NBA, i risultati della notte: Spurs, Thunder e Pelicans si prendono i playoff, i Bucks superano gli Heat
NBASuccessi per Oklahoma City, San Antonio e New Orleans, che si garantiscono così l’aritmetica certezza di partecipare ai playoff. Westbrook mette a referto la 25^ tripla doppia stagionale, raccogliendo 18 rimbalzi: gliene servono 16 contro Memphis per concludere la regular season in tripla doppia di media. Vince Cleveland che si garantisce il fattore campo al primo turno, Milwaukee batte Orlando e scavalca Miami al 6° posto a Est
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Miami Heat-Oklahoma City Thunder 93-115
I Thunder ce l’hanno messa tutta per soffrire anche in quest’ultima gara dall’enorme peso specifico, ma alla fine sono riusciti a conquistare nonostante tutto il sigillo playoff. Una vittoria in rimonta quella di OKC, che dopo sette minuti di gioco era sotto sul 23-5 in favore di Miami. Una falsa partenza, come quella stagionale che ha costretto Russell Westbrook e compagni a rivedere le proprie ambizioni di gloria. Almeno in regular season. È il numero 0 a suonare la carica, cambiando decisamente musica nel secondo tempo (39-12 di parziale nel quarto periodo ) e riscattando i primi 10 errori al tiro su altrettanti tentativi dal campo per aprire l’incontro. Alla sirena finale sono 23 punti, 18 rimbalzi e 13 assist (25^ tripla doppia stagionale), a cui si aggiungono i 27 con cinque triple di Paul George e i 17 in uscita dalla panchina di Jerami Grant. Carmelo Anthony invece si gode soprattutto il ritorno ai playoff, dopo cinque lunghi anni d’astinenza e quattro finali di stagione consecutivi passati a osservare gli altri. Miami invece con questo ko viene scavalcata da Milwaukee, ritrovandosi virtualmente al 7° posto (e con un incrocio con Boston che non dispiacerebbe poi tanto ai ragazzi di coach Spoelstra). A fine gara sono cinque giocatori in doppia cifra, guidati dai 18 punti di Josh Richardson e dai 16 di Hassan Whiteside. In casa Thunder contro i Grizzlies nell’ultima gara di regular season bisognerà andare a caccia degli ultimi tasselli che rimettano definitivamente a posto una stagione più claudicante del previsto: un successo infatti garantirebbe ai Thunder di non scivolare oltre il 6° posto (evitando quindi Golden State e Houston al primo turno), magari facendo catturare a Westbrook 16 rimbalzi. Qualora il numero 0 ci riuscisse, sarebbe per lui la seconda stagione consecutiva conclusa con una tripla doppia di media. Stavolta però nel completo anonimato. Ci si abitua troppo facilmente alle cose straordinarie.
San Antonio Spurs-Sacramento Kings 98-85
Anche gli Spurs possono festeggiare l’aritmetica certezza di non perdersi la post-season per la 21^ stagione consecutiva sotto la guida di Gregg Popovich, abili a battere grazie a un super quarto periodo i Kings. San Antonio infatti a 12 minuti dalla fine è sotto di sei, ma nell’ultima frazione i nero-argento giocano uno dei migliori quarti della loro stagione, piazzando il parziale da 38-19, guidati dai 18 punti di Rudy Gay e dai 17 di Manu Ginobili, entrambi in uscita dalla panchina. C’è voluto un lay-up in contropiede di Bryn Forbes (che aggiunge 11 punti al contributo raccolto dai texani a gara in corso) a 10 minuti dalla sirena per regalare il primo vantaggio nel match agli Spurs, sempre sotto abbattuti per 40 minuti da un Willie Cauley-Stein da 25 punti e dieci rimbalzi, dai 21 punti di De’Aaron Fox e dai 17 di Buddy Hield. I Kings sono così costretti a rimandare l’appuntamento con la vittoria contro San Antonio, che in assoluto manca dal 15 novembre 2014 (a Sacramento), mentre all’AT&T Center non riescono a conquistare un successo dal lontano 20 gennaio 2012. San Antonio adesso deve giocarsi l’ultimo scontro diretto contro i Pelicans: vincere vorrebbe dire garantirsi il quinto posto, perdere invece li condannerebbe al settimo e dunque a uno scontro con Golden State già nel primo turno. Un’evenienza da evitare a ogni costo.
