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NBA, i risultati della notte: Kemba da record, Memphis che scoppola! Vincono Pelicans e Jazz

NBA

Kemba Walker è il protagonista della notte: 46 punti e dieci triple a segno nel successo da record di Charlotte contro Memphis, che aggiorna il massimo di punti incassati in una sconfitta (ben 61). Anthony Davis segna 33 punti nella vittoria in volata dei Pelicans sui Lakers. Utah controlla la sfida contro Dallas, Sacramento batte Atlanta in una partita dall’atmosfera irreale

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Charlotte Hornets-Memphis Grizzlies 140-79

IL TABELLINO

Meno di 24 ore fa, Dwight Howard usciva dal campo di Brooklyn avendo messo a referto una prestazione da record: 32 punti e 30 rimbalzi (roba che non si vedeva da 30 anni in NBA), conditi con un fallo tecnico di troppo che l’ha costretto a saltare la sfida contro Memphis. Gli Hornets e soprattutto Kemba Walker però, non sembrano averne patito più di tanto l’assenza, in una sfida che entra di diritto nella storia della franchigia. L’All-Star numero 15 di Charlotte infatti gioca una partita perfetta, batte nel primo quarto da solo 17-14 i Grizzlies e chiude il primo tempo con 35 punti (la terza miglior prestazione in soli due quarti della stagione, dopo i 37 di Lou Williams e i 36 di James Harden). La partita non inizia neanche, con Memphis ancora senza Marc Gasol (oltre a tutto il resto di infortunati) che affonda in meno di cinque minuti. La gara diventa dunque una sfida personale tra Walker e il tiro da tre punti: alla sirena sono 46 punti con dieci triple e dieci tiri liberi, il terzo a riuscirci dopo Joe Dumars nel 1994 e  Kyrie Irving nel 2015. Il tutto però in soli 28 minuti di gioco, chiusi con +47 di plus/minus. A fare rumore infatti è la clamorosa sconfitta dei Grizzlies, che perdono con ben 61 punti di scarto. La più larga vittoria nella storia degli Hornets, la peggior sconfitta in quella degli ospiti, la sesta all-time nella storia NBA. La più larga di sempre infatti resta quella incassata dai Miami Heat, che presero 68 punti dai Cleveland Cavaliers nel 1991. A seguire Blazers, Warriors, Knicks e Kings; tutte però almeno di 20 anni fa. Un fasto che Memphis non avrebbe di certo voluto rinverdire. “Ci hanno riso in faccia – racconta Tyreke Evans -. È stato imbarazzante, una partita senza competizione”.

New Orleans Pelicans-Los Angeles Lakers 128-125

IL TABELLINO

Anthony Davis e Rajon Rondo hanno davvero una gran voglia di andarsi a prendere i playoff. La coppia funziona (anche perché con il numero 23 accanto è semplice mettere assist a referto) e i Pelicans superano la fatica delle cinque gare in sei giorni portando a casa la quarta vittoria consecutiva. New Orleans infatti, a causa del recupero della sfida contro Indiana, è stata costretta a giocare un irrituale back-to-back-to-back, un solo giorno di riposo dopo aver disputato altre due gare. In sostanza da sabato a giovedì i Pelicans sono rimasti sempre sul parquet, per loro fortuna uscendone quasi sempre vincenti. Alla sirena finale sono 33 punti e nove rimbalzi per Davis, a cui si aggiungono i 24 punti di Rondo – la metà dei quali sono arrivati nel quarto e decisivo periodo. I Lakers infatti sono di gran lunga la miglior squadra non da playoff di questa seconda parte di regular season, complicati da affrontare e da battere. Il quintetto dei giallo-viola è ispiratissimo, con ben quattro giocatori che chiudono oltre quota 20 punti: 28 di Caldwell-Pope, 23 a testa per Randle e Lopez, 22 di Kuzma, a cui si aggiungono anche i 16 di Thomas. Una potenza di fuoco di tutto rispetto insomma, imprecisa però in un finale in cui i Lakers hanno avuto diverse opportunità per rimettere in discussione il risultato nell’ultimo minuto. Soprattutto con Lonzo Ball, che sbaglia nel momento più importante della gara un paio di conclusioni dalla lunga distanza, in una serata da 1/12 dall’arco e palesemente sfidato da New Orleans. L’ultima opportunità invece capita nelle mani di Caldwell-Pope, che in emergenza è costretto a scaricare e perdere il pallone più pesante del match. Errori di inesperienza, di gioventù su cui coach Walton dovrà inevitabilmente lavorare.

Dallas Mavericks-Utah Jazz 112-119

IL TABELLINO

Dopo il suicidio casalingo contro Atlanta, gli Utah Jazz non potevano permettersi altri passi falsi. Per questo Donovan Mitchell e compagnia ci hanno tenuto sin da subito a mettere le cose in chiaro, in una sfida controllata nell’ultima mezz’ora più di quanto il punteggio finale non dica. Tutto il quintetto degli ospiti chiude in doppia cifra, guidato neanche a dirlo da Donovan Mitchell, autore di 26 punti con il 50% dal campo. I Jazz infatti giocano una gran partita soprattutto nella metà campo avversaria, chiusa con il 53% di squadra e il 41% dall’arco. Dall’altra parte invece Dallas gioca una partita in cui diventa oggettivamente difficile trovare delle motivazioni, chiusa da J.J. Barea con 23 punti e otto assist, molti dei quali per i 21 di Harrison Barner e i 20 di Yogi Farrell. “I canestri segnati sono stati il nostro deodorante”, commenta coach Carlisle a fine partita, quasi a dire che quello è stato l’unico modo per nascondere in parte la puzza di una pessima difesa. Senza quella però non si va da nessuna parte, neanche in una stagione in cui non ti stai giocando più nulla.

Sacramento Kings-Atlanta Hawks 105-90

IL TABELLINO

Partita surreale quella del Golden1 Center di Sacramento, rimasto semi-deserto (2.000 persone scarse sui 17.000 posti disponibili) a causa delle proteste avvenute all’esterno dell’arena dopo la controversa uccisione di un ragazzo di colore da parte della polizia. Una storia orribile di cronaca che ha scatenato l’ira dei cittadini della capitale californiana, in protesta davanti i tornelli d’accesso al palazzetto. La gara è quindi iniziata in ritardo e soltanto dopo che i tanti tifosi che avevano regolarmente acquistato il biglietto sono stati allontanati dalla polizia perché impossibilitati a entrare. I pochi fortunati ad aver avuto accesso al campo sono scesi a ridosso del parquet, in un’atmosfera più da partita tra liceali, con l’eco delle urla dei protagonisti che rimbombava forte visto il vuoto. Alla sirena finale vincono i Kings, ma il risultato sportivo passa decisamente in secondo piano in una gara che già di per sé avrebbe offerto pochi spunti. Sacramento vince così la 24^ partita stagionale, allontanandosi in maniera definitiva dal fondo della classifica e perdendo chance di tramutare la loro scelta in una delle prime.