Il numero 5 dei Cavaliers ha chiuso la partita contro gli Hornets tirando 8/9 dal campo e avendo enorme impatto in uscita dalla panchina. Un giocatore rigenerato, grazie a una terapia molto particolare usata per preparare la sfida
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Nonostante il record di franchigia di Kemba Walker, nonostante l’altro traguardo storico raggiunto nella serata da LeBron James, non si può glissare sulla vera storia della sfida tra Charlotte e Cleveland. Il protagonista è J.R. Smith, uscito più che soddisfatto dal parquet dopo aver giocato una delle migliori partite della sua stagione, segnando 19 punti e tirando 8/9 dal campo con soltanto due tentativi dall’arco. A fine partita il numero 5 dei Cavaliers ha ringraziato l’assistente Phil Handy, che lo ha incoraggiato prima del match a essere più aggressivo, ad andare a cercare falli e punti vicino al ferro. Larry Drew, allenatore in pectore in attesa del ritorno di coach Tyronn Lue, ha invece sottolineato che il merito è di un nuovo amico di Smith: un cane. Steve Spiro, uno dei trainer dei Cavaliers, ha chiesto informazioni riguardo il programma di preparazione utilizzato dalla squadra di baseball dell’università del North Carolina per rilassare i propri giocatori. Impegnati in una partita a Charlotte anche loro, i Tar Heels si sono trattenuti una notte in più in città per incontrare a colazione i Cavaliers arrivati in città per la sfida contro gli Hornets. La chiave della terapia è un golden retriever, un cane che permette ai giocatori di rilassarsi. L’effetto su J.R. Smith, da sempre appassionato e proprietario di due bulldog inglesi, è stato immediato. Il giocatore di Cleveland è rimasto ipnotizzato, intrattenendosi con Remington (questo il nome del cane) sia prima che dopo la sessione di tiro mattutina. “È stato il compagno ideale, almeno per me – sottolinea Smith -. Era esattamente ciò di cui avevo bisogno: la distrazione migliore per non pensare alla gara, la terapia perfetta per farmi stare meglio”. Insomma, il cane ha fatto alla perfezione ciò per cui era stato addestrato: sa dare il pugno a chi gli porge il suo, sa aprire la porta del frigorifero (a patto che ci sia una tovaglia legata alla maniglia) e fa regolarmente da raccattapalle e portaborracce alle partite di baseball di North Carolina.
Remington, il cane addestrato dai carcerati del West Virginia
Remington conosce più di 100 comandi, appresi in prigione durante i corsi tenuti proprio dai carcerati. La sua formazione infatti è frutto del lavoro fatto nelle comunità di recupero dei prigionieri di Raleigh che, a guardare il risultato, hanno fatto un ottimo lavoro. Un’organizzazione che aveva lavorato all’addestramento del cane con l’obiettivo di affidarlo poi a un cliente in Maryland. Un piano però cambiato all’ultimo momento, con Remington che per ripiego è stato spedito all’università di North Carolina, dove il coordinatore dei treiner andava alla ricerca di un cane di servizio perché i giocatori volevano averne uno quando facevano visita ai bambini in ospedale. Da quel momento in poi Remington è diventato una star del campus, conosciuto e coccolato da tutti in giro per l’università. Smith non è stato l’unico a restare affascinato dal nuovo compagno, ma buona parte del roster ne ha risentito positivamente. “A questo punto bisognerà iniziare a pensare di portare più spesso un cane alle sessioni di tiro”, scherza coach Drew. Beh, potrebbe non essere un’idea così strampalata.