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Playoff NBA 2018, Miami-Philadelphia Gara-4 102-106: i Sixers vincono ancora, è 3-1 nella serie

NBA

Partita intensissima e combatuttissima a Miami: alla fine la spuntano i Sixers nonostante 26 palle perse, trascinati dalla tripla doppia storica di Ben Simmons e dai 24 punti di un glaciale J.J. Redick. Agli Heat non bastano i 25 di Dwyane Wade per evitare il 3-1 nella serie

IL TABELLINO

La si potrebbe definire come "prova di maturità": i giovani Sixers avevano bisogno di una partita del genere per testare le proprie qualità e i propri limiti in un ambiente estremante ostile, ma alla fine escono dall'American Airlines Arena con un importantissimo 3-1 nella serie e una rinnovata fiducia nelle proprie possibilità di fare strada nei playoff. Non che sia stato tutto semplice per la squadra di Brett Brown, anzi: il dato delle 26 palle perse (18 solamente nel primo tempo) racconta molto della mancanza di abitudine a certi livelli di intensità, andando sotto a lungo contro la fisicità della difesa degli Heat. Pur buttando letteralmente dei palloni nelle mani degli avversari e nonostante un Joel Embiid che in attacco ha giocato al contrario (2/11 dal campo, 0/4 da tre e ben 8 palle perse pur chiudendo in doppia doppia da 14+12), i Sixers sono riusciti a portarla a casa grazie alla super prestazione di un Ben Simmons in tripla doppia (17 punti, 13 rimbalzi, 10 assist, prima tripla doppia di un rookie ai playoff dai tempi di Magic Johnson, pur con 7 palloni persi) e la freddezza di J.J. Redick (24 punti con 2/9 da tre all'interno del pessimo 7/31 di squadra). Tra gli altri contributi in doppia cifra di Dario Saric (11 con 6 rimbalzi in attacco), Robert Covington (10) ed Ersan Ilyasova (10 con +16 di plus-minus) c'è anche quello di Marco Belinelli, meno scintillante rispetto alle prime tre gare ma comunque utile con 10 punti (3/7 dal campo, 3/3 ai liberi), 2 rimbalzi e 2 assist in uscita dalla panchina. A Miami rimane il rammarico di aver capitalizzato sui 12 punti di vantaggio accumulati nel corso del terzo quarto, sprecando non solo i 20 punti di Goran Dragic, i 15+8+5 di un James Johnson onnipresente e un Hassan Whiteside finalmente presente nella serie (13+13), ma anche le ultime cartucce di un Dwyane Wade "formato Gara-2", autore di 12 dei suoi 25 punti solamente nell'ultimo quarto. Questa volta i canestri della leggenda degli Heat non sono bastati, anche perché in area si sono ritrovati un Joel Embiid che è stato tanto dominante nel pitturato (5 stoppate, 10 rimbalzi difensivi, tantissimi tiri alterati) quanto disastroso in attacco. E così Philadelphia pur avendo giocato al contrario per lunghissimi tratti della gara ha vinto anche la quarta partita della serie, tornando a casa con la possibilità di avanzare al turno successivo e proseguire un viaggio ai playoff che potrebbe aver subito una svolta importante in questa partita, rappresentando un momento di crescita per questo gruppo giovane, discontinuo ma talentuosissimo.

Il racconto del primo tempo

Hassan Whiteside comincia malissimo come di consueto in questa serie: rimbalzo d'attacco concesso a Saric, palla persa in attacco e poi schiacciata lasciata alla sua nemesi Embiid per il 4-0 di Phila. James Johnson rimette a posto le cose con quattro punti in fila, mentre l'attività in campo da una parte e dall'altra si fa frenetica e i ritmi altissimi. In questo contesto tattico Ben Simmons regala assist al bacio per tutti i compagni che tagliano verso il canestro, contribuendo direttamente a tre dei primi sette canestri dei suoi. Philadelphia in uscita dal primo timeout trova due triple da parte di Saric e Covington toccando il massimo vantaggio sul +8, ma basta che la difesa si perda Wayne Ellington in angolo per spingere coach Brown all'immediato minuto di pausa. La gara continua a viaggiare a ritmi altissimi anche a costo di perdere qualche pallone di troppo e sporcare le percentuali, mentre dalla panchina si alza T.J. McConnell (e non Markelle Fultz, tenuto seduto per tutta la partita) per dare il cambio a Simmons. Il livello della partita si alza anche sul lato fisico, andando già in doppia cifra per falli nel corso del primo quarto, con Embiid che pesca il secondo andando a sbracciare contro l'energia di Bam Adebayo. Wayne Ellington intanto manda in confusione la difesa di Phila e segna la tripla del 26-26 con cui si conclude la prima intensissima frazione.

