle ultime 23) e soprattutto al quinto posto nella Western Conference, un risultato inimmaginabile solo pochi mesi fa. Il successo ai danni dei Kings è arrivato nonostante l’ottimo 14/21 dall’arco degli avversari guidati dai 23 punti di Buddy Hield, ma il 31/38 dalla lunetta dei Jazz ha sopperito ad una serata al tiro da dimenticare (6/24 da tre di squadra). Tra i sei giocatori in doppia cifra spiccano i 28 di Donovan Mitchell (nonostante l’1/8 dall’arco) e la doppia doppia da 22+13 di Rudy Gobert (quarta nelle ultime cinque da 20+19), importanti per spezzare la parità sul 94 pari a 1:11 dalla fine per chiudere la partita con l’esperienza di Joe Ingles, autore di 14 punti, 7 rimbalzi e 9 assist. Se non altro i Kings possono consolarsi di qualche piccolo miglioramento: la squadra di Dave Joerger è 5-5 nel mese di marzo e la panchina ha distrutto quella degli avversari per 56-15. “Nell’ultimo periodo stiamo trovando la nostra identità, speriamo di chiudere la stagione in maniera migliore rispetto al passato” ha commentato il miglior realizzatore Hield.

Phoenix Suns-Golden State Warriors 109-124

IL TABELLINO

Anche senza tre giocatori del calibro di Curry, Thompson e Durant, i Golden State Warriors non si dimenticano come si fa un super parziale nel terzo quarto. I 42 punti rifilati ai Phoenix Suns appena dopo l’intervallo sono il marchio di fabbrica degli Warriors, guidati nel parziale da 16 dei 28 punti di Quinn Cook (al suo secondo career-high in due giorni) e dalla tripla doppia sfiorata da Draymond Green, autore di 25 punti, 11 rimbalzi 8 assist. I loro contributi insieme ai 20 punti di Nick Young sono serviti per rimontare le 15 lunghezze di svantaggio accumulate nel primo tempo, rendendo amaro il massimo in carriera di Josh Jackson (36 punti) e infliggendo ai Suns l’ottava sconfitta consecutiva e la 23^ nelle ultime 25. La contemporanea vittoria di Memphis ha reso Phoenix la squadra col peggior record della lega a 19-52, una situazione che non sembra destinata a migliorare presto visto che Devin Booker — pur sostenendo tutto il riscaldamento — è rimasto fuori per un problema alla mano destra.

Chicago Bulls-Cleveland Cavaliers 109-114

IL TABELLINO

Dopo essere stati sopra di 17 all’intervallo e ancora di 11 nel corso del secondo tempo, i Cavaliers si vedono raggiunti dai Bulls a quota 99. La decide allora un gioco da  4 punti di  Jordan Clarkson, assistito da LeBron James, in una serata in cui “The Chosen One” griffa la tripla doppia n°15 in stagione, mandando a referto 33 punti, 12 rimbalzi e altrettanti assist. Sforzo forse eccessivo per i vice campioni NBA, che hanno dovuto sudare fino al termine per battere una squadra con sole 24 vittorie in stagione e scesa in campo senza Lauri Markkanen, Zach LaVine e Kris Dunn: la resistenza dei Bulls è guidata da uno scintillante Danzel Valentine al suo massimo in carriera (34 con 8/11 al tiro), con Bobby Portis capace di bissare a quota 15 (punti e rimbalzi, quest’ultimo dato valido per il suo massimo stagionale), ma non basta. In casa Cavs oltre al “Re” ci sono 21 punti per Jeff Green e 19 per Jordan Clarkson, ma a tener banco c’è l’ennesima assenza in panchina (solo nel secondo tempo) di coach Tyronn Lue, alle prese con un “misterioso” malanno (che già lo avevo tenuto fermo per una partita e mezzo durante l’anno). 

