Please select your default edition
Your default site has been set

NBA, LeBron James è l’incubo di Toronto: Cleveland vince nel finale

NBA

La stella dei Cleveland Cavaliers ha ricordato a tutti di cosa è capace, realizzando una prestazione senza precedenti da 35 punti, 17 assist e 0 palle perse contro la squadra col miglior record a Est. Ai Raptors, dopo un primo tempo perfetto da 79 punti, non bastano i 24 di Kyle Lowry e i 21 di DeMar DeRozan.

Non hai Sky? Guarda lo Sport che ami subito e senza contratto su NOW TV! Clicca qui

Cleveland Cavaliers-Toronto Raptors 132-129

IL TABELLINO

Una singola partita, specialmente di regular season, non può cancellare la mole di lavoro fatta lungo tutta la stagione né cambiare drasticamente le valutazioni sulle squadre coinvolte. Una singola partita può però creare un precedente, instillare un dubbio, o ricordare una semplice realtà. I Toronto Raptors, nonostante il primo posto e miglior record della Eastern Conference, stanotte hanno avuto diverse conferme: la prima è che di sicuro se la possono giocare, visto il primo tempo da 79 punti realizzato in casa dei Cleveland Cavaliers; la seconda è che la strada verso le prime Finali della loro storia passa necessariamente da un altro incontro con LeBron James — e che indipendentemente dalle circostanze non sarà una sfida facile. Il Re ha sfoderato una delle migliori prestazioni della sua già eccellente stagione registrando 35 punti, 7 rimbalzi, 17 assist e 0 palle perse, con 11/19 dal campo e 12/14 ai liberi in quasi 40 minuti di puro dominio, guidando una rimonta partita dal -15 di metà terzo quarto e contribuendo in prima persona (segnando o assistendo) a 80 dei 132 punti mandati a referto dai Cavs, tra cui 27 dei 34 dell’ultimo quarto. L’unica sbavatura nella sua gara è arrivata a 3.9 secondi dalla fine quando ha sbagliato il tiro libero del possibile +4, lasciando un’ultima possibilità a DeMar DeRozan. Sul possesso decisivo però James si è preso carico della marcatura dell’All-Star avversario e ha difeso da vicino la conclusione forzando l’errore — anzi, per i Raptors è stato fin troppo vicino, commettendo un fallo non sanzionato dagli arbitri. Ad accompagnare la straordinaria prestazione di James ci sono i 23 punti di Kevin Love (che ha realizzato la sua tripla numero 1.000 in carriera a 27.5 secondi dalla fine per il +4) e i 22 con 10/11 al tiro di George Hill, oltre ai 15 di Jeff Green e i 14 dell’ex José Calderon (4/4 da tre). In generale i Cavs hanno realizzato la miglior prestazione al tiro della stagione con il 60% dal campo e addirittura col 62.5% dall’arco, commettendo solo 9 palle perse pur dovendo fare a meno di cinque giocatori di rotazione (Kyle Korver, Tristan Thompson, Cedi Osman, Rodney Hood e Larry Nance Jr.) e ovviamente del loro allenatore Tyronn Lue. Cose che sembrano impossibili ma diventano possibili quando puoi contare sul miglior giocatore del mondo.

Il rammarico dei Raptors e la psicosi-James

Ai Raptors rimane il rammarico di aver realizzato il miglior primo tempo di sempre contro una squadra di James, di aver guidato anche di 15 lunghezze e di aver avuto l’ennesima grande prova della panchina, che grazie ai vari Jakob Poeltl (17 punti) e Fred VanVleet (16) ha battuto quella dei Cavs 58-23 pur dovendo fare a meno di C.J. Miles fermato dall’influenza. Non è però bastato per resistere alla forza travolgente di James, a cui Kyle Lowry (24 punti con 6/9 da tre) e DeMar DeRozan (21 ma con 6/15 dal campo) non sono riusciti ad opporsi. La difesa dei canadesi, la terza migliore della lega su base stagionale, non ha trovato risposte alla grande serata al tiro degli avversari, tanto che il vantaggio di 15 punti è stato sprecato sostanzialmente in metà quarto, permettendo ai Cavs di chiudere la terza frazione in svantaggio solamente di un punto — lasciando poi il proscenio all’ultimo quarto da 14 punti e 5 assist del Re. “Non puoi concedergli sia 17 assist che 35 punti” ha dichiarato coach Dwane Casey dopo la partita. “Non puoi fermare completamente un giocatore del suo calibro, ma sapevamo quale fosse il piano-partita e dovevamo fare in modo che non facesse entrambe le cose”. “Abbiamo difeso in maniera terribile, dobbiamo fare molto meglio di così”, ha confermato Lowry, che però non ha schivato tutte le domande sulla prestazione di James dicendo solo che “ha giocato una buona partita”. Comprensibile che i Raptors non vogliano fare troppi complimenti al giocatore che li ha eliminati dai playoff negli ultimi due anni, di cui l’ultima con un rotondo 4-0. Questo però non significa che non sappiano esattamente chi si trovano di fronte: “Rimangono comunque una squadra fortissima, una delle migliori della nostra conference” ha dichiarato DeRozan, che non ha cercato alcuna scusa su quanto successo sull’ultimo possesso. “Non si può togliere loro alcun merito, né sottovalutarli o dimenticarsene, indipendentemente da quali cambiamenti abbiano fatto”.

James lascia i Cavs senza parole: “Mai visto niente del genere”

Perché per tutte le cose che sono cambiate a Cleveland in questa annata a dir poco tumultuosa, una costante rimane: la grandezza di LeBron James, perché una partita da 35+17 con 0 palle perse non era mai stata realizzata prima nella storia del gioco. “Mai visto niente del genere, quello che fa sera dopo sera è incredibile” ha detto il suo coach ad interim Larry Drew. “Il modo in cui mantiene questo livello è incredibile. Sembra che possa farlo ogni singola volta: io rimango seduto lì e scuoto la testa. Sono semplicemente contento di poterlo allenare”. Il sostituto di Tyronn Lue ha anche aggiunto che questa può essere la vittoria della svolta per la stagione dei Cavs, che devono difendere il terzo posto e arrivare in salute ai playoff per poter dire la loro a primavera inoltrata. Discorsi che per il momento toccano solo tangenzialmente il Re, che ancora una volta si è rivelato un tormento per il resto della Eastern Conference: “È una buona vittoria per tutte le assenze che abbiamo e quello che sta succedendo, una buona vittoria contro un ottimo avversario” ha dichiarato dopo la gara. “Ma non ho bisogno di ricordare a nessuno di cosa sono capaci le mie squadre”. No, decisamente non ne ha bisogno nessuno.