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NBA, risultati della notte: mostruoso Dwight Howard, vittorie importanti per Clippers e Spurs

NBA

Il centro di Charlotte diventa solo l'ottavo giocatore nella storia della NBA a mettere a segno una prestazione da 30+30 (32 punti e 30 rimbalzi). DeAndre Jordan guida i Clippers sul campo dei Bucks ma Denver non molla e vince a Chicago. Successi anche per Spurs e Pelicans a Ovest e Miami a Est

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Brooklyn Nets-Charlotte Hornets 105-111

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Charlotte sembra spacciata già alla fine del primo tempo, chiuso sotto di 19 punti contro dei Nets alla ricerca della terza vittoria consecutiva. Lo svantaggio degli Hornets sale fino a 23 punti a metà terzo quarto, ma ecco che entra in scena “Superman”. Riappropiandosi di un soprannome ormai sbiadito, Dwight Howard manda a referto una prestazione storica firmando 32 punti e 30 rimbalzi (record di franchigia) e guidando i suoi a un’improbabile rimonta, coronata da un 9-0 finale che porta anche la firma di Kemba Walker, autore di 10 dei suoi 24 punti nel quarto periodo. Ma il protagonista indiscusso della serata è il centro di Charlotte, solo l’ottavo giocatore nella storia della lega a collezionare una prestazione da 30+30, il primo da quando ci era riuscito Kevin Love (ancora in maglia Timberwolves, con 31 punti e altrettanti rimbalzi) nel 2010. Howard è il primo giocatore dai tempi di Kareem Abdul-Jabbar (nel 1978) a far segnare una gara del genere contro i Nets: “Sempre bello essere associati a un come Kareem: lui e Wilt Chamberlain sono i giocatori a cui mi sono ispirato crescendo”. Proprio Chamberlain è un mostro a parte anche quando si parla di gare da 30+30, avendone messo a segno (da solo) la bellezza di 124, contro le 32 collezionate dagli altri sette giocatori messi assieme. Charlotte ha anche 17 punti da Jeremy Lamb, mentre non bastano ai Nets i 19 di D’Angelo Russell e gli 11 di Caris LeVert: Brooklyn deve ancora vincere tre gare in fila dall’inizio del campionato.

Milwaukee Bucks-L.A. Clippers 120-127

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“In tutto l’anno non abbiamo mai giocato così bene come nei primi 7 minuti del primo quarto”, dice Doc Rivers: un quarto che i suoi Clippers chiudono sul 38-24 tirando il 60% dal campo, trascinati da un DeAndre Jordan già in doppia doppia con 14 punti e 10 rimbalzi. Sarà di 25&22 il bottino finale del centro losangelino, mentre 22 li aggiunge Austin Rivers (compresa una tripla che mantiene a distanza i Bucks nel finale, negando loro ogni tentativi di rimonta), 19 li segna Lou Williams e 18 Tobias Harris, mantenendo ancora i Clippers in corsa per l’ultimo posto ai playoff a Ovest. Il ko interno di Milwaukee si spiega soprattutto con l’infortunio che — con 4 minuti ancora da giocare nel secondo quarto — toglie dalla gara Giannis Antetokounmpo (12 punti fin lì), la cui caviglia si gira in un impatto fortuito col suo compagno Shabazz Muhammad. Ai Bucks non servono i 23 di Khris Middleton e i 20 di Jabari Parker, alla sua miglior prestazione stagionale dal rientro dall’infortunio.

San Antonio Spurs-Washington Wizards 98-90

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La striscia di presenze consecutive ai playoff non è ancora certo che si allunghi (anche se ora gli Spurs sono sesti a Ovest, con lo stesso record dei Pelicans, quinti) ma intanto per la 21^ stagione in fila San Antonio ha la certezza di chiudere con un record vincente. Certezza che gli arriva dalla vittoria contro Washington, la quinta in fila, ispirata dai 27 punti con 9 rimbalzi di LaMarcus Aldridge (29.6 e 9.2 le sue medie nelle ultime cinque gare), di cui nove segnati nel parziale di 23-9 del terzo quarto che dà ai texani un vantaggio di 17 punti. Anche grazie ai 16 punti di Kyle Anderson e ai 9 con 10 rimbalzi di Dejounte Murray, il vantaggio sale fino a 22 prima dell’inutile rimonta nel finale degli ospiti, che hanno 21 punti a testa da Bradley Beal e Kelly Oubre Jr. ma che con la sconfitta a San Antonio scendono fino al sesto posto della Eastern Conference.

