Klay Thompson segna 22 dei suoi 34 punti nel primo quarto: vincono sia i suoi Warriors che i Raptors contro Orlando, mentre i Celtics avanti di 13 punti nel quarto periodo si fanno rimontare e perdono in volata in casa contro gli Hawks. Domantas Sabonis segna 30 punti (massimo in carriera) nel successo dei Pacers a Charlotte
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Phoenix Suns-Golden State Warriors 100-117
Quando affrontano i Suns a Golden State possono sorridere tranquilli: contro nessuna altra squadra della NBA i californiani vantano una striscia di successi consecutiva (arrivata a 15) come contro Phoenix e la sfida di fine stagione in Arizona non fa eccezione. Ci pensa infatti un caldissimo Klay Thompson a indirizzare subito la gara in una certa direzione, esplodendo per 22 punti (di cui 19 consecutivi) nel solo primo quarto (9/11 al tiro con 4/6 da tre per il n°11 degli Warriors), prima di chiudere a quota 34. L’incredibile prima frazione dell’All-Star agli ordini di coach Kerr non chiude però la partita, perché Golden State è avanti solo di 4 (33-29) dopo i primi dodici minuti. Ci vogliono i punti di Kevin Durant – 17 con 9 assist il suo bottino finale – nel secondo quarto per scavare il solco che i Suns non riescono più a colmare: gli Warriors vanno sopra anche di 18 e chiudono all’intervallo sul 64-50. Per i campioni NBA in carica, senza Curry, Iguodala e McCaw, si tratta del ritorno alla vittoria dopo due ko consecutivi (e cinque sconfitte nelle ultime otto), approfittando anche di un roster di Phoenix ampiamente rimaneggiato (mancano Devin Booker, T.J. Warren, Marquese Chriss ed Elfrid Payton): si fa notare allora Danuel House, che firma il suo massimo in carriera a quota 22, e altri tre giocatori chiudono con altrettante doppie doppie (16 con 10 rimbalzi per Alex Len, 14+14 per Dragan Bender e 15 con 10 assist per Tyler Ulis). La sconfitta dei Suns ha però un risvolto molto positivo se si guarda al futuro: con la contemporanea vittoria di Memphis, la squadra dell’Arizona si è assicurata il peggior record di lega (20-61 al momento) e quindi il diritto ad avere più chance di ogni altra squadra di pescare la prima scelta assoluta al prossimo Draft.
Boston Celtics-Atlanta Hawks 106-112
I Celtics sprecano 13 punti di margine nel quarto periodo e perdono in casa contro gli Hawks una partita di poco valore nella regular season di entrambe e che in parte inguaia Atlanta, adesso terzultima e con lo stesso record di Dallas nei bassifondi della lega. Boston fa gara di testa per oltre 46 minuti, prima di vedersi superata nel finale quando in casa Hawks Teurean Prince e Dwayne Dedmon segnano gli ultimi nove punti degli ospiti. Il n°12 di Atlanta segna 33 punti totali e approfitta del quintetto scelto da coach Stevens per giocare gli ultimi possessi. Al Horford, Jayson Tatum e Jaylen Brown restano a guardare e sul parquet restano Greg Monroe, Shane Larkin, Semi Ojeleye (al massimo in carriera da 13 punti) e Jabari Bird a fare esperienza, cercando di sfangarla in una partita che sembrava già vinta. Alla sirena finale sono 19 punti con 8/12 dal campo per Tatum e 17 con 7/8 al tiro di Monroe, resi vani dall’errore in lay-up di Larkin a meno di dieci secondi dalla sirena. Coach Stevens non si sofferma su una sconfitta che cambia poco nella stagione dei Celtics e parla soprattutto dell’infortunio e dell’operazione di Kyrie Irving, conclusa fortunatamente senza complicazioni e che gli permetterà di tornare al meglio nella prossima stagione. Al suo posto per l’undicesima volta in dodici gare in quintetto è partito Terry Rozier, chiamato a farne le veci almeno fino al rientro di Marcus Smart.