L.A. Clippers-New Orleans Pelicans 100-113
Tornano ai playoff dopo tre anni anche i New Orleans Pelicans, abili a battere a domicilio i Clippers che già avevano perso ogni speranza di accesso alla post-season nei giorni scorsi. A guidare la squadra della Louisiana ci pensa Anthony Davis, autore di 28 punti, sei rimbalzi e cinque stoppate. Tanto basta assieme alla doppia doppia da 24 punti e 16 rimbalzi di un positivo Nikola Mirotic. Il sostituto di DeMarcus Cousins, costretto a concludere la stagione lo scorso 26 gennaio a causa della rottura del tendine d’Achille e punto di svolta nella stagione dei Pelicans. Tutti li davano per spacciati, invece a New Orleans hanno messo il turbo, avendo la possibilità nell’ultima gara contro gli Spurs di giocarsi addirittura il 5° posto a Ovest (attualmente occupato). Una gara senza storia sin dalla palla a due, in cui le motivazioni inevitabilmente hanno lasciato il segno. New Orleans tira con il 51% dal campo e il 56% dall’arco nel primo tempo, allunga comodamente in doppia cifra e non vede mai messa in discussione la sua leadership. Doc Rivers dà spazio sul parquet un po’ a tutti, ma non sembra esserci molta differenza dalle rotazioni che è stato costretto a utilizzare durante tutta la regular season; a caccia di una formula per tappare i buchi e colmare le tante defezioni. I playoff, scontati a inizio stagione, sono diventati impresa ardua a causa degli infortuni. A Los Angeles però non sono riusciti nel miracolo come a New Orleans.
Milwaukee Bucks-Orlando Magic 102-86
I Milwaukee Bucks vincono senza colpo ferire la sfida casalinga contro Orlando, trascinati da Eric Bledsoe che, vista l’assenza di Giannis Antetokounmpo (a riposo per la seconda gara consecutiva), si carica sulle spalle tutta la squadra. L’ex point guard dei Suns chiude con la quarta tripla doppia della sua carriera, autore di 20 punti, 12 rimbalzi, 11 assist e tre recuperi. Una partita a tutto tondo, incensata anche da coach Prunty che si gode un convincente Shabbazz Muhammad da 22 punti, al suo massimo in stagione. Milwaukee chiude dunque con un successo nell’ultima partita di regular season giocata dai Bucks al Bradley Center, rottamato in favore della nuova arena che ospiterà i loro match casalinghi dal prossimo ottobre. Un palazzetto utilizzato per 30 anni, dentro il quale Milwaukee ha vinto 668 gare di regular season, perdendone 536 e dove concludere con almeno due gare playoff. I Bucks infatti si godranno per la terza volta negli ultimi quattro anni la post-season, al momento sesti e passati davanti agli Heat sconfitti in casa dai Thunder. L’ultima gara è a suo modo catartica, lo scontro diretto con Philadelphia che potrebbe essere un antipasto playoff con tre giorni d’anticipo rispetto alla tabella di marcia. In caso di successo Bucks infatti Milwaukee sarebbe sesta e incrocerebbe la terza a Est (al momento proprio i Sixers, che perdendo però abdicherebbero molto probabilmente in favore dei Cavaliers). In caso di sconfitta invece, Milwaukee rischierebbe di scendere al settimo posto, regalando sesta piazza e Philadelphia a Miami. In tutto questo c’è da considerare il fattore Washington. Insomma, mancano 48 ore ma ancora molto è da decidere.