New Orleans Pelicans-Indiana Pacers 96-92

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Il recupero della gara dello scorso febbraio — rinviata per delle infiltrazioni dal tetto — ha costretto i Pelicans a uno sforzo supplementare, giocando cinque partite in sei giorni. Per questo motivo quando Anthony Davis ha lasciato andare dalla linea di fondo il tiro del +4 a 53 secondi dalla fine, il suo unico pensiero è stato “Per favore, non farci andare al supplementare”. Preghiera esaudita, visto che i padroni di casa hanno mantenuto il vantaggio fino alla fine portando a casa una vittoria tirata contro un avversario di livello. Gran parte del merito va come sempre a Davis, eccellente con i suoi 28 punti, 13 rimbalzi e 5 stoppate e supportato da altri tre compagni in doppia cifra, tra cui un E’Twaun Moore da 23 punti e un Nikola Mirotic da 15, mandando a segno due triple fondamentali nel finale dopo aver cominciato con 0/7 dall’arco. Per i Pelicans si tratta della terza vittoria in fila, utile per mantenere il quinto posto a Ovest ma soprattutto mettendo tre gare complete di distanza dal nono posto occupato da Denver. Indiana, invece, con questa sconfitta e la contemporanea vittoria di Philadelphia cede a Marco Belinelli e soci il quarto posto a Est, complice una pessima gara al tiro (36.6%) a cui sono riusciti a mettere una pezza solo con i rimbalzi d’attacco (15 per 17 punti da seconda opportunità) e i recuperi (20 palle perse forzare per 15 punti). “Stasera non abbiamo mostrato compostezza, giocavamo troppo veloce: non ho riconosciuto il modo in cui gioca il mio gruppo” ha sentenziato coach McMillan, a cui non sono bastati i 21 punti di Victor Oladipo.

Miami Heat-New York Knicks 119-98

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Dopo un primo tempo chiuso in controllo sul 64-47, c’è stato solamente un brevissimo momento in cui gli Heat sono sembrati in difficoltà, ovverosia quando i Knicks si sono riportati a -9 forzando il timeout di Erik Spoelstra. Da lì in poi però la gara ha continuato a scorrere placida, complici due triple in fila di Tyler Johnson (miglior realizzatore di squadra con 22 punti) e la porosa resistenza degli ospiti, che lontano da New York quest’anno hanno vinto solo 6 partite su 35. Con ritmi blandi e ampi spazi, a emergere è stata la completezza offensiva di Kelly Olynyk, che dopo i 30 segnati nella folle partita al doppio overtime contro Denver si è regalato una doppia doppia da 22 punti e 10 assist, suo massimo in carriera. Uno, in particolare, spicca sugli altri, uno strepitoso “tunnel” a Kyle O’Quinn per regalare il più facile degli appoggi a Josh Richardson. La guardia ha segnato 12 punti, uno dei sei giocatori in doppia cifra insieme a Johnson, Olynyk, Wayne Ellington (16 punti), Justise Winslow (15) e Goran Dragic (14) per una vittoria mai in discussione, toccando il massimo vantaggio sul +28 e svuotando le panchine negli ultimi cinque minuti. Per i Knicks si tratta dell’ennesima gara senza anima, con 23 punti e 13 rimbalzi di Enes Kanter, 22 del triplo ex Michael Beasley (20 nel solo primo tempo), 16 di Trey Burke e 12 per Tim Hardaway Jr, pagando una panchina che si è fatta massacrare da quella degli avversari per 62-28.

Chicago Bulls-Denver Nuggets 102-135

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A Chicago si festeggia la “Serbian Heritage Night” ma a festeggiare è l’unico serbo in campo e non certo il pubblico di casa. Nikola Jokic davanti a parecchi suoi connazionali scatenati sugli spalti chiude con 21 punti e 9/11 al tiro aggiungendoci anche 7 rimbalzi e 5 assist, guidando sette giocatori dei Nuggets in doppia cifra e travolgendo una versione dei Bulls super rimaneggiata (fuori Zach LaVine, Kris Dunn e Lauri Markkanen) che si arrende facilmente incassando la quarta sconfitta nelle ultime cinque gare (nonostante i 16 punti di Cristiano Felicio e i 15 di Bobby Portis). Le dimensioni della debacle dei padroni di casa è nel vantaggio massimo raggiunto dai Nuggets (+46), che tirano il 61.4% dal campo e mandano ben 7 giocatori in doppia cifra, con Paul Millsap come miglior marcatore a quota 22 (con 8 rimbalzi) in 27 minuti. Denver manda a segno 20 triple, 5 delle quali portano la firma di Wilson Chandler, che chiude a quota 19.