Miami mette la testa avanti grazie a due punti di Wade, immediatamente ripresi da cinque punti in fila di J.J. Redick. Ellington però è definitivamente entrato in ritmo e si costruisce anche un gioco da quattro punti con cui sale a quota 10 nella sua gara, mentre Belinelli concede un canestro e fallo a Wade in avvicinamento. Philadelphia riesce a rispondere a ogni sorpasso con il canestro del contro-sorpasso, pur concedendo tanti giochi da tre punti che mandano Miami molto presto in bonus. Philadelphia ha un paio di passaggi a vuoto difensivi che spingono la panchina a chiamare un altro timeout, anche perché Dragic riesce nell'impresa di mettere in partita Whiteside. Winslow regala il massimo vantaggio ai suoi sul +7 ma Marco Belinelli si sblocca grazie a un taglio molto intelligente, mentre si accende il primo parapiglia tra le due squadre con James Johnson che cerca di andare a contatto con Covington (reo di aver commesso un fallo su Dragic) e Ben Simmson (che semplicemente passava di lì). Johnson e Simmons ne escono con un tecnico a testa, ma in uno scontro precedente Josh Richardson aveva avuto la peggio in una collisione con Embiid, venendo costretto a lasciare il campo per farsi curare negli spogliatoi. I Sixers perdono la testa e due palloni sanguinosi (sono già 14 con quattro minuti da giocare nel secondo quarto) concedendo il +8 agli avversari, ma ci pensa Belinelli a rimettere se stesso e i suoi in partita andando a segno da tre. Philadelphia sbanda clamorosamente perdendo palloni su palloni e penetrazioni su penetrazioni, senza riuscire a tenere il passo dell'energia degli Heat che vanno sul +9. Inserendo tre veterani come Redick, Johnson e Ilyasova i Sixers riescono a contenere i danni, chiudendo il primo tempo sotto solo di cinque punti: un affare di fronte alle 18 palle perse degli ospiti.

Secondo tempo

La buona notizia per Miami è che Richardson è in grado di ricominciare il secondo tempo in campo, quella brutta per Philadelphia è che Covington pesca subito il suo quarto fallo in maniera banale. La superficialità dei Sixers continua a far correre il tassametro delle palle perse, tra cui la ventesima che manda Richardson in contropiede solitario. La guardia col numero 0 è una furia sulle linee di passaggio e procura un'altra palla recuperata, regalando a Whiteside l'alley-oop del primo +10 della sfida mentre Philadelphia continua a non digerire la fisicità degli avversari. Saric e Whiteside fanno in tempo a prendersi l'ennesimo doppio tecnico di questa serie (il quinto nelle ultime due partite) mentre Embiid continua la sua rottura prolungata (2/8) sbagliando una tripla con tutto lo spazio del mondo a disposizione. In qualche modo, sfruttando il ritmo che un pochino si abbassa complice la stanchezza di Miami e una tripla fondamentale di Ilyasova, Phila riesce a chiudere il quarto solamente a -4 dopo essere stata a lungo anche in doppia cifra di svantaggio.

Simmons sembra avere ancora energie nel serbatoio per buttare giù la testa e attaccare nei primi secondi dell'azione, trovando con qualche affanno i quattro punti che pareggiano il conto mentre Embiid a un certo punto butta via l'ennesima maschera della sua serata, prima di essere ricondotto a più miti consigli. Sembra funzionare, perché due suoi liberi e diverse giocate difensive di altissimo livello in area permettono ai Sixers di confezionare un parziale di 14-0 che ribalta la situazione. Wade ci mette una pezza dalla media distanza, ma improvvisamente Phila arriva prima su tutte le palle vaganti grazie all'energia portata da Covington. La difesa di Phila ha definitivamente cambiato marcia e Ilyasova si trasforma in un gigante a rimbalzo d'attacco, mentre Simmons improvvisamente crea dal nulla nuove vie verso il canestro per arrotondare ancora di più la sua tripla doppia già messa in cascina. Richardson e Johnson tamponano un po' l'emorragia contro il quintetto piccolissimo di Phila (Belinelli-Redick-Simmons-Saric-Ilyasova), ma è il ritorno di Embiid - che prova a far finta di niente rientrando senza maschera, prima che la panchina se ne accorga - a cambiare di nuovo la gara, dando ulteriore presenza a rimbalzo agli ospiti e trovando liberi fondamentali per mettere punti a referto. I Sixers però si distraggono in transizione difensiva e, anche se Embiid ci mette una pezza con una stoppata pazzesca su Dragic, hanno bisogno di un paio di errori dalla lunetta di Winslow per non concedere ulteriore spazio alla rimonta degli Heat. Wade ha un sussulto attaccando in transizione e pescando il canestro+fallo di esperienza per il -3, aggiungendoci poi anche un canestro da vicino per il -1 dopo l'ennesima palla persa di un Embiid pasticcione. Ben Simmons però trova un'altra linea di penetrazione arrivando fino in fondo per la schiacciata del +3 a meno di un minuto dalla fine. Wade ne mette un altro dei suoi per il -1, ma i Sixers sono bravissimi a sfruttare le mancanze di concentrazione di Whiteside per creare spazio al jumper morbidissimo di Redick, che commette il solo errore di mettere un piede sulla linea. Embiid vola in cielo per un'altra stoppata su Wade, ma la terna arbitrale ravvisa un fallo - invero inesistente - mandando il numero 3 degli Heat in lunetta per due liberi. La leggenda di Miami ne segna però solo uno su due e Redick è il più veloce di tutti a rimbalzo, subendo immediatamente il fallo che lo manda ai liberi a 16 secondi dalla fine. La mano del tiratore non trema e dà due possessi di vantaggio ai suoi: gli Heat non trovano il canestro per accorciare le distanze e Philadelphia sbanca di nuovo l'American Airlines Arena, portandosi sul 3-1 nella serie.