New York Knicks-Cleveland Cavaliers 109-123
Passeggiata di salute al Madison Square Garden dei Cleveland Cavaliers, che vincono e si prendono il titolo della Central Division e il 4° posto a Est. Adesso non resta altro che battere di nuovo i newyorchesi nell’ultima sfida alla Quicken Loans Arena e confidare in un eventuale passo falso dei Sixers contro Milwaukee. LeBron James non ha dimenticato la provocazione di Enes Kanter che nel primo incrocio stagionale nella Grande Mela mise in discussione il fatto che il n°23 fosse il Re di qualcosa. LeBron ha dunque pensato bene di farsi scrivere sul retro delle scarpe “Sono il Re”, confermandolo poi sul parquet chiudendo con 26 punti, 11 assist e sei rimbalzi. Ai suoi si aggiungono i 28 con 6/13 dall’arco di Kevin Love (con lui dal post-infortunio, Cleveland sempre vincente tranne in due occasioni) e altri quattro giocatori in doppia cifra. Dall’altra parte invece sono 17 punti a testa per Courtney Lee e il rookie Frank Ntilikina (al suo massimo in carriera). Il migliore realizzatore dei padroni di casa è Michael Beasley che chiude con 20 punti. Le due squadre dunque si sposteranno insieme verso Cleveland, con i Cavaliers già in modalità playoff (e un James pronto a chiudere a 33 anni per la prima volta con tutte le 82 partite giocate), mentre i Knicks si godranno l’ultimo viaggio stagionale prima delle vacanze.
Detroit Pistons-Toronto Raptors 98-108
I canadesi aggiornano con più fatica del previsto il loro record di successi in una singola regular season (salito con questo a 59), battendo a domicilio i Pistons orfani di Blake Griffin e Andre Drummond. Nonostante le assenze però Detroit si batte, volando ben oltre la doppia cifra (anche +17) nel secondo quarto grazie ai 20 punti di Luke Kennard e ai 16 con nove assist di Reggie Jackson. Troppi per far contento coach Casey, che non guarda alla vittoria che conta il giusto, ma pensa che i suoi debbano imparare a essere meno svagati e distratti. A pesare come un macigno è la prestazione di Jonas Valanciunas, che approfitta delle assenze sotto canestro del roster avversario e chiude con 25 punti, nove rimbalzi e 11/13 al tiro in tre quarti, guardando l’ultimo comodamente seduto in panchina mentre gli altri cinque compagni in doppia cifra pensavano al resto. Il parziale da 14-2 a inizio quarto periodo infatti non lascia scampo a Detroit, che saluta con una sconfitta la Little Caesar Arena; l’arena inaugurata quest’anno che spera di vedere stagioni migliori in futuro.
Brooklyn Nets-Chicago Bulls 114-105
Senza più nulla da chiedere alla stagione, ai giocatori di Nets e Bulls rimane giusto il tempo per togliersi qualche soddisfazione personale — anche se Allen Crabbe è andato decisamente per festeggiare il suo 26esimo compleanno. La guardia di Brooklyn si è infatti regalata una serata da 41 punti, il suo massimo in carriera, propiziato da un primo quarto chiuso già a quota 20 grazie a un ottimo 5/7 da tre punti. L’ex Portland ne ha aggiunte altre tre per toccare quota 188 in stagione, un record per un giocatore dei Nets, che sono arrivati alla settima vittoria nelle ultime dodici partite. “Le cose hanno cominciato a svoltare un po’ in ritardo rispetto a quanto speravamo” ha detto Crabbe dopo la gara, controllata agilmente grazie anche ai 21 punti con 11 assist di D’Angelo Russell e i 20 di Spencer Dinwiddie. Ai Bulls, arrivati alla terza sconfitta in fila, non sono serviti i 16 punti dell’ex di serata Sean Kilpatrick e i 15 di Cameron Payne, anche se Lauri Markkanen con 10+6 ha superato la quota dei 1000 punti con 500 rimbalzi nella sua stagione d’esordio, il primo rookie dei Bulls a riuscirci dai tempi di Elton Brand. Non abbastanza per fermare il caldissimo Crabbe, che si è meritato una battuta da parte del suo allenatore Kenny Atkinson: “Dopo la gara gli ho stretto la mano: bruciava ancora”.