Il n°23 dei Cavaliers chiude con 42 punti, 10 rimbalzi e 12 assist una partita che ha rischiato di abbandonare prima dell’intervallo lungo, a seguito di un colpo al volto che gli ha dato problemi al collo: “Quando è tornato sul parquet, ha stretto i denti e non era più lo stesso”
Si è fermato il cuore di tanti appassionati NBA sul finire di secondo quarto (non solo tifosi dei Cavaliers), quando una delle decine di penetrazione al ferro di LeBron James sembrava poter avere un sapore ben diverso e terribile. Il n°23 dei vice-campioni NBA attacca per l’ennesima volta a testa bassa, già autore di 25 punti in meno di 20 minuti, con 3 minuti e 50 secondi sul cronometro ancora da giocare nel primo tempo. James conquista il fischio, ma nel movimento verso il ferro becca una spallata in pieno volto da Jayson Tatum. Un colpo che fa ruotare la mandibola e in modo particolare il collo di LeBron, che data la dimensione della carrozzeria riesce sempre a rendere innocui anche contatti molto duri. Il colpo si sente, ma James tira i due liberi (1/2, in una serata in altalena a cronometro fermo), dando l’impressione che sia tutto ok. Alla ripresa del gioco però, cambio immediato e camminata a passo svelto verso il tunnel degli spogliatoi: “È stato un colpo veramente molto duro – racconta coach Lue -, una botta al volto che gli ha fatto ruotare il viso. Per fortuna ha trovato le forze per tornare in campo, ma non penso che a quel punto riuscisse ad avere la stessa forma e tranquillità, visto che è stato costretto a stringere i denti. Aveva un’enorme carica dentro già dalla sessione di tiro mattutina e dopo l’infortunio ha in parte perso efficacia. Vedremo come andranno le cose nei prossimi giorni”. No, l’ipotesi di una serie senza LeBron non vogliamo neanche prenderla in considerazione, nonostante gli venga diagnosticato uno stiramento al collo: “Sono ok”, è stato l’unico commento a riguardo rilasciato durante le interviste post-partita; infastidito molto più dal risultato finale che dal colpo. Durante la conferenza stampa ha poi aggiunto: “Ho sentito per qualche istante la necessità di tornare negli spogliatoi, di riprendere fiato e ricalibrarmi un attimo. È stato un colpo non da poco, chiaramente incidentale. Volevo soltanto verificare che fosse tutto a posto e sono subito rientrato, non penso che mi abbia condizionato nel resto della gara”. Alla fine in effetti è arrivata una tripla doppia da 42 punti, roba che solo lui è riuscito a fare tre volte in carriera ai playoff. Magari ha ragione, oppure per l’ennesima volta ha dimostrato di essere più forte anche degli infortuni.