Gli Houston Rockets al momento sono il miglior attacco della storia della lega, ma la differenza rispetto al passato è la capacità di proteggere il ferro. Essere la 7^ miglior difesa NBA è il passo in avanti decisivo che permette ai texani di sognare il titolo
Finisse oggi la regular season NBA, gli Houston Rockets sarebbero la migliore squadra per produzione offensiva nella storia della lega. I 115.7 punti su 100 possessi prodotti dai texani nelle prime 75 gare di questa regular season sono il massimo mai visto su un parquet NBA, più dei Lakers 1986-87 (al secondo posto con 115.6) e meglio degli Warriors dello scorso anno (sul terzo gradino del podio con i loro 115.5). Nonostante questa roboante versione offensiva, Houston ha iniziato a inanellare successi grazie alla difesa; profondamente cambiata grazie all’innesto dei nuovi arrivi Paul, Tucket e Mbah a Moute. “L’attacco vende i biglietti, la difesa vince le partite” (pluric.), e i Rockets sembrano aver trovato il modo di garantirsi entrambe le cose. La versatilità di Tucker e Mbah a Moute, unita a quella di Ariza, garantisce sempre a Houston la possibilità di cambiare sul pick&roll, di tenere con quattro giocatori diversi le penetrazioni delle guardie avversarie e di non andare sotto quando il missmatch fisico è a favore dell’avversario. I lunghi non hanno un grosso vantaggio in post contro difensori del genere, che riescono allo stesso tempo a mettere enorme pressione sul pallone. Un miglioramento evidente e sotto gli occhi di tutti, anche quelli attenti e soddisfatti di coach D’Antoni: “Penso che la nostra difesa abbia cambiato marcia in questa stagione. Ognuno prova a sempre a migliorare il rendimento a protezione del ferro e sappiamo bene che essere nella Top-10 NBA sarebbe un grosso passo avanti. Entrare nella Top-5 vorrebbe dire aver fatto il definitivo salto di qualità”. Rispetto a 12 mesi fa i progressi sono evidenti: dal 19° posto dello scorso anno con 109 punti concessi su 100 possessi, ai 103.6 attuali che garantiscono ai Rockets la 7^ posizione assoluta. Predisposizione e non solo uomini diversi, come racconta l’azione difensiva riproposta di seguito. P.J. Tucker sul pick&roll centrale dei Jazz finta il cambio sul taglio del lungo e invece sporca il possesso a Mitchell e poi si lancia come una furia in raddoppio. Alla fine è una palla persa dei Jazz e un facile contropiede per Houston.
Tucker-Mbah a Moute, la coppia che garantisce il cambio di marcia
I Rockets quindi, certi di non poter fare a meno del terzetto delle meraviglie Harden-Paul-Capela (con loro in campo il record di Houston è 39 vittorie due sconfitte), devono trovare la giusta coppia da incastrare per rendere al meglio. A livello difensivo non sembrano esserci dubbi: il duo Tucker-Mbah a Moute ha un defensive rating di 97.8, garantendo allo stesso tempo ben 114.9 punti realizzati su 100 possessi – quarto in assoluto per Net Rating e il migliore tra le coppie che non comprendono né Harden, né Paul. Un cambio di marcia evidente, considerando che Trevor Ariza e Ryan Anderson concedono ben 107 punti; il duo peggiore per Net Rating tra tutti quelli rimasti sul parquet almeno per 500 minuti. Anderson infatti peggiore tutte le prestazioni dei compagni e sembra essere destinato a veder ridurre drasticamente i suoi 26 minuti di utilizzo (nonostante il 38.6% dall’arco faccia comodo all’attacco Rockets). Un cambiamento di pelle che tuttavia non ha fatto perdere presenza a rimbalzo ai texani, anzi. Houston lo scorso anno era al 21° posto per percentuale di rimbalzi difensivi catturati, mentre adesso è salita al terzo posto, alle spalle delle sole Charlotte e Chicago. Protezione dei tabelloni garantita dall’esplosione definitiva di Clint Capela, il migliore di tutta la NBA nell’andarsi a prendere i rimbalzi che (sulla carta) non sono i suoi. Le previsioni fatte da ESPN lo scorso 6 gennaio davano i Rockets favoriti in tutte le partite degli ultimi tre mesi abbondanti di regular season, eccetto la trasferta in Canada contro i Raptors di marzo (quella persa dai texani che ha interrotto la striscia di 17 successi di Houston). Una previsione quasi del tutto rispettata, visto il record di 34-3 in questa seconda metà di stagione. Cifre da Golden State Warriors versione 2015-16, quelli delle 73 vittorie. Merito anche della difesa, la seconda miglior versione a livello statistico di una squadra di D’Antoni dopo i Suns del 2005-06, che concedeva 102.9 punti su 100 possessi. Questi Rockets sono settimi in NBA con 103.8, ma bisogna tenere conto che la produzione degli attacchi è aumentata esponenzialmente nell’ultimo decennio. Phoenix infatti erano la 16^ difesa in tutta la lega, tutta un’altra storia.