Il n°23 degli Warriors ha scritto un lungo messaggio a KD dopo la modesta prestazione in gara-3, motivandolo e chiedendogli di essere più aggressivo, senza pensare troppo al resto. “Lascia fare a me”, la laconica risposta di Durant che ha dato seguito con i fatti alle sue parole
Alla fine gli Warriors sono riusciti come al solito a mettere le cose a posto. Trentasette punti nel primo quarto, 33-19 di parziale nella terza frazione e 38 punti alla sirena finale per Kevin Durant: ai Pelicans non è rimasto altro da fare che alzare bandiera bianca e ammettere la propria impotenza. New Orleans infatti nelle quattro sfide contro i campioni NBA ha dovuto convivere con l’incapacità di poter disporre di un giocatore in grado di limitare KD. I difensori dei Pelicans sono o troppo bassi, o troppo lenti, o tutto e due le cose messe assieme. Insomma, l’eccezione era chiaro a tutti fosse stata la partita da soli 22 punti e 8/18 dal campo giocata da Durant in gara-3 (una partita più che dignitosa per molti, ma non per uno dei migliori realizzatori della storia NBA). Un concetto che ronzava nella testa di Draymond Green dopo il ko che aveva in parte riaperto la serie contro i Pelicans, un rumore di fondo che non gli ha permesso di dormire dopo la sconfitta: “Non riesco mai a prendere sonno dopo aver perso in malo modo”. A quel punto, meglio approfittare della situazione e scrivere al diretto interessato i suoi pensieri. Green sa bene che le sorti della serie e della stagione degli Warriors passano da Durant e dalla sua capacità di trovare il fondo della retina. Per quello – nonostante fossero le 4 di notte – ha deciso di inviargli un lungo messaggio per motivarlo: “La mia intenzione era quella di dirgli di non smettere di essere sé stesso, sentivo di doverlo sottolineare. Non lo avevo visto in campo abbastanza aggressivo, motivato su entrambi i lati del campo come deve essere per cambiare i nostri destini. Per essere decisivo. Lo sapete, non riesco a fare finta di niente: se vedo qualcosa che non va, devo far sentire la mia voce. Non ho di certo cattive intenzioni, voglio solo trovare ogni modo per vincere più partite di basket possibile”.
La risposta di Durant (a parole e soprattutto con i fatti)
A quell’ora però Durant (giustamente) dormiva. Appena aperti gli occhi, ha subito letto il messaggio di Green, meravigliandosi del fatto che ci fosse un sms ad attenderlo, ma non del fatto che a inviarlo fosse stato Green: “La sostanza del testo era che non devo preoccuparmi di tutte le caz**te che possono passarti per la testa dopo una gara sottotono. E io ho provato a rispondere con i fatti, facendo il possibile già in gara-4. Non ero stato abbastanza aggressivo e lo sapevo. È importante sapere che c’è qualcuno pronto a proteggerti le spalle, è stato una grande motivazioni sentirmi dire quelle cose”. Impugnato lo smartphone, poche semplici parole di risposta: “Lascia fare a me”. Detto, fatto, come dimostrano i 28 punti con 15/27 dal campo e come sottolineato dallo stesso Green: “Quello che si è visto in campo in gara-4 è il Durant di cui abbiamo bisogno, coinvolto dall’inizio alla fine e un’ossessione per la difesa dei Pelicans. Ha cambiato la partita, ci ha trascinati: è bello vederlo giocare così”. A fine gara poi il n°32 ha dovuto schivare l’ennesima provocazione, stavolta firmata da Andrew Polk, un attore comico originario della Louisiana che questa volta non è riuscito a far ridere. A fine gara infatti ha pensato bene di cinguettare il suo disprezzo, riprendendo le parole pronunciate da Charles Barkley che tanto avevano fatto discutere qualche giorno fa. “Spero che qualcuno lo prenda a cazzotti mentre lascia l’arena”. Parole infelici a cui il diretto interessato ha provato subito a porre rimedio, rimuovendo il tweet e chiedendo scusa. A New Orleans però potrebbero non rivedere Draymond Green e compagni fino alla prossima stagione: in gara-5 gli Warriors potrebbero chiudere conti, serie e polemiche; tutto in un colpo solo, non in faccia, sia chiaro.