La notizia riportata da Ryen Russillo di ESPN Radio preoccupa un bel po' tutta l'organizzazione a Oklahoma City: i Thunder due anni dopo l'addio di Ke vin Durant saranno costretti a ripartire da zero per l'ennesima volta?
È soltanto un’indiscrezione, ma in un momento di grande fibrillazione come questo può bastare anche una voce di mercato per mettere in agitazione un’intera franchigia. Lo sanno bene in casa Thunder, dato che già due anni fa tutta l’organizzazione rimase in attesa per settimane di un verdetto che alla fine costrinse Oklahoma City a dover dire addio a Kevin Durant, senza ricevere nulla in cambio. Anche in quel caso a pesare come un macigno fu l’avventura playoff terminata poche settimane prima, con OKC battuta in rimonta in finale di Conference dagli Warriors delle 73 vittorie in regular season. Golden State era sotto 1-3, spalle al muro, ma riuscì a risalire la china, recuperare e vincere una serie che col senno di poi gli è valsa molto di più del semplice accesso alle Finals NBA (poi perse, ripagati della stessa moneta da Cleveland). Durant infatti, se avesse battuto Golden State, avrebbe avuto buone chance di vincere il titolo con i Thunder e difficilmente avrebbe abbandonato la nave. Storie vecchie, acqua passata, a differenza di Paul George e dell’ultima cocente eliminazione di OKC dai playoff; indicata da alcuni come possibile outsider per il titolo e naufragati dinanzi al primo scoglio. Gli Utah Jazz si sono dimostrati più squadra, più gruppo; ennesima dimostrazione del fatto che ai Thunder invece mancasse ancora qualcosa. Una sensazione rimasta addosso anche allo stesso George che, come raccontato da Ryen Russillo di ESPN Radio, potrebbe avere le idee già molto chiare sul suo futuro: “Oggi per la prima volta ho sentito dire da una fonte di cui mi fido molto che Paul George è andato, che la sua intenzione è quella di lasciare i Thunder”. Poche, semplici parole in grado di scatenare un terremoto nella lega, viste le tante squadre che sarebbero disposte a fare follie per mettere le mani su George. Prima di tutto però è una questione meramente economica: il n°13 dei Thunder per diventare free agent dovrebbe rinunciare a una player option da oltre 20 milioni di dollari, il ché vuol dire che difficilmente accetterebbe una cifra inferiore (e verrebbe da dire, che non sia il massimo salariale o quasi). Un investimento da 150 milioni dunque, se non 200. Soldi che al momento potrebbe permettersi di spendere soprattutto chi non ha l’appeal ideale a livello tecnico per convincere George della bontà del progetto tecnico. Sì, dopo 350 parole non sono ancora stati citati i Lakers, che sono e restano la destinazione preferita dall’ex giocatore dei Pacers. A Los Angeles nel frattempo stanno facendo bene i conti: in fondo mancano ancora due mesi, i giallo-viola avranno tutto il tempo per preparare l’assalto sul mercato.