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NBA, Steve Kerr: “I Rockets con più fame di vittoria? Noi abbiamo gli anelli”

NBA

L'allenatore di Golden State dà (ufficiosamente) il via alle finali di conference che in attesa della prima palla a due iniziano a far discutere tutta America. E preferisce il ruolo di squadra esperta e vincente a quello dei propri avversari, quasi tutti all'esordio a simili livelli

La sfida che tutti aspettavano è finalmente arrivata. Si parte lunedì notte, Houston Rockets contro Golden State Warriors, in palio le finali NBA. Se per i californiani l’appuntamento di giugno è quasi routine (sempre presenti le ultime tre annate), per i texani sarebbe la prima volta dal 1995, l’anno dell’ultimo titolo con Olajuwon e compagni. Ma non dite a Steve Kerr che i Rockets hanno più “fame” dei suoi giocatori: “No, non ci credo, a me piace la nostra situazione, perché i miei ragazzi hanno già degli anelli alle dita. La cosa più difficile è sempre vincere il primo titolo – sia per ogni giocatore individualmente, sia come squadra – perché non sai se puoi farcela”. Un dubbio che sicuramente attanaglia Chris Paul (alla sua prima finale di conference della carriera) e compagni, che hanno in James Harden (una finale NBA persa nel 2011 a OKC) e Trevor Ariza (campione NBA nel 2008 con i Lakers) gli unici giocatori con esperienza di pallacanestro a giugno. “Quando vinci il primo titolo è come se avessi vinto al casinò – continua Kerr – ma scopri che la sensazione è bellissima e vuoi viverla ancora. Mi piace il nostro ruolo in questa serie: siamo i campioni in carica, abbiamo vinto due volte negli ultimi tre anni – e vogliamo vincere ancora”. “Ci aspettiamo di vincerne un altro – rincara la dose Klay Thompson – perché abbiamo la stessa fame di vittoria che avevamo l’anno scorso e l’anno prima ancora. Questo ci mette addosso un sacco di pressione, ma sono sicuro che la sentono anche loro: i loro tifosi sognano un titolo, i nostri vogliono continuare a festeggiare”. Anche Kevin Durant rifiuta l’idea dell’appagamento: “I miei compagni non vedono l’ora di scoprire cosa si prova ad avere tre anelli, e io non vedo l’ora di vincerne un secondo”, taglia corto l’MVP delle ultime finali. Sulla strada per la vittoria però ci sono Chris Paul, James Harden e il resto dei Rockets e gli Warriors hanno già iniziato ad allenarsi simulando la presenza dei due All-Star per preparare una difesa adatta al mostro a due teste ideato da Daryl Morey e Mike D’Antoni: “Possiamo simulare le situazioni ma poi buona fortuna quando devi difendere contro le magie di un Harden o di un Paul”, ammette Kerr. Che vede proprio nell’ex point guard dei Clippers l’arma in più dei suoi avversari: “Chris è un killer, uno dei giocatori che ama di più la competizione in tutta la lega, un po’ come per noi Draymond Green. Devi avere in squadra un giocatore così, lui dà ai Rockets una dimensione che prima non avevano: è lui a far la differenza all’interno della loro squadra, adesso come adesso”. La minaccia al regno di Golden State appare più reale che mai, ma a coach Kerr in fondo non sembra dispiacere: “È come se fossimo al nostro meglio quando ci sentiamo minacciati, è un po’ il modus operandi di questa squadra. E sicuramente Houston è una minaccia”. Gli Warriors sono pronti, parola del loro allenatore.