Washington Wizards-Indiana Pacers 109-102

IL TABELLINO

Washington batte Indiana, la eguaglia nel record (40-30) ma si guadagna un eventuale fattore al primo turno (quarta contro quinta) grazie al secondo successo nei tre scontri diretti stagionali. Il merito è del solito Bradley Beal, miglior realizzatore degli Wizards a quota 19, e di un redivivo Marcin Gortat, che dopo aver segnato un totale di 17 punti nelle precedenti 4 partite, chiude quella contro Indiana con 18 punti, frutto una prestazione quasi perfetta al tiro (6/8 dal campo, 6/6 da tre). I Pacers pagano le assenze di Myles Turner e di Domantas Sabonis ma ancora più le 15 palle perse di squadra che portano a 26 punti di Washington: il migliore per Indiana è un Lance Stephenson da 25 punti con 10/15 al tiro, mentre ne aggiunge 18 Victor Oladipo. Washington è sopra di 12 già all’intervallo e poi arriva ad aumentare il proprio vantaggio fino al +20 sul 71-51, spinta anche dai 16 punti di Kelly Oubre Jr. e dai 15 di Markieff Morris. Gli ospiti rientrano per due volte fino al -7 ma la squadra di coach Brooks è capace di rintuzzare ogni tentativo di rimonta dei Pacers, per centrare il secondo successo consecutivo. 

Milwaukee Bucks-Atlanta Hawks 122-117

IL TABELLINO

Milwaukee si mantiene in posizione da playoff a Est (settima, con una sconfitta in meno degli Heat) andando a infliggere alla peggior squadra NBA – gli Atlanta Hawks – il ko n°50 della propria stagione. Sempre il solito Giannis Antetokounmpo è il leader assoluto dei padroni di casa: The Greek Freak chiude con 33 punti e 12 rimbalzi, altri 23 li aggiunge Khris Middleton, 19 Eric Bledsoe e 15 dalla panchina Jabari Parker, che cerca di entrare in ritmo partita dopo il lungo infortunio che lo ha tenuto per mesi fermo ai box. Se il lato positivo per Altanta può essere trovato nel massimo in carriera (solo eguagliato) di Taurean Prince a quota 38, gli aspetti negativi vedono Dennis Schroder uscire per falli (e 19 punti) con ancora 2:45 da giocare sul cronometro, lasciando senza guida tecnica e ispirazione il resto degli Hawks, che chiudono con una stoppata subita e una palla persa. 

New York Knicks-Charlotte Hornets 124-101

IL TABELLINO

I Knicks segnano 77 punti nei due quarti centrali (42-17 il parziale del terzo, con un break di 32-7 per chiuderlo) e per la prima volta dopo nove incontri escono dal campo vittoriosi, evento che a New York non festeggiavano dal 22 febbraio. Tim Hardaway Jr. è il top scorer per coach Hornacek, con 25 punti e 4/6 da tre punti ma con altri quattro giocatori in doppia cifra (15 per Frank Ntilikina, 14 per Trey Burke, 13 per Troy Williams, 12 di Isaiah Hicks, tutti dalla panchina) i Knicks si prendono il lusso di mandare a tabellone il loro massimo punteggio stagionale (124 punti). Il vantaggio arriva fino a un comodissimo +38, quando l’attacco degli Hornets smette quasi completamente di funzionare (4/23 al tiro nel terzo quarto) e la gara trova subito il proprio padrone. Per Charlotte, che tira il 36.7% dal campo, si tratta del settimo ko nelle ultime nove, con Dwayne Bacon miglior marcatore di squadra a quota 15 e Dwight Howard in doppia doppia con 14+13 rimbalzi. 

Brooklyn Nets-Dallas Mavericks 114-106

IL TABELLINO

I Nets hanno dovuto vincerla due volte: dopo aver costruito un immediato vantaggio sull’11-0 approfittando delle gambe pesanti dei Mavericks reduci dall’overtime della sera prima a Toronto, hanno subìto il ritorno degli ospiti e nel terzo quarto sono finiti anche sotto di 10 punti. Quindi nell’ultima frazione i padroni di casa hanno ricominciato a sfruttare la stanchezza degli avversari, privati anche di un Dennis Smith Jr. da 21 punti in soli tre quarti, prima di uscire per una brutta distorsione alla caviglia. A quel punto Brooklyn ha avuto via libera per andare a vincere, tenendo Dallas a soli 17 punti nell’ultimo quarto grazie ai 23 punti di Rondae Hollis Jefferson, i 22 di D’Angelo Russell e i 19 di DeMarre Carroll, mentre ai Mavs non sono serviti i 18 di Dwight Powell e altri tre giocatori in doppia cifra. Tra questi anche Dirk Nowitzki con 13, che con questa gara ha superato Kevin Garnett al quinto posto per maggior numero di partite disputate in NBA a quota 1.463.