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NBA, Ginobili dice la sua su Kawhi Leonard: “Penso che non torni quest’anno”

NBA

L’argentino vuole evitare alla squadra distrazioni inutili: “Dobbiamo pensare che non torni, che siamo e saremo questi fino alla fine della stagione, che dobbiamo lottare senza di lui”

L’apparizione di Kawhi Leonard in divisa, la sua maglia n°2 indosso, sul campo di allenamento dei San Antonio Spurs ha fatto per un momento trattenere il fiato. Peccato fosse insieme ai suoi compagni soltanto per l’annuale foto di squadra, dovere a cui non si è sottratto. Non si è sottratto ai microfoni dei giornalisti neppure Manu Ginobili, che ha espresso la sua posizione riguardo alla tormentata stagione del suo illustre compagno di squadra: “Io penso che non torni in campo prima della fine della stagione, perché pensare il contrario non ci aiuta”, l’opinione dell’argentino. “Ci abbiamo creduto una settimana fa — ci avete fatto credere voi [la stampa, ndr] che stesse per tornare e noi ci siamo cascati. Invece dobbiamo pensare che non torni, che siamo e saremo questi fino alla fine della stagione, che dobbiamo lottare senza di lui. Questo atteggiamento non dovrebbe più cambiare, almeno finché non lo vedremo in campo sulla palla a due”. Parole quasi più motivazionali — verso il gruppo e, forse, verso Leonard stesso, magari imbeccate anche dal suo allenatore… — che altro: Ginobili non sa (come sembra non sapere nessuno, a San Antonio) se Leonard sarà in grado o meno di scendere ancora in campo quest’anno, ma sceglie di evitare inutili distrazioni  aggirando completamente il problema. L’ipotetico ritorno di Leonard non è più una distrazione se si esclude che possa tornare. Una posizione condivisa anche da Patty Mills: “Per noi ora conta solo concentrarci su quello che dobbiamo fare in campo”, dice l’australiano. “Dobbiamo andare avanti per la nostra strada, siamo in un momento fondamentale della stagione e dobbiamo affrontarlo con tutto quello che abbiamo dentro, senza pesi supplementari che ci possano condizionare”.

"Un alieno all'interno del gruppo"

Ginobili poi ha voluto approfondire la peculiarità della situazione Leonard comparandola a un periodo — più breve, un mese circa — in cui lo stesso argentino, non potendo scendere in campo bloccato da un infortunio, faceva tutto il possibile per restare comunque una presenza positiva nel gruppo: “Kawhi è qui con noi ma è come se non fosse realmente con noi, perché il cameratismo si forma in palestra, durante gli allenamenti, prima e dopo le partite, perfino durante gli intervalli, quando magari stiamo attraversando momenti difficili. E lui in questi contesti non è con noi, e so che è davvero dura, perché l’ho vissuta anch’io una situazione del genere — e rischi di vederti come un alieno rispetto al resto del gruppo. Devi fare uno sforzo supplementare per sentirti e farti sentire parte del gruppo, ogni giorno, cercando di restare coinvolto, parlando con tutti, fermandoti magari qualche minuto in più al termine di ogni allenamento per vedere che succede in spogliatoio: ma non è facile, perché non viene così naturale se non fai parte della routine quotidiana della squadra”. Quello che Ginobili non dice è se Leonard questo extra sforzo lo stia facendo o se invece queste parole siano un messaggio per stimolare il n°2 a comportarsi diversamente. Intanto anche la data approssimativa — metà marzo — ipotizzata per il suo rientro è passata senza novità: “Deve ricevere l’ok al rientro dallo staff medico che sta consultando — dice un Popovich forse non così contento di una presenza esterna (una troupe medica a cui Leonard si è affidato) attorno ai rigidi confini del mondo Spurs — e finché questo ok non arriva non possiamo far niente. Una volta ricevuto semaforo verde, allora ci metteremo attorno a un tavolo a parlare per decidere il momento migliore per averlo di nuovo in campo”. Chissà se quest’anno, o il prossimo.