Alla vigilia delle Final Four di Eurolega la stella del Real Madrid non ha dato indicazioni chiare su quanto farà il prossimo anno: “Non so se queste saranno le mie due ultime partite in Europa: dobbiamo ancora prendere questa decisione”. Semplice diplomazia o c'è qualcosa di più serio?
Una delle regole auree delle settimane che precedono la notte del Draft è di prendere sempre con grande cautela le parole pronunciate dai protagonisti, che siano giocatori, dirigenti o agenti. Quando poi si parla di europei l’attenzione deve essere massima, perché spesso possono avere diversi interessi da dover curare “in casa” prima ancora di quelli negli Stati Uniti. Le dichiarazioni di Luka Doncic, però, un po’ di rumore lo fanno: impegnato nelle Final Four di Eurolega a Belgrado con il suo Real Madrid, il candidato alla scelta numero 1 al prossimo Draft ha dichiarato di non essere sicuro di fare il salto nella NBA già quest’anno. “Non so se queste saranno le mie due ultime partite [in Eurolega]: dobbiamo ancora prendere questa decisione. Magari lo farò dopo la fine della stagione”. Le parole di Doncic vanno comunque calate nel contesto in cui sono state pronunciate: alla vigilia di un evento così importante come le Final Four, sarebbe stato incauto dichiarare che se ne sarebbe comunque andato al termine della stagione, non fosse altro per non compromettere i rapporti all’interno dello spogliatoio e con la società. Detto questo, Doncic sa di avere un po’ di “potere contrattuale” sul suo futuro: con i Phoenix Suns intenzionati a prendere DeAndre Ayton alla numero 1, il talento sloveno potrebbe avere scarso interesse a legarsi a lungo a una delle peggiori franchigie della NBA nei Sacramento Kings, per quanto il suo agente abbia detto che il suo assistito non ha alcuna preferenza sulle varie squadre. Nel caso del Draft, però, bisogna sempre stare attenti agli “smoke screens”, alle dichiarazioni e alle voci fatte uscire apposta per depistare i concorrenti – anche perché Doncic dovrebbe rinunciare a molti soldi per rimanere in Europa non cominciando subito la sua carriera nella più ricca NBA.
La situazione contrattuale: a quanto rinuncerebbe Doncic rimanendo al Real?
Il contratto di una primissima scelta al Draft NBA (che sia la prima assoluta o la seconda) vale all’incirca 30 milioni di dollari lordi in quattro anni, ma soprattutto permette di far partire un “countdown” di tre o quattro stagioni prima del secondo e poi del terzo contratto, decisamente più remunerativi rispetto a qualsiasi altra lega al mondo. L’attuale accordo di Doncic con il Real vale circa due milioni di euro netti a stagione, perciò la rinuncia economica – anche considerando un possibile rinnovo al rialzo con gli spagnoli per tenerlo, il cambio dollaro-euro e le tasse californiane – sarebbe in ogni caso considerevolissima, nell’ordine dei 5-6 milioni di dollari. Per discutere un contratto fuori dai vincoli del “rookie scale” Doncic dovrebbe aspettare tre anni dopo il giorno in cui è stato scelto al Draft, perciò dovrebbe rimanere per tre stagioni in Europa e poi trovare un accordo con la squadra NBA che detiene i suoi diritti, siano essi i Sacramento Kings o altri. Una strada presa a suo tempo da Nikola Mirotic, scelto dai Chicago Bulls al Draft 2011 ma volato negli States solo nel 2014 con un contratto da 16.6 milioni in tre anni, pagando una clausola da tre milioni proprio al Real Madrid. Anche senza considerare l’aspetto motivazionale della vicenda – ovverosia la voglia del giovane di misurarsi con il livello cestistico più alto del mondo –, diventa difficile pensare che Doncic voglia rinunciare a così tanti soldi pur di evitare di andare subito a Sacramento, sempre che la destinazione sia effettivamente sgradita. Per il momento sono tutte congetture: ricordatevi la regola aurea di prendere sempre con cautela le dichiarazioni che portano al Draft.