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NBA, Philadelphia non si ferma: 14^ vittoria in fila, 15 punti per Belinelli

NBA

Philadelphia batte Dallas, allunga a 14 la striscia di successi consecutivi e si gode il 3° posto a Est, guidata dal solito Ben Simmons (16-7-9) e dai 15 punti in uscita dalla panchina di Belinelli

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Philadelphia 76ers-Dallas Mavericks 109-97

In Pennsylvania hanno aspettato così a lungo che non si annoieranno certo di continuare a festeggiare. I Sixers battono i Mavericks, vincono la 14^ gara consecutiva, consolidano il 3° posto a Est e continuano la cavalcata nella lunghissima volata verso i playoff. L’ultima volta che a Philadelphia avevano visto una striscia di successi così lunga J.J. Redick aveva 16 mesi e nessun’altro componente del roster era nato (nel 1983 con Julius Erving e Moses Malone). Neanche Marco Belinelli, veterano che a 32 anni suonati sembra un ragazzino felice in mezzo alla bella gioventù dei Sixers. Tirare e tagliare, tagliare e tirare. L’azzurro è una dinamo d’energia e di movimenti in attacco, fin troppi per la difesa dei Mavericks che non aveva poi così tanta voglia di stargli dietro. Il n°18 dei Sixers chiude con 15 punti in 27 minuti, in una serata in cui il tiro non vuole saperne poi tanto di andare dentro (0/3 dall’arco), ma in cui lui è riuscito comunque ad andarsi a prendere i suoi canestri. Per Ben Simmons ogni movimento senza palla è un invito a nozze e così il rookie banchetta nel pitturato (troppo grosso e allo stesso tempo troppo atletico per i difensori di Dallas), smazzando assist a destra e manca. Alla fine sono 16 punti, sette rimbalzi e nove assist, quelli che gli permettono di prendersi il quarto posto nella classifica all-time per passaggi vincenti in una singola stagione con la maglia dei Sixers. Il 14-0 di parziale a metà secondo quarto - realizzato con il quintetto titolare più Belinelli al posto di Redick – spezza in due la gara, ma non la chiude. I Mavericks si rifanno sotto fino al -5 e coach Brown è costretto in un paio di occasioni a chiamare di corsa timeout. Ramanzine che rimettono in carreggiata i padroni di casa, in una gara che non cambia in realtà mai padrone. La tripla di Dorian Finney-Smith dopo sette minuti regala infatti l’ultimo vantaggio agli ospiti sul 14-13. Da lì in poi quello dei texani è un inseguimento che non giunge a conclusione.

Sixers, 32 assist per la cooperativa del canestro

Alla sirena finale sono cinque giocatori in doppia cifra e otto quelli con almeno otto punti. Una cooperativa del canestro, con J.J. Redick miglior realizzatore a quota 18 punti e l’assenza di Joel Embiid passata già di mente a molti. In compenso c’è Markelle Fultz, in campo per 21 minuti e autore di un paio di giocate che lasciano ben sperare i tifosi dei Sixers. Philadelphia tira con oltre il 50% dal campo, nonostante fatichi dall’arco (8/27, 29%). Alla fine sono 32 gli assist su 46 canestri, sintomo di come le cose in attacco siano andate per il meglio. Dall’altra parte i Mavericks, senza Nowitzki in queste ultime gare, si godono i 20 punti, 11 assist e cinque rimbalzi di Dennis Smith Jr., protagonista assieme a un Harrison Barnes da 21 con 9/25 al tiro. I Sixers hanno sofferto il loro atletismo in alcuni momenti della sfida, un po’ sbadati a protezione del ferro e forse troppo sicuri di vincere una partita che alla fine sono riusciti lo stesso a portare a casa. Il profilo Twitter della franchigia della Pennsylvania da qualche giorno ha cambiato nome in "x - Philadelphia 76ers ", sottolineando come il traguardo playoff sia stato archiviato. Accontentarsi proprio adesso però sarebbe ingenuo. Gli Hawks prossimi avversari sono avvisati: a Philadelphia non vogliono smettere di correre.