Playoff NBA 2018: Washington-Toronto 92-102. Lowry e le seconde linee dei canadesi fanno fuori Washington
NBAToronto fa gara di inseguimento per quasi tutta la partita ma la spunta nel finale con un quarto quarto da 29-14, trascinata dalla sua preziosa panchina e da un Kye Lowry al suo livello. A Washington non bastano i 32 punti di Bradley Beal per evitare l'eliminazione
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Washington Wizards-Toronto Raptors 92-102
Toronto parte male sul campo di Washington, tira sotto il 37% e si ritrova sotto anche di 12 nel primo quarto, chiuso poi a -10. Grazie a un secondo quarto da 62% al tiro, però, gli uomini di coach Casey si rifanno sotto ma chiudono il primo tempo inseguendo ancora 53-50 i padroni di casa. Brutte notizie per i Raptors, che in 23 gare esterne di playoff non hanno mai vinto se sotto nel punteggio all’intervallo. Ma si sa, i record (anche negativi) sono fatti per essere infranti e grazie ai 24 punti di Klye Lowry, top scorer tra i canadesi, e la solita, sontuosa panchina, i Raptors – ancora sotto di 5 prima del via degli ultimi 12 minuti – riescono a completare la rimonta e andare a vincere sul campo degli Wizards, chiudendo così la serie sul 4-2 e assicurandosi per il terzo anno consecutivo la presenza in semifinale di conference. Una parte importante del merito, come detto, va ascritto alla second unit di Toronto, che nella seconda metà della gara segna 21 punti e colleziona 15 rimbalzi contro i 6+3 dei pari ruolo avversari. I nomi dei protagonisti sono quelli che ormai i tifosi canadesi e non solo hanno imparato a conoscere nel corso dell’anno: ci sono 11 punti e 8 rimbalzi con 5/6 al tiro per Pascal Siakam, 7 a testa per C.J. Miles e Jakob Poeltl (con anche 7 rimbalzi), 5 con 4 assist e 4 rimbalzi in soli 19 minuti per Fred VanVleet. Dei 29 punti messi a segno dai Raptors nell’ultimo quarto (contro i 14 degli Wizards), 17 portano la firma dei panchinari, che marchiano a fuoco la gara e concedono un giro a vuoto a DeMar DeRozan, al suo minimo annuale nei playoff (16 punti con solo 6/18 al tiro). Toronto – guidata anche dai 14 con 12 rimbalzi di Jonas Valanciunas – domina Washington sotto canestro 56-32 e sfrutta le 14 palle perse (capitalizzate con 17 punti) dei padroni di casa.
Delusione Washington
In tre degli ultimi quattro anni (quelli conclusi ai playoff) Washington è sempre arrivata alle semifinali di conference (e sempre eliminata). Stavolta invece si deve fermare prima e questo non va giù al top scorer della partita, Bradley Beal, autore di 32 punti con 6/10 da tre punti. “Non siamo mai stati eliminati al primo turno: la cosa mi infastidisce parecchio, perché siamo una squadra più forte di quanto dica questo risultato. All’inizio dell’anno avevamo alte aspettative: non le abbiamo raggiunte”, ammette sconsolato. A parziale scusante l’assenza dell’ala piccola titolare Otto Porter, operato in mattinata per un problema alla gamba sinistra, con Kelly Oubre Jr., inserito in quintetto al suo posto, incapace di far meglio di un deludente 1/7 al tiro per 3 punti. Non basta però a spiegare il crollo dei giocatori della Capitale, che hanno 24 punti da John Wall, 12 con 15 rimbalzi da Valanciunas ma non mandano nessun altro giocatore in doppia cifra, collezionando solo 12 assist su 32 tiri mandati a segno in tutta la gara. Il peggior quarto quarto della loro serie (solo 14 punti segnati) vede tra i primi imputati proprio John Wall, che chiude la gara decisiva della stagione dei Raptors con 0/4 al tiro per 4 miseri punti. (Washington tira il 25% di squadra negli ultimi 12 minuti). Il suo e quello di Beal sono i peggiori plus/minus in casa Wizards nel periodo decisivo, segno che sul più bello qualcosa è venuto a mancare nei meccanismi della squadra di coach Scott Brooks: “È sempre duro essere eliminati”, dice. “Sempre”. Anche quando con la testa di serie n° 8 nessuno si aspettavo un’impresa dagli uomini di Brooks, che però dimostrano di potersi giocare alla pari la serie nei primi episodi, prima di crollare inspiegabilmente negli ultimi 20 minuti di gara-5 e poi arrendersi in casa nella decisiva gara-6 che sancisce così l’eliminazione di John Wall e compagni. Cui resta una lunga attesa per capire se il gruppo attuale (allenatore in primis) possa confermarsi come nucleo meritandosi un’altra chance.