Charlotte Hornets-Indiana Pacers 117-123
Il miglior Domantas Sabonis della stagione chiude con 30 punti (massimo in carriera) in uscita dalla panchina nel successo in trasferta dei Pacers a Charlotte. Victor Oladipo ne aggiunge 27, tirando 12/15 dal campo con tre triple, tenendo vive le flebili speranze di successo nella Central Division di Indiana. I Cavaliers hanno una partita e mezza di vantaggio sui Pacers, che hanno già conquistato aritmeticamente la certezza del 5° posto a Est. Un successo figlio anche della prestazione all-around di Lance Stephenson che con le sue scarpe dorate sfiora la tripla doppia con otto punti, dieci rimbalzi e dieci assist; il settimo sigillo nelle ultime nove gare. Indiana arrivava alla sfida del North Carolina dopo i 73 punti totali realizzati a Toronto, minimo stagionale dovuto soprattutto alla stanchezza accumulata. L’ordine del giorno dunque era cercare di rifiatare, limitando i minuti dei principali protagonisti (Sabonis a parte, che chiude con 38 minuti sul parquet). I Pacers stavolta partono fortissimo e segnano 70 punti nel solo primo tempo, tirando con il 67% dal campo e il 66% dall’arco. Gli Hornets però si rifanno sotto nel terzo quarto, prima di mollare definitivamente nonostante i sette giocatori in doppia cifra guidati dai 22 punti di Malik Monk, ispirato in quest’ultima settimana dopo il massimo in carriera fissato a quota 26 due giorni fa. Il rookie di Charlotte chiude con 8/17 al tiro e tre triple nell’ultima gara casalinga, a cui si aggiungono i 16 punti di Marvin Williams e la doppia doppia da 10+12 di Dwight Howard.
Toronto Raptors-Orlando Magic 112-101
Coach Dwane Casey può far riposare due suoi titolari, DeMar DeRozan e Jonas Valanciunas, e ciò nonostante raccogliere la vittoria n°58 stagionale e la 34^ casalinga, che fa dei Raptors la squadra col milgior record interno della lega, a pari merito con gli Houston Rockets (34-7). Il successo contro Orlando – il diciottesimo nelle ultime 21 sfide – arriva grazie a ottime percentuali al tiro: Toronto chiude infatti con il 50% dal campo e oltre il 42% (17-40) da tre punti, confermando la rivoluzione copernicana compiuta nel corso di questa stagione che li ha visti prendere (e realizzare) sempre più tiri dalla distanza, in controtendenza allo stile di gioco messo in mostra negli anni precedenti. Miglior marcatore di serata tra i canadesi è C.J. Miles con 22 punti (e 5/10 da tre), ma da notare anche il massimo in carriera del rookie OG Anudoby (21 con 5/8 dall’arco) e altri cinque giocatori in doppia cifra, con i 13 di Serge Ibaka e Norman Powell, i 12 a testa di Jakob Poeltl e Delon Wright e gli 11 di Kyle Lowry. Orlando incassa la 32^ sconfitta su 40 trasferte, nonostante i 16 punti di Aaron Gordon e i 14 di Mario Hezonja: si tratta dell’ottavo ko nelle ultime 11 gare disputate per la squadra della Florida.
Memphis Grizzlies-Detroit Pistons 130-117
I Grizzlies aggiungono un altro capolavoro di totale assenza di tattica e senso a una stagione disastrosa, vincendo una partita che molto probabilmente costerà a Memphis la possibilità di arrivare ultima e di puntare quindi con maggiore probabilità alla prima scelta assoluta. Nella non competitiva del Fedex Forum Marc Gasol e compagni giocano una buona partita contro Detroit, approfittando delle enormi disattenzioni difensive dei Pistons e facendo gara di testa per oltre 40 minuti. Il problema è che un risultato del genere (spiace dirlo) è contro gli interessi della squadra del Tennessee, arrivato quando ormai i buoi sono già ampiamente scappati dalla stalla. Alla sirena finale sono ben quattro i giocatori oltre quota 20 punti: il migliore realizzatore è MarShon Brooks che prosegue nel suo momento da favola (che gli ha permesso di firmare un contratto di due anni) chiudendo con 25 punti, 9/14 al tiro e quattro triple in uscita dalla panchina, a cui si aggiungono i 22 dell’altro Brooks sul parquet, Dillon, e i 20 a testa di Marc Gasol e Kobi Simmons. Memphis tira con il 57.8% dal campo e il 48.5% dall’arco (16/33), ispirati contro un avversario che non va oltre i 12 con 18 rimbalzi di Drummond e i 18 punti di Luke Kennard, lanciato in quintetto vista l’assenza fino al termine della regular season di Blake Griffin.