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Curry potrebbe organizzare una tappa del PGA Tour (non durante la stagione NBA)

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Dopo aver partecipato da giocatore con discreti risultati la scorsa estate, Steph Curry sta pensando di far parte dell'organizzazione di un torneo del PGA Tour in California nel 2019. Un'ipotesi che alletta molto dirigenti e sponsor: "Sarebbe una grande spinta per tutto il movimento" 

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Steph Curry non ha mai nascosto il suo grande amore e la passione per il golf; il suo principale passatempo ogni volta che mette piede fuori da una palestra. Il due volte MVP, infatti, durante la scorsa off-season si era cimentato nelle eliminatorie del Web.com Tour's Ellie Mae Classic al TPC Stonebrae, nella zona di San Francisco, uscito sconfitto dopo essersi però messo alle spalle anche qualche professionista. Un risultato ragguardevole e ben diverso rispetto a quello ottenuto in una stanza d’albergo durante una trasferta con gli Warriors, in cui simulando un paio di colpi con una mazza immaginaria ha mandato in frantumi un tavolo di vetro, lasciando la stanza in uno stato disastroso. Nelle ultime ore invece si è tornati ad associare il nome di Curry al mondo del golf perché, secondo le indiscrezioni di ESPN, il n°30 di Golden State sta pensando di far parte dell'organizzazione di una tappa del PGA Tour del 2019 in California. I suoi rappresentati stanno lavorando affinché si riesca a raggiungere un accordo che rilancerebbe le opportunità di accordi commerciali e di merchandising, per un torneo che dovrebbe rispondere a caratteristiche specifiche. Svolgersi durante la off-season NBA (luglio, agosto o al massimo settembre per intenderci) e in California, possibilmente nei pressi di San Francisco. I tornei che rispettano queste caratteristiche sono tre, con quello più vicino a Oakland che è il Safeway Open giocato a Napa. Frank Zecca, uno dei manager della Octagon (l’agenzia che cura gli interessi di Curry) che da anni lavora con il campione degli Warriors, ha sottolineato come il golf e un investimento del genere sia sempre stato nelle intenzioni della famiglia Curry: “Una figura di quello spessore rappresenterebbe per noi una porta aperta su un nuovo mondo di appassionati – sottolineano i dirigenti del PGA Tour -, sarebbe un supporto a questo sport e a tutta la comunità. Siamo entusiasti dalla prospettiva di una collaborazione con un atleta di primo livello mondiale come lui”. Un'iniziativa che permetterebbe al n°30 degli Warriors di raccogliere fondi per la sua fondazione benefica. Nel frattempo però Curry è impegnato a disinnescare l’attacco dei Rockets e a risolvere le sue difficoltà al tiro. Grattacapi molto più impellenti nella sua quotidianità rispetto all’organizzazione di un evento